Nel dicembre scorso, l'assise regionale aveva approvato una legge che rendeva compatibili le doppie poltrone. La norma era stata subito sfruttata dal sindaco di Cassano allo Jonio, ma la Corte Costituzionale in questi giorni ha sentenziato: vietato sommare le cariche
Sarà difficile riabituarsi all’idea che ci si possa accomodare solo su una poltrona per volta. La Corte Costituzionale, infatti, ha stabilito che non si potrà più essere contemporaneamente sindaco e consigliere regionale. Soprattutto in Calabria, dove nel dicembre scorso il consiglio regionale aveva approvato la Legge numero 34, la quale prevedeva all’articolo 46 che “le cariche di presidente e assessore della giunta provinciale e di sindaco e assessore dei comuni compresi nel territorio della regione, sono compatibili con la carica di consigliere regionale”.
Proposta dagli onorevoli Adamo e Bova, eletti nel Pd ma ora iscritti al gruppo misto, la legge è subito tornata utile al sindaco di Cassano allo Jonio (Cosenza), Gianluca Gallo. Già primo cittadino di Cassano, nel marzo 2010 Gallo era riuscito a farsi eleggere anche consigliere regionale in quota Udc. E invece di rassegnare le dimissioni subito dopo l’elezione in Regione, Gallo ha continuato a restare in sella alla poltrona di sindaco della cittadina cosentina. Pur avendo continuato a percepire un solo emolumento dopo l’elezione in consiglio regionale, adesso l’onorevole Gallo sarà costretto a rinunciare anche alla carica di sindaco e a mantenere solo uno dei due incarichi, quello di deputato dell’assemblea regionale.
La precedente legge del dicembre 2010 prevedeva che, nell’arco di 6 mesi, il neoeletto dal doppio incarico avrebbe dovuto dimettersi dalla carica in essere, per poter accedere alla nuova. Così non è stato. E Gallo ha prima atteso invano che la questione d’incompatibilità venisse sollevata in consiglio comunale e poi ha approfittato di una regolare legge licenziata dal consiglio regionale. Così, eletto sindaco una prima volta nel 2004 e poi confermatosi nel 2009, dal 2010 è anche consigliere regionale nelle file dell’Udc.
Tutto questo fino a ieri, quando la Corte ha “dichiarato costituzionalmente illegittimo l’articolo 46 per violazione degli articoli 122, primo comma, e 51 della Costituzione in quanto contraddice, in materia di incompatibilità, un principio generale contenuto nelle norme legislative statali e lede al contempo, il principio di eguaglianza tra i cittadini nell’accesso alle cariche elettive”. Contattato da ilfattoquotidiano.it l’onorevole-sindaco ha accettato di chiarire la vicenda.
Sindaco cosa farà adesso?
Quello che dico faccio: mi dimetterò da sindaco chiedendo al consiglio comunale di avviare la procedura di decadenza del mio mandato.
Perché non si è dimesso dopo l’elezione a consigliere regionale e ha aspettato che la Corte Costituzionale la “costringesse”?
Perché nessuno me lo ha chiesto. Inoltre, non volevo che Cassano finisse in mano a un commissario prefettizio. E poi né in consiglio regionale, né in Regione qualcuno ha posto il problema dell’incompatibilità, anzi sono stato io a sollevare la questione in consiglio comunale.
Effettivamente nel verbale del consiglio comunale di Cassano allo Jonio del 15 ottobre 2010, risulta che lo stesso sindaco Gallo ha comunicato l’esistenza della causa d’incompatibilità e che il consiglio lo ha esortato a sanare la questione. Tuttavia il problema ha origine quando lei decise di candidarsi come consigliere essendo già sindaco, nonostante fosse nota a tutti l’incompatibilità tra le due cariche. Perché non ha rinunciato?
Perché me lo ha chiesto il partito, nella figura di due deputati. Ho pensato che potesse essere positivo per il territorio tentare di avere un rappresentante politico della zona in Regione, dopo decenni di mancanza di personalità politiche del posto in consiglio regionale. Non potevo tirarmi indietro dopo gli impegni presi.
Però poteva dimettersi subito dopo essere approdato in regione e non l’ha fatto.
Rinunciando alla carica di sindaco avrei consegnato la mia città nelle mani di un commissario. E’ mia convinzione personale che anche il miglior commissario, è sempre meno utile del peggior sindaco possibile.
Lei sa che molti sindaci e assessori nelle sue stesse condizioni, hanno dovuto rinunciare all’idea di candidarsi come consiglieri, per via della legge vigente sulle incompatibilità?
Non esiste una legge che disponga l’ineleggibilità, ma esisteva una norma che regolava le incompatibilità. Io mi sono avvalso soltanto di leggi in vigore e peraltro, non mi risulta che ci siano state persone nella mia stessa condizione che hanno dovuto rinunciare alla candidatura.
E invece l’ex sindaco e assessore di San Marco Argentano (Cosenza), Giulio Serra, anche lui consigliere regionale ma eletto nella lista “Insieme per la Calabria”, ha dovuto rispettare la vecchia legge ripristinata ieri dalla Corte Costituzionale, come conferma a ilfattoquotidiano.it: “Quando nel 2005 fui eletto per la prima volta consigliere regionale, mi dovetti dimettere entro 6 mesi dalla carica di assessore comunale che ricoprivo dal 2004, perché era incompatibile per legge con l’incarico che sarei andato a ricoprire in Regione”. Così ieri la Corte non ha fatto altro che ripristinare un principio che valeva fino al dicembre 2010 e che sarà valido d’ora in avanti: anche in Calabria, non sarà più possibile occupare due poltrone contemporaneamente.