Secondo gli esperti nominati dalla corte distrettuale di Oslo, l'estremista di destra non può essere considerato responsabile della duplice strage del 22 luglio in Norvegia, in cui morirono 77 persone
Anders Behring Breivik era incapace di intendere e di volere. Per questo motivo, non può essere considerato responsabile della duplice strage del 22 luglio in Norvegia, in cui morirono 77 persone. E’ quanto sostengono Synne Serheim e Torgeir Husby i due psichiatri incaricati dalla corte distrettuale di Oslo di valutare il giovane fanatico di estrema destra, reo confesso di aver piazzato un’autobomba nel centro di Oslo e di essersi poi recato sull’isola di Utoya, dove si teneva il campo estivo dei giovani laburisti, aprendo il fuoco sulla folla e ammazzando a fucilate i giovanissimi partecipanti del seminario.
Il 14 novembre scorso, Breivik era apparso di fronte al giudice Torkjel Nesheim che aveva prorogato il carcere preventivo nel carcere di massima sicurezza di Ila, a pochi chilometri dalla capitale norvegese. L’uomo aveva ammesso di essere l’autore del duplice attacco, ma si era detto ‘non colpevole’, perché le sue azioni sono state “atroci ma necessarie”. Oggi l’ultimo sviluppo della vicenda giudiziaria: gli esperti psichiatrici, infatti, hanno ritenuto che l’autore degli attacchi non era in possesso delle sue facoltà mentali al momento dei fatti. Quindi va internato in un istituto psichiatrico e non recluso in un carcere. A riferirlo per primo è stato il sito internet del giornale Verdens Gang.
I risultati della perizia psichiatrica saranno presentati dal procuratore in una conferenza stampa: nelle 240 pagine del rapporto, i due psichiatri affermerebbero che il giovane fanatico soffriva di una “psicosi” che alterava la sua capacità di giudizio. La perizia deve ancora essere esaminata da una commissione medica legale e spetterà comunque al giudice decidere se Breivik sia perseguibile o meno per la duplice strage, ma in Norvegia è prassi che il tribunale ascolti il parere degli esperti. Se il giudizio dei medici venisse avallato dai magistrati, il giovane fanatico eviterebbe la prigione e verrebbe rinchiuso in un centro di cure psichiatriche.