“Molto bene”. Con queste parole a sera ormai inoltrata il premier Mario Monti commenta il vertice dell’Eurogruppo appena conclusosi a Bruxelles. ”C’è grandissima fiducia” da parte dell’insieme dei membri europei sugli impegni assunti da Mario Monti che tra l’altro “conosciamo molto bene”, ha detto da parte sua Didier Reynders, ministro delle Finanze del Belgio ripetendo quanto affermato dal commissario Olli Rehn: “Il presidente del Consiglio italiano ha ‘sottolineato con chiarezza nella riunione dell’eurogruppo che il governo italiano assumerà le necessarie decisioni per arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 così come convenuto con i partner Ue”. Si tratta di una misura “essenziale per garantire stabilità finanziaria, fiducia agli operatori e per invertire la tendenza negativa del debito”. Ci rallegriamo “del programma di consolidamento fiscale e misure per la crescita”. Reynders ha fatto capire che Monti non è entrato nei dettagli delle misure allo studio: il governo italiano – ha detto – presenterà lunedì le prime misure e poi “fornirà maggiori dettagli” sui provvedimenti nel Consiglio europeo dell’otto e nove dicembre prossimo.
La correzione dei conti pubblici è destinata a diventare più corposa: da un’ipotesi iniziale che prevedeva un intervento di circa 13 miliardi si passa infatti a circa 25, inclusi i quattro della delega fiscale. E un primo esempio dei sacrifici che dovranno essere fatti arriverà dal Parlamento: sistema contributivo per tutti i ‘nuovi’ eletti e in pensione più tardi. I presidenti di Camera e Senato, ad esempio, hanno deciso di far partire il metodo contributivo dal primo gennaio prossimo per i vitalizi. E di mandare senatori e deputati in pensione più tardi. Una novita che dà l’idea di un progetto battistrada che anticipa le ipotesi che potrebbero arrivare per tutti i cittadini.
Ma in questo momento c’è anche da valutare il deciso peggioramento delle previsioni per l’Italia (l’Ocse prevede la recessione nel 2012 con il Pil in caduta dello 0,5%) e il costo dei maggiori rendimenti spuntati nelle aste dei titoli di Stato.
Secondo le ultime indiscrezioni, mercoledì scorso il premier Monti nel vertice con la commissione Ue e con Merkel e Sarkozy avrebbe ribadito due impegni: pareggio di bilancio in Costituzione e organismo indipendente di controllo sui conti pubblici. Infatti sono previsti dal nuovo testo di riforma dell’articolo 81 della costituzione portato in aula alla Camera dal comitato ristretto. Il sì dall’Assemblea di Montecitorio arriverà domani mentre per il Senato è previsto un iter rapido. La costituzionalizzazione del rigore finanziario, prevista dal Patto Europlus dello scorso marzo, è diventato ancora più cogente ora che l’Italia vuole convincere i partner Ue che la strada imboccata non è reversibile e non dipende da uno o un altro governo. Ciò può convincere la Germania ad aprire a strumenti come gli Eurobond o un ruolo più forte del Fondo salva-Stati (Efsf).
Il nuovo articolo 81 della Costituzione prevede che “lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”. “Il ricorso all’indebitamento – precisa poi il testo – non è consentito se non al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e previa autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, e al verificarsi di eventi eccezionali”.
La novità principale è l’introduzione di un “organismo indipendente” di controllo dei conti pubblici. La riforma demanda ad una legge ordinaria di attuazione alcuni futuri compiti, tra cui “l’istituzione di un organismo indipendente presso il Parlamento al quale attribuire dei compiti di analisi, verifica e valutazione in materia di finanza pubblica, con organizzazione e funzionamento disciplinato dalle Camere”. Ciò ha fatto storcere il naso a molti deputati che hanno visto un depauperamento del ruolo del Parlamento. Tutti i dati che emergeranno dal nuovo organismo, ha sottolineato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, “non saranno di proprietà del Parlamento, ma del Paese e dell’Unione europea. Queste son verità nuove della nostra vita amministrativa a cui dobbiamo abituarci”.
Una polemica ha riguardato la Corte dei Conti. Il presidente Luigi Giampaolino ha inutilmente chiesto, in una lettera, che fosse mantenuto il compito affidato alla sua Corte dal precedente testo della riforma, quello di poter sollevare il conflitto di attribuzione presso la Consulta per le leggi non coperte.
Si va intanto definendo meglio il pacchetto di interventi legati alla previdenza: blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni per il 2012 (vale 5-6 miliardi ma già i pensionati della Cgil dicono ‘no’) e l’aumento di due punti delle aliquote per i lavoratori autonomi (ora al 20-21% molto inferiore rispetto al 33% dei dipendenti) per fare cassa. Poi aumento dell’età per le pensioni di anzianità anche oltre i 40 anni, un anticipo delle misure previste per portare l’età delle donne a 65 anni (ora prevista al 2026 che invece sarebbe al regime nel 2020). Ma dall’Europa le richieste (11 miliardi circa quelli indicati nel rapporto di Olli Rehn) sono ancora tante e riguardano, ad esempio, la maggior flessibilità in uscita nel mercato del lavoro (articolo 18).
Per quanto riguarda la delega fiscale il percorso è tracciato: entro fine gennaio 2012 dovrebbe esserci l’approvazione della delega. In ogni caso se non si metterà mano alla revisione e al taglio delle agevolazioni fiscali entro il 30 settembre 2012, scatterà automaticamente il taglio lineare per 4 miliardi di euro il prossimo anno di 16 miliardi nel 2013. Ma il tavolo presieduto da Vieri Ceriani, ora sottosegretario all’Economia, ha già ben evidenziato che esistono sconti più importanti, che quindi è più difficile tagliare, e sconti che valgono per ‘pochi intimi’ o per pochi spiccioli ciascuno. Quindi sui famosi 4 miliardi si sta ancora ragionando anche per evitare un taglio ‘lineare’, cioè generalizzato su tutte le voci. Ipotesi sulla quale Ceriani ha lavorato di recente.
Note anche le altre misure allo studio: Ici sulla prima casa, patrimoniale (Silvio Berlusconi continua a dire no perchè si deprimerebbero i prezzi delle abitazioni di oltre il 10%), aumento dell’Iva (non la vogliono i rappresentanti del commercio). Ma anche liberalizzazioni (ordini), privatizzazioni (5 mld l’anno) accompagnati da misure di equità e crescita (ad esempio più lavoro e meglio retribuito per giovani e donne).
Insomma la situazione è complessa e ben lo sa il premier che infatti spiega: “Le linee di una complessa politica economico-sociale” saranno presentate “nei prossimi giorni”. E’ già infatti noto che il pacchetto (forse il primo di due) arriverà lunedì prossimo 5 dicembre per l’esame del Consiglio dei ministri. Poi un esame lampo in Parlamento dove la manovra arriverebbe di fatto ‘blindata’ e la conversione in legge. Il tutto per per mettere all’Italia di uscire da una situazione “molto difficile”.