Dall’arte impressionista al kebab con patatine fritte. Il percorso professionale di Stefano Strini, genero di Callisto Tanzi, non poteva che essere in discesa. Prima i quadri di Van Gogh, Picasso, Monet e Manet dal valore di oltre 100milioni di euro nascosti nel sottoscala per volere del suocero e ritrovati nel 2009; ora una splendida kebbaberia con tanto di girarrosto e fornetto per le pizze.
Quarantenne, parmigiano, il marito di Laura, secondogenita dell’ex patron Parmalat, era stato imprenditore metalmeccanico (la sua impresa era controllata al 51% della Parmalat) e nel giugno del 2011 era stato formalmente indagato per ricettazione rispetto alla vendita di uno dei quadri del caveau di Tanzi per una cifra attorno ai 200 milioni di euro.
Ora, invece, è tempo di panini. Sempre ramo alimentare. Una volta sbriciolatosi l’impero del latte e i suoi derivati, il riciclaggio professionale per una degna sopravvivenza tocca anche a Strini. Sorte a dire il vero piuttosto diversa dai rampolli Tanzi: perché se Laura, la moglie di Strini era sempre rimasta distante dai disgraziati affari del papà, i figli di Callisto Tanzi dopo i favolosi anni novanta si erano comunque risistemati con impieghi di buon livello (Francesca Tanzi dall’impero turistico di Parmatour a direttrice dell’hotel Blue Dream Hotel di Monselice; Stefano Tanzi, ex presidente del Parma Calcio ha trovato impiego come consulente in un’altra grossa ditta alimentare).
Strini ha invece scelto l’attività e il rischio in proprio. Pochi metri quadrati nel quartiere popolare dell’Oltretorrente, con una vetrinetta di leccornie per una sostanziosa cena. Alle spalle il girarrosto del kebab, piatto etnico take away che ha fatto parecchio discutere in città, tanto che pochi mesi fa il sindaco Vignali aveva chiesto alla Regione di controllare la diffusione eccessiva di negozi etnici.
Crisi o non crisi, Strini si è rimboccato le maniche e a puntato sulla qualità del prodotto: “In un negozio di kebab le persone si preoccupano soprattutto di tre cose: igiene, pulizia e provenienza dei prodotti”, ha spiegato Strini alla Repubblica Parma, “ma io uso pochi intrugli: solo carne di pollo e tacchino, e farina pregiata per preparare i panini freschi”. E semmai l’omaggio di una merendina Mister Day per rendere omaggio ai fasti alimentari del suocero.
d.t.