Nonostante le origini romagnole, la neo sottosegretaria è per molti la leader bolognesi di Comunione e Liberazione. Fautrice dell'apertura senza limiti alle scuole private, referente a Bologna per le scuole settimanali di comunità di CL, nel 2001 con la Moratti al Miur a riformare i sistemi di valutazione scolastica per l'intero paese
Il suo è un curriculum di tutto rispetto: laureata con lode in Filosofia all’Università di Bologna, nel mondo della scuola si è contraddistinta per aver promosso progetti come “La Fisica in moto”, un laboratorio didattico aperto dal settembre 2008 nella sede della Ducati, con il coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori italiane, o come “Bologna rifà scuola”, per “la sensibilizzazione del mondo imprenditoriale sui temi dell’educazione delle nuove generazioni e della responsabilità sociale dell’impresa nell’ambito dell’educazione e della ricerca”. Dal 2001 è stata nominata nel gruppo ristretto di lavoro istituito dall’allora ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, per la predisposizione degli indirizzi concernenti il nuovo sistema di valutazione del sistema scolastico italiano (tutte informazioni disponibili sul suo cv online).
Ma tra gli studenti bolognesi, Ugolini è più conosciuta per la sua anima “meno tecnica”: cioè, ad esempio, per essere una delle referenti più autorevoli delle scuole di comunità, gli incontri settimanali di Cl in cui solitamente vengono commentati i testi di don Giussani. O per la presenza ai ritiri pasquali dei giovani ciellini delle scuole superiori. Inoltre, dal 1990 interviene quasi tutti gli anni al meeting di Rimini come relatrice o moderatrice di dibattiti.
“Diventa urgentissimo che effettivamente in Italia ci sia libertà di educazione, cioè che ci sia la possibilità che nascano e che crescano delle esperienze educative a cui tutti possono mandare i propri figli – diceva ad esempio nell’agosto del 1994 all’allora ministro Francesco D’Onofrio – adesso in Italia c’è formalmente la libertà di educazione, cioè la libertà di fare delle scuole. Ci possono andare i ricchi. Allora io chiedo che ci sia la libertà in Italia di poter scegliere una scuola piuttosto che un’altra, per il tipo di proposta che vi si fa”. Il riferimento era alla possibilità di aprire le scuole private anche alle fasce di reddito più basse.