Le frizioni sono iniziate con le occupazioni degli indignati e proseguite con il People Mover. Ora Sel si è astenuta anche sulla fusione tra le ferrovie regionali e l'Atc. Ma il partito di Bersani ha grossi problemi anche al suo interno
Il primo guaio arriva di buon mattino per la maggioranza che sostiene il sindaco Virginio Merola. In commissione affari istituzionali l’opposizione stamattina ha chiesto il ritiro della delibera per l’approvazione della fusione Atc-Fer prevista per oggi. Il Pd ha votato compatto, Sel invece si è astenuta provocando il pareggio in aula: 12 a 12. E poteva andare anche peggio al Pd, vista l’assenza, casuale, di un consigliere del Pdl, Patrizio Gattuso, uscito dall’aula per telefonare.
La vicenda tragi-comica era iniziata quando il Movimento 5 Stelle aveva richiesto il parere sulla fusione da parte dei revisori dei conti del Comune. Lì è esploso il putiferio. I revisori hanno fatto notare “la totale assenza della documentazione patrimoniale e finanziaria della Fer”. Insomma i controllori dei conti non conoscono la situazione patrimoniale della società a quasi completa proprietà regionale (92%) che andrebbe a fondersi con l’Atc bolognese.
Dopo il voto con pareggio dunque, quando il consigliere Pdl Lorenzo Tomassini ha chiesto di sospendere la delibera, il panico si è diffuso tra le file della maggioranza e di tutti i consiglieri: “Che fare per non fare saltare la fusione?”. Così è stato chiamato il segretario generale a sbrogliare la matassa: “In caso di parità di voti la mozione d’ordine è da considerare non approvata. Come se non fosse mai avvenuta (sic)”, ha detto il segretario. Il pareggio insomma ha invalidato la votazione.
Il consigliere d’opposizione Stefano Aldrovandi allora ha rilanciato con una mozione leggermente diversa e si è tornati al voto. A questo punto è scattata una chiamata alle armi dei consiglieri di maggioranza assenti, Angelo Marchesini e Francesco Critelli, che sono arrivati trafelati.
Di nuovo i ribelli di Sel si sono astenuti. Sono “come Ponzio Pilato”, sibilavano dalle file del Pd. Il sindaco Merola ha poi detto quasi sarcastico: “C’era il problema di rassicurarli che era legittima la procedura. È anche vero che molti sono consiglieri nuovi e sapere tecnicamente che in quel caso non è obbligatorio il parere dei revisori dei conti. Non è che uno lo deve sapere per forza”.
La questione è stata quindi rimandata al tardo pomeriggio in consiglio comunale, dove Sel però si è allineata e in serata inoltrata ha votato a favore della fusione. “Nella maggioranza siamo tutti favorevoli – spiega la consigliera Cathy La Torre – stamattina non ci siamo astenuti sul merito”. Ma a segnalare i malumori c’è la risposta della giovane consigliera vendoliana al primo cittadino. “Se noi siamo giovani e nuovi, anche Merola è nuovo nel suo ruolo”.
Più tardi, nella guerra fredda interna alla maggioranza di centrosinistra, si consuma un’altra piccola scaramuccia. Stavolta la questione riguarda la partecipazione delle famiglie gay nella Consulta comunale per la famiglia. Domani ci sarebbe dovuta essere la riunione per ammettervi due associazioni delle famiglie arcobaleno. Alcuni altri gruppi però, già appartenenti alla Consulta, avevano minacciato di abbandonare. Oggi, alla notizia del rinvio della riunione di domani (per la richiesta di una ulteriore associazione di entrare nella Consulta) il sindaco ha esclamato “Bene, bisogna fermarsi a riflettere”. La leader dei vendoliani,invece, l’assessore Amelia Frascaroli, ha sottolineato un altro distinguo: “Il Comune deve essere un po’ come la mamma, non butta fuori nessuno. Un’istituzione deve essere capace di tenere dentro tutte le voci possibili”.
Insomma, con quello sulla fusione Atc-Fer i punti di contrasto tra le componenti della maggioranza sono diventati quattro. Alcune settimane fa il sindaco aveva usato parole dure contro le occupazioni di due edifici nel pieno centro cittadino a pochi metri da Piazza Maggiore: “Hanno piacere a finire sui giornali con le occupazioni illegali? Ci finiranno anche per gli sgomberi”. Le parole del primo cittadino avevano fatto fibrillare gli alleati di Sel che subito avevano ribattuto: “Lavoreremo in consiglio comunale per fermare lo sgombero”. In poche ore Merola aveva tuttavia fatto una parziale marcia indietro. Prima aveva trovato un accordo (e una nuova sede comunale) per una parte degli occupanti, gli indignati più vicini a Sel, ma contemporaneamente non aveva mosso un dito per evitare lo sgombero dei giovani di Santa Insolvenza, che avevano occupato un vecchio cinema.
Intanto oggi a palazzo d’Accursio Merola ha dovuto incontrare i consiglieri del Pd. Anche dentro il suo partito infatti, alcuni consiglieri in settimana avevano fatto capire di non apprezzare il metodo con cui la giunta stava portando avanti la questione del People mover. Oggi, presente anche il segretario provinciale del partito Raffaele Donini, alla fine del plenum dei democratici, il sindaco ha dichiarato che sostanzialmente è tutto apposto: “C’è solo una esigenza di maggiore informazione e maggiori contatti con la giunta e il sindaco”.
Poi a una domanda di chi scrive sulla posizione della Sab, la società aeroporto, riguardo all’ingresso nell’affare Marconi express-People mover, Merola si è visibilmente alterato: “La sua è una domanda capziosa. In Sab c’è un consiglio di amministrazione che valuterà il piano economico-finanziario che sarà presentato entro il 16 gennaio. Prima non può. Questo clima di sospetto deve finire in questa città”. Poi, a proposito di sospetto, ha continuato: “Capisco che qui ci sono precedenti come il Civis, dove infatti è intervenuta la magistratura”.
Peccato che la magistratura, sia quella contabile che quella ordinaria, abbiano già da tempo acceso i fari anche sul People Mover.
di David Marceddu e Ilaria Giupponi