Se va tutto bene, non ci andate bene. I dipendenti pubblici del Comune di Bologna si sono visti decurtare ulteriormente il premio di produttività al 33% e non ce l’hanno fatta più: oltre 100 persone munite di fischietti e bandiere,  appartenenti ai sindacati confederali, si sono riversate a Palazzo d’Accursio, dove era in corso il consiglio comunale, per chiedere un incontro col sindaco Virginio Merola. Nella busta paga di novembre, infatti, invece del 40% del premio di produttività del 2009 ottenuto nel luglio scorso e promesso dal primo cittadino, i 4.500 dipendenti dell’amministrazione hanno visto la cifra del premio salariale scendere al 33%.

E proprio contro queste promesse non mantenute, si sono scagliati i dipendenti, che hanno srotolato uno striscione evocando uno degli slogan della campagna elettorale di Merola: “Se per voi va tutto bene, allora non ci andate bene. La seduta del consiglio viene sospesa, i dipendenti iniziano a cantare l’inno nazionale, ma il sindaco non si fa vedere e manda avanti l’assessore Matteo Lepore, nella duplice veste di coordinatore della Giunta e di assessore con delega al Lavoro, accompagnato dal consigliere Maurizio Cevenini.

Non è la prima volta che il primo cittadino non affronta i suoi dipendenti. Stessa scena a luglio. Ad appena due mesi dall’insediamento a Palazzo d’Accursio, il blocco e la decurtazione del 60% del premio di produzione dei dipendenti pubblici, aveva scatenato una protesta da parte delle Usb, ripresa oggi da Cigl, Cisl e Uil che fino a una settimana fa avevano sperato in un errore. Alla richiesta di “una risposta in tempi rapidi” è seguito il silenzio da parte dell’amministrazione e allora i dipendenti della Funzione Pubblica le risposte se le sono venute a prendere.

Ma il sindaco, che dall’inizio del mandato aveva assunto volontariamente la delega per i rapporti con il personale, non si manifesta “si fa di nebbia anche stavolta”, protestano i lavoratori. “Deve venire qui, non solo perché rappresenterebbe politicamente le persone che l’hanno eletto, ma anche perché siamo suoi dipendenti. Non è corretto questo comportamento”, spiega Federico Bernardi, delegato Cgil. Michele Vannini, segretario della Funzione pubblica per la Cgil, denuncia: “Un tavolo tecnico c’è già, ma a ogni nostra domanda ci rispondono con un non-si-può-fare. Chiediamo un impegno concreto per risolvere immediatamente questa situazione gravissima. Il sindaco si era impegnato a erogare almeno il 40% del premio, riservandosi addirittura di trovare il modo per un ulteriore aumento del 20% ”. E sulla busta paga invece, “l’amara sorpresa” (come è stata definita dalle sigle sindacali), priva di spiegazioni.

La discussione viene portata fuori dall’aula consiliare, e qui le persone si sfogano con gli assessori: “E’ indegno diminuire del 60 per cento la produttività a persone che prendono mediamente mille euro al mese”. Un’altra lavoratrice si rivolge a Lepore: “Ci fate venire qui a chiedere 90 euro: nemmeno i soldi del vostro gettone della seduta di consiglio”. Sono “snervati”, “sfiniti” e senza nemmeno le garanzie per il Fondo della produttività dell’anno prossimo. Il punto è chiaro: “Ci sentiamo presi in giro. Ogni soluzione promessa a parole, è stata smentita il giorno dopo dalle stesse parole. Ricordiamo che la chiusura contabile avviene ai primi di dicembre, quanto e cosa dovremo aspettare?”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

La poliziotta-scrittrice: “Sull’assalto alla Diaz assoluzioni dubbie”

next
Articolo Successivo

Ingroia: “Nel Nord Italia, corruzione e mafia due facce della stessa medaglia”

next