Dirigente o semplice impiegato del Comune di Bologna, l'abbonamento del trasporto pubblico anche per il 2012 verrà scontato da 300 a 115 euro
L’ok è arrivato nel tardo pomeriggio, prima con l’approvazione della delibera stessa (21 Sì – sindaco, Pd, Sel e Idv ; 11 No – Pdl, Lega Nord, Bo2016 ; 2 astensioni – M5S ), poi con il voto per la sua immediata esecutività (23 Sì – sindaco, Pd, Sel, Idv, M5S – 11 No – Pdl, Lega Nord, Bo2016).
Così in tempi di crisi, il privilegio di un’agevolazione non da poco come questa si ripete. Stando a un’inchiesta diilfattoquotidiano.it dell’estate scorsa proprio sul tema costo dei trasporti per i dipendenti pubblici, era emerso dai dati forniti da Atc che gli abbonamenti in convenzione del trasporto pubblico con i dipendenti di Palazzo d’Accursio erano1.408.
Dall’inchiesta era emerso che i dipendenti comunali e i dirigenti (senza distinzione) possono usufruire di diversi pacchetti scontati oltre il 50%. L’abbonamento annuale urbano (il solito abbonamento a 300 euro prezzo pieno), per i lavoratori del Comune costa 115 euro.
Agevolazioni di questo tipo, sebbene non ancora rilevate con gli stessi termini di gravità, sono presenti in varie città di Italia: da Roma a Torino, passando per Pescara e Ferrara, perché trovano origine in un decreto del 1998 voluto dall’allora ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, governo Prodi, varato per facilitare l’utilizzo di mezzi pubblici e diluire il traffico. Secondo Federconsumatori però, “è un privilegio che non trova alcuna ragion d’essere”. Il presidente, Rosario Trefiletti “sono forme corporative, sbagliate dal punto di vista sociale, culturale ed economico. Devono essere abolite, perché le uniche forme di agevolazioni devono essere legate al reddito o all’anzianità, non a chi opera nel settore. Ancor più se stiamo parlando del settore pubblico – e aggiunge – Condanno assolutamente questo tipo di provvedimenti e chi le applica, e non si spiega perché un dipendente, ancor più se un dirigente, debba poter usufruire di sconti rispetto ai normali cittadini”. Per Trefiletti, l’origine di queste facilitazione è da ricercare in una peculiarità italiana, il corporativismo: “ quello delle agevolazioni corporative, è un antico vezzo italico, molto presente in tutti i settori. Basti pensare alle Ferrovie italiane”. Come funziona nello specifico?
In pratica, se ipoteticamente il direttore generale del Comune, che guadagna 161 mila euro lordi annui, volesse un abbonamento Atc, lo pagherebbe (o forse lo ha già pagato e da ieri con certezza lo pagherà anche il prossimo anno) meno della metà di quello che pagherebbe un precario o 105 euro in meno rispetto a uno studente. Il Comune per il solo rimborso di questo abbonamento dimezzato che in 1.171 dipendenti hanno scelto, spende (direttamente o tramite Atc, di cui è principale azionista) 216 mila euro. Dopo la votazione di ieri lo stanziamento, a quanto pare, è quasi raddoppiato.
Anche se per avere prezzi ancor più scontati sarebbe meglio farsi assumere in Regione. Lì la convenzione tra Regione e Atc consente ad un dipendente di pagare un abbonamento annuale 38 euro e a un dirigente 50 euro, senza alcuna differenza di inquadramento né di reddito. Nel 2011 sono stati sottoscritti 1.900 gli abbonamenti per una cifra che sta tra i 475mila e i 486 mila euro.
Anche a Palazzo Malvezzi, sede la Provincia di Bologna, non se la passano male: 50 euro per i dipendenti semplici, senza però agevolazioni per i dirigenti.
Un sistema di sconti e di autoagevolazioni mai messo in discussione e che si ripete di anno in anno, proprio nei giorni in cui la questione del costo dei mezzi pubblici è stata al centro delle contestazioni dei precari di Santa Insolvenza, che nel corso di una fiaccolata per le vie del centro storico hanno impacchettato in segno di protesta i gabbiotti Atc di via Lame e del punto vendita di via Rizzoli: “oggi Atc ha deciso di imbarcarsi nel folle progetto del People Mover, milioni e milioni buttati via che però costringono tutti i cittadini a pagare biglietti dai costi altissimi”. Ad eccezion fatta, aggiungiamo noi, dei dipendenti pubblici di Comune, Provincia e Regione.