Travaglio è un giornalista temuto da tutti non solo perché bravo e aggiornato, ma soprattutto perché libero. Libero dunque indipendente, non asservito a nessuno.
La libertà è il valore supremo, presupposto di ogni altro valore. Senza libertà gli altri diritti degradano. La democrazia assume le sembianze di un regime che può manifestarsi in vari modi, non necessariamente nella sua veste più evidente, quella totalitaria.
Oggi la democrazia occidentale è stata adulterata dall’economia, che gradualmente la sta sospendendo. In Italia tale processo è stato edulcorato dalla necessità di intervenire in un grave stato di malgoverno economico, etico, culturale, democratico. Tale necessità ci ha indotto a trattenere il fiato (sospensione volontaria della democrazia) consapevoli che occorre assumere decisioni importanti. La dose massiccia di anestetico inoculata presto svanirà e attendiamo le cure impartite.
L’economia ha oramai sostituito la democrazia poiché la vita di tutti noi dipende dallo spread, dalle decisioni delle banche centrali, dalla ricapitalizzazione delle banche, dalla riduzione del Pil, dallo sviluppo economico, dalla tripla A, da quante obbligazioni vengono collocate. Tutto ciò come conseguenza del virus inoculatoci da alcuni speculatori nel mondo.
S’impone un’ampia riflessione al riguardo: l’economia non può più governare le nostre vite e il nostro futuro. Fermiamoci e cambiamo le regole.
Non penso che gli economisti possano salvarci e non ho mai sentito un economista azzeccare una previsione.
In Italia occorre cambiare radicalmente, ma contestualmente dobbiamo difendere strenuamente la libertà. Occorre avere uno Stato più leggero ma efficiente, una politica più leggera ma onesta, una classe dirigente retta e giovane che sappia sognare garantendo equità sociale, solidarietà (non parassitaria), merito, crescita culturale, etica. Dobbiamo realizzare un mondo migliore e così lasciarlo ai nostri figli.
A giorni conosceremo le “misure impressionanti” progettate da Monti & c.. I primi segnali per la tenuta della libertà possono apparire inquietanti. La libertà difatti non si tutela solo garantendo piena espressione del pensiero o altre manifestazioni della persona, ma anche garantendo il diritto alla difesa.
Il diritto alla difesa è un diritto inviolabile, così sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) agli artt. 8, 9, 11 (“garanzie necessarie per la sua difesa”) e 12 (“diritto ad essere tutelato”) e dalla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali” (1950), ove all’art. 6, co. 3 è richiamato il diritto per il cittadino di “avere l’assistenza di un difensore di sua scelta e, se non ha i mezzi per retribuire un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d’ufficio, quando lo esigono gli interessi della giustizia”.
Anche la Carta costituzionale (1948) con l’art. 24 stabilisce che “la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento” (co. II), mentre la carta del Trattato di Lisbona (2009) all’art. 2, co. 3 sancisce che “L’Unione combatte l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore”.
Il diritto alla difesa è un diritto fondamentale che può essere tutelato solo con una difesa tecnica affidata a un avvocato scientificamente preparato, altrimenti legittimandosi un sopruso dei più forti contro i deboli (banche, assicurazioni, società, pubblica amministrazione etc.).
L’avvocatura presidia questo diritto ed è uno dei due pilastri della giustizia. Senza un’avvocatura autonoma, indipendente, dignitosa, rigorosa viene meno la libertà, poiché i deboli sarebbero in balia dei più forti. I diritti sarebbero carta straccia.
L’attuale primo ministro ha collocato personaggi chiave (Passera, Catricalà, Pitruzzella, Fornero) che hanno manifestato più volte l’intenzione di demolire l’avvocatura con la boutade delle liberalizzazioni, in realtà con lo scopo di consentire alle banche ed ai grandi gruppi di impossessarsene. Il precedente governo e ancor prima Bersani hanno avviato questo lungo e insidioso processo di (il)liberalizzazione con atti normativi.
L’avvocatura è già libera, chi vuole può accedervi previa dimostrazione di avere adeguata preparazione scientifica perché la difesa dei diritti è una delle missioni più alte e nobili e non può essere improvvisata.
Ieri si è chiusa la VII Conferenza nazionale dell’avvocatura con un monito forte e unitario: difenderemo tale libertà per difendere la libertà dei cittadini. E l’avvocatura più giovane (Aiga) lo ha sottoscritto perché i giovani non si tutelano certo distruggendo l’avvocatura.
Credetemi, la libertà di tutti si difende salvaguardando l’integrità dell’avvocatura.