Eccola di nuovo qui la riprova della lotta alla mafia condotta da un governo con tanti paroloni, pochi fatti e pluri autocelebrazioni per arresti di latitanti, merito in realtà di magistrati e forze di polizia (malpagate). La legge di stabilità firmata dall’esecutivo Berlusconi prevede per il 2012 quasi l’azzeramento del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, del racket e dell’usura.
Scende da oltre 12 milioni a poco più di 2 milioni di euro. Una mancia.
E’ un altro segnale fortemente negativo: si lasciano sole persone che sulla propria pelle hanno pagato il prezzo della pervasività della criminalità organizzata e della scelta coraggiosa della denuncia.
A Casalecchio di Reno( Bologna), l’associazione Libera, in prima fila il presidente don Luigi Ciotti, e “Politicamente scorretto”, la rassegna di impegno civile curata da Carlo Lucarelli, hanno lanciato un appello al nuovo esecutivo perché riveda il provvedimento dell’ex governo.
Un appello che sottoscrivo: “La lotta alle mafie dovrebbe essere considerata una delle priorità dell’azione di qualunque governo di questo paese. Il prezzo che l’Italia paga alla criminalità organizzata in termini civili, morali, politici ed economici è tale da rappresentare uno degli ostacoli principali al nostro sviluppo. Per questo ogni sforzo impiegato a contrastare le mafie non deve essere considerato un costo quanto un investimento, ancora più urgente e importante proprio in un periodo di ristrettezze e di riforme. Il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’ usura rappresenta non solo il doveroso intervento dello Stato a fianco di cittadini che già hanno sofferto e spesso contrastato la criminalità organizzata, ma anche uno degli strumenti più efficaci per combatterla”. Tra i primi firmatari, Pina Maisano Grassi, Gian Carlo Caselli e Nando Dalla Chiesa.
I soliti noti obietteranno che c’è la crisi e i tagli sono inevitabili. Vero. Ma dipende quali. Non certamente quelli che tolgono linfa a una battaglia di cui siamo costretti ancora a parlare perché la classe politica che si è succeduta dal dopoguerra a oggi non l’ha mai voluta vincere.
Troppe collusioni, complicità, convenzienze, ecc, ecc.
Il governo Monti se vuole segnare una discontinuità nella lotta alla mafia, cominci a ripristinare i soldi che erano destinati al Fondo. Magari prendendoli da quelli per i partiti sotto la voce “rimborsi elettorali”, dato che un referendum del 1993 ha abolito il finanziamento. Solo nel 2011 i partiti hanno ottenuto 180 milioni di euro.
Oppure riveda l’accordo con chi ha goduto dello scudo fiscale, pagando un misero 5%. In questo modo, pagherebbe un po’ di più chi ha commesso un reato e non chi è vittima.