Alta tensione sui titoli di stato italiano, i cui rendimenti sono tutti sopra la soglia “psicologica” del 7%. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi è tornato a salire sopra quota 510 punti base, per poi scendere a 490 dopo la chiusura dell’asta dei Btp conclusasi in mattinata. Lo scopo era quello di piazzare sul mercato titoli a medio e lungo termine (di scadenze compresa tra 3 e 10 anni) per un importo complessivo di circa 8 miliardi di euro: intento raggiunto, ma con tassi in forte rialzo. Il nuovo Btp triennale novembre 2013 con cedola 6% è stato infatti venduto in asta a un rendimento del 7,89%, massimo dal 1997. Il Btp marzo 2022 in asta oggi è stato venduto per 2,5 miliardi, il massimo che il Tesoro voleva collocare, a un rendimento del 7,56%. Il titolo al settembre 2020, collocato per 1,499 miliardi, ha raggiunto il 7,28%.

Dopo la seduta decisamente positiva di ieri (con Parigi a guidare i rialzi a +4,90%), oggi i listini europei sono piatti. Il Ftse Mib chiude a 14.627,37 punti (+0,34%), sostenuta da Azimut (+4,32%), Tenaris (+2,99%), Buzzi (+2,8%) e Mediaset (+2,19%). Bene tra i bancari Intesa Sanpaolo (+1,13%) e tra gli assicurativi Generali (+1,43%), mentre scivola Fonsai (-2,56%), il cui consiglio di amministrazione è in corso per decidere eventuali misure di efficientamento del capitale (capital management). In calo frazionale Londra e Madrid (-0,2%) entrambe, mentre Francoforte ed Amsterdam salgono dello 0,2% e Parigi si mantiene stabile. Ma il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble lancia un nuovo allarme: nelle prossime settimane Italia e Spagna avranno bisogno di “essere rifinanziate in misura straordinariamente elevata”.

Segnali di scarso ottimismo nei confronti dell’Europa erano già arrivati ieri: il primo da parte dell’agenzia di rating Moody’s, secondo cui le probabilità di più default fra i paesi dell’area euro “non sono più insignificanti”, l’altro dal presidente Usa Barack Obama, che ieri a Washington ha ricevuto il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. “La fiducia nella capacità dell’Europa di risollevarsi dalla crisi – ha detto Obama – non è un assegno in bianco. Se la crescita europea si contrae, per noi è un enorme problema”. La crisi del debito della zona euro è stato dunque all’ordine del giorno dell’incontro, durato circa due ore, tra il presidente Usa, il segretario di Stato americano Hillary Clinton, il segretario al Tesoro Timothy Geithner e i rappresentanti europei. L’amministrazione Obama ha criticato il lento processo di decisione politica a livello di Ue, mentre l’Europa ha esitato davanti alle critiche di Washington, che comunque sta attraversano una crisi del debito.

L’agenzia di rating statunitense Fitch ha confermato il massimo voto al rating al debito Usa (tripla A) ma ha rivisto al ribasso le previsioni, prevedendo un outlook negativo a causa della lenta crescita e dall’aumento del debito. Moody’s invece ha avviato la revisione per un possibile downgrade del rating sul debito subordinato e sul Tier 3 di 87 banche europee in 15 paesi, tra cui Spagna, Italia, Austria e Francia.

Il presidente del Consiglio Mario Monti è volato oggi a Bruxelles per partecipare al suo primo Eurogruppo, che riunisce i titolari del Tesoro dei Paesi dell’Eurozona, durante il quale verrà presentato il primo rapporto del commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn sull’Italia. Domani è previsto l’Ecofin, il vertice dei ministri delle finanze europei: l’esponente tedesco Wolfgang Schaeuble anticipa già che nelle prossime settimane Italia eS pagna avranno bisogno di “essere rifinanziate in misura straordinariamente elevata”.

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