Uno è l’avvocato dell’imputato. L’altro è l’avvocato del testimone d’accusa. Ma lavorano nello stesso studio legale londinese e oggi, al processo Mills che vede imputato Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari, si sono trovati d’accordo sulla strategia da adottare. Ottenendo un rinvio dell’udienza in un processo che va rapido verso la prescrizione, che scatta a febbraio del 2012. In piena sintonia con l’obiettivo perseguito dai colleghi italiani che difendono l’ex premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo.
James Lewis è il legale di David Mills, l’avvocato inglese condannato in appello per essere stato corrotto con 600 mila dollari da Berlusconi perché fornisse testimonianze reticenti ai processi per le tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian. Il reato è stato poi dichiarato prescritto in Cassazione. James Hines è il legale britannico di Berlusconi, chiamato ora a rispondere di quello stesso fatto dopo aver goduto temporaneamente dell’immunità garantita dal “lodo Alfano”, poi dichiarato incostituzionale. Lewis e Hines sono entrambi in forza nello studio londinese Three Raymond Building, specializzato in casi di corruzione e in diritto internazionale. E in passato hanno lavorato in tandem a un medesimo caso.
Nell’udienza al Tribunale di Milano, i due legali si sono associati nella richiesta di rimandare ad altra data la testimonianza di Mills. Lewis ha sostenuto che il suo cliente avrebbe dovuto sapere in anticipo gli argomenti specifici della deposizione, al contrario di quanto prevede la procedura italiana. Nel farlo, l’avvocato ha sottolineato che la deposizione “non dovrebbe essere un’inquisizione”, perché svolta “in un processo e non durante un’indagine”. E il collega Hines, intervenendo per Berlusconi, ha sottoscritto la richiesta di rinvio.
Richiesta peraltro ben accetta da Ghedini e Longo, che hanno chiesto che Mills fosse ascoltato come imputato di reato connesso, quindi libero di non rispondere a determinate domande, e non come testimone semplice, obbligato dunque a dire la verità sempre e comunque, pena l’incriminazione per falsa testimonianza. Tesi, quest’ultima, sostenuta dall’accusa, rappresentata dal pm Fabio De Pasquale.
Risultato finale: la corte si è riservata di decidere e il processo è stato rinviato al 19 dicembre. Tre udienze previste sono state cancellate – quelle del 5, 6 e 10 dicembre – perché il nodo dev’essere sciolto prima dell’ascolto di altri testimoni e dello stesso Berlusconi (previsto appunto per il 5). “Slitterà” perciò anche la sentenza, che era prevista il 16 gennaio. A febbraio il processo contro Silvio Berlusconi cadrà in prescrizione.
Giustizia & Impunità
Divisi ma uniti: l’avvocato di Berlusconi
e quello di Mills lavorano nello stesso studio
James Hines difende l'ex premier, imputato. James Lewis è il legale del testimone d'accusa. Entrambi fanno parte del team londinese Three Raymond Building. Insieme hanno ottenuto il rinvio dell'udienza chiave al processo contro l'ex premier. Che si avvia rapido verso la prescrizione
Uno è l’avvocato dell’imputato. L’altro è l’avvocato del testimone d’accusa. Ma lavorano nello stesso studio legale londinese e oggi, al processo Mills che vede imputato Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari, si sono trovati d’accordo sulla strategia da adottare. Ottenendo un rinvio dell’udienza in un processo che va rapido verso la prescrizione, che scatta a febbraio del 2012. In piena sintonia con l’obiettivo perseguito dai colleghi italiani che difendono l’ex premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo.
James Lewis è il legale di David Mills, l’avvocato inglese condannato in appello per essere stato corrotto con 600 mila dollari da Berlusconi perché fornisse testimonianze reticenti ai processi per le tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian. Il reato è stato poi dichiarato prescritto in Cassazione. James Hines è il legale britannico di Berlusconi, chiamato ora a rispondere di quello stesso fatto dopo aver goduto temporaneamente dell’immunità garantita dal “lodo Alfano”, poi dichiarato incostituzionale. Lewis e Hines sono entrambi in forza nello studio londinese Three Raymond Building, specializzato in casi di corruzione e in diritto internazionale. E in passato hanno lavorato in tandem a un medesimo caso.
Nell’udienza al Tribunale di Milano, i due legali si sono associati nella richiesta di rimandare ad altra data la testimonianza di Mills. Lewis ha sostenuto che il suo cliente avrebbe dovuto sapere in anticipo gli argomenti specifici della deposizione, al contrario di quanto prevede la procedura italiana. Nel farlo, l’avvocato ha sottolineato che la deposizione “non dovrebbe essere un’inquisizione”, perché svolta “in un processo e non durante un’indagine”. E il collega Hines, intervenendo per Berlusconi, ha sottoscritto la richiesta di rinvio.
Richiesta peraltro ben accetta da Ghedini e Longo, che hanno chiesto che Mills fosse ascoltato come imputato di reato connesso, quindi libero di non rispondere a determinate domande, e non come testimone semplice, obbligato dunque a dire la verità sempre e comunque, pena l’incriminazione per falsa testimonianza. Tesi, quest’ultima, sostenuta dall’accusa, rappresentata dal pm Fabio De Pasquale.
Risultato finale: la corte si è riservata di decidere e il processo è stato rinviato al 19 dicembre. Tre udienze previste sono state cancellate – quelle del 5, 6 e 10 dicembre – perché il nodo dev’essere sciolto prima dell’ascolto di altri testimoni e dello stesso Berlusconi (previsto appunto per il 5). “Slitterà” perciò anche la sentenza, che era prevista il 16 gennaio. A febbraio il processo contro Silvio Berlusconi cadrà in prescrizione.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - In Ucraina "un popolo coraggioso combatte contro una brutale aggressione". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi. Io lo conosco, e scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l'Europa come distante, lontana. Io vi dico: non è così". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio alla convention Cpac a Washington.