Un esercito di 1.400 agenti intenuta antisommossa ha sgomberato nella notte tra martedì e mercoledì centinaia di “indignati” che da due mesi si sono accampati davanti al municipio di Los Angeles seguendo l’esempio della protesta “Occupy Wall Street” di New York.
Già lunedì scorso il sindaco della città, Antonio Villaraigosa, aveva ordinato lo sgombero dell’accampamento entro la mezzanotte. Ma dopo la scadenza dell’ultimatum gli agenti non erano intervenuti, soprattutto per evitare gli scontri e le violenze verificatisi durante le cariche della polizia a New York, o a Portland, in Oregon, e soprattutto a Oakland, in California, dove il ferimento grave di un veterano della guerra in Iraq ha contribuito ad alimentare l’indignazione e la protesta in molte altre città americane.
Negli ultimi due giorni, circa la metà degli oltre 800 manifestanti che per settimane hanno presidiato il parco davanti al municipio della Città degli Angeli si sono però ritirati volontariamente, così come molti altri se ne sono andati la notte scorsa dopo l’inizio dell’intervento degli agenti. Per il sindaco Villaraigosa, che a più riprese espresso simpatia per i manifestanti riconoscendo loro il merito di aver “portato una necessaria attenzione sulle disparità nel nostro Paese”, è stata di fatto una vittoria. Alcuni “irriducibili” si sono però rifiutati di smobilitare e, secondo quanto ha reso noto un portavoce ufficiale, la polizia ha provveduto ad arrestare circa 200 persone, seppur senza alcun incidente di rilievo.
Uno scenario simile si è ripetuto quasi alla stessa ora anche a Philadelphia, dove sempre con 48 ore di ritardo sulla scadenza dell’ultimatum posto dal sindaco Michael Nutter, la polizia è intervenuta per smantellare l’accampamento degli indignati, eretto anche in questo caso nei pressi del municipio. Neppure qui ci sono stati scontri significativi, ma alcune decine di persone sono state arrestate.
A due mesi e mezzo dall’inizio del movimento nato nello Zuccotti Park di New York, sono dunque pochi i campi che ancora resistono nelle grandi città degli Stati Uniti. Uno dei più significativi è quello di Washington, allestito nei pressi della Casa Bianca, che però secondo voci sempre più diffuse sembra avere ormai i giorni contati a causa di una crescente insofferenza delle autorità locali. In diversi altri casi, inoltre, anche senza l’intervento delle forze dell’ordine numerosi manifestanti stanno prendendo la strada di casa, a causa dell’avanzare dell’inverno e del calo delle temperature.