Dopo gli sviluppi economici degli ultimi mesi, con la propagazione della crisi a tutti i paesi della zona euro e lo spettro del default italiano, la scrittrice ed economista Loretta Napoleoni ha deciso di aggiornare il suo libro. L'ebook sarà disponibile da domani. Oggi, in anteprima su ilfattoquotidiano.it le nuove conclusioni, scaricabili in pdf
Dall’uscita del saggio a settembre infatti “il contagio rivoluzionario ha infettato l’Europa, attraversato l’Atlantico e appestato il mondo intero” e se nei paesi del Maghreb questo si è tradotto nel rovesciamento dei governi non democratici, dalla Tunisia all’Egitto, in Europa ha significato dire basta a una classe politica corrotta e inadeguata di fronte alla crisi dell’euro. “Il 20 ottobre Gheddafi è finito come Mussolini, trucidato dalla sua stessa gente, il 16 novembre Silvio Berlusconi si è dimesso da presidente del Consiglio” e in Grecia Luca Papademos è subentrato a George Papandreou. A questo si aggiunge l’aumento dello spread con l’ipotesi di default multipli nell’eurozona che ha scosso gli assetti finanziari dei paesi. Primi su tutti Grecia e Italia, con l’uscita dei paesi dell’area mediterranea dalla moneta unica.
“L’insediamento di Monti non era previsto nel libro – spiega l’autrice – ma un esecutivo di tecnocrati non potrà migliorare la situazione perché è un governo neoliberista che persegue la stessa politica della Grecia. Abbiamo bisogno di uomini che abbiano la forza di presentare alternative, anziché andare a Bruxelles”. Ad esempio? “Il deficit dei paesi a rischio default è una loro grande forza, non un punto di debolezza. Perché i paesi creditori hanno tutto l’interesse di farsi restituire il denaro che hanno prestato”.
Secondo Napoleoni, la politica di austerity sarà inefficace e i leader come Papandreou hanno “negoziato con la Germania senza parlare ai cittadini, e quindi creato una condizione di sudditanza che risiede nella dipendenza dal direttorio franco-tedesco”. L’Ue, leggiamo nelle nuove conclusioni, “difende a spada tratta l’euro, senza curarsi del fatto che questa politica impoverisce i Paesi mediterranei dell’Unione, portandoli verso il default incontrollato”. La storia, di fatto, insegna: “Meno di un secolo fa gli americani hanno dimostrato la stessa cocciutaggine quando all’indomani del 1929 si sono ostinati a difendere la parità aurea del dollaro, politica che gettava nella miseria milioni di cittadini. Anche il finale di questa storia è noto: crollo delle banche, disoccupazione dilagante e avvento della Grande Depressione”.
Sono proprio i mercati e le piazze a dirci quello “che nessuno di noi vuole sentire: se le cose non cambiano questi Paesi non ce la faranno a sostenere un debito tanto elevato” e abbiamo avuto la conferma che non basta “il cambio della guardia di politici e coalizioni” dato che “l’effetto Monti” è durato meno di una giornata. Il tecnico infatti “non è un prestigiatore né uno stregone, e le misure poste all’Italia sono contrarre la spesa pubblica e aumentare la pressione fiscale. Ma questa politica di austerità porterà alla contrazione delle entrate pubbliche e quindi all’aumento in valori percentuali del debito rispetto al Pil, anche perché gli interessi sul debito rimarranno elevati”. A questo punto non rimane che l’uscita dall’euro o la creazione di una moneta “doppia”: “Dovrebbe essere l’Ue – scrive Napoleoni – ad approvare e guidare l’uscita temporanea dei Piigs dall’euro e la svalutazione delle monete nazionali per riequilibrare le economie, ancor meglio sarebbe creare un euro a due velocità. E stabilire parametri più realistici (e controlli più efficienti) per il reingresso nel futuro”.
“Lo scorso giugno sono stata la prima a parlare di default dell’Italia e nessuno ci aveva creduto”, conclude l’autrice. Ma ora sembra davvero che il contagio, tra lo spread alle stelle e i sacrifici richiesti ai cittadini, sia arrivato a un bivio.
Leggi e scarica in anteprima le nuove conclusioni aggiornate de Il contagio continua