- 17:49 - **Governo: Meloni, 'Musk? Peggio Soros', torna ipotesi inauguration day Trump 'mi piacerebbe'**
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - Difende Elon Musk a spada tratta, guarda i rapporti con gli States fiduciosa, sa che con Donald Trump si profila "un rapporto che si annuncia molto solido, non so se dire privilegiato". La premier Giorgia Meloni affronta la tradizionale conferenza di fine anno, ormai fattasi di inizio, forte del risultato portato a casa con la liberazione di Cecilia Sala: "non ho provato emozione più grande di quando ho chiamato una madre per dire che sua figlia stava tornando a casa", racconta riavvolgendo il nastro. Il lieto fine "è stata una triangolazione complessa con Iran e Stati Uniti d'America, una questione seguita dall'inizio con costanza, mettendo assieme dei tasselli che hanno composto questo puzzle".
Su come si sia arrivati all'epilogo la presidente del Consiglio può dire ben poco, sul destino di Mohammed Abedini Najafabadi, l''uomo dei droni', rimanda "al vaglio tecnico e politico del ministero della Giustizia". Ma è evidente che il blitz in Florida da Trump abbia avuto un ruolo decisivo: per la liberazione della giornalista italiana, anzitutto, ma anche per puntellare un rapporto che potrebbe presto trasformarsi in un sodalizio. Tanto che Meloni, incalzata dai cronisti, non esclude di tornare di nuovo negli States tra 10 giorni appena, quando, il 20 di gennaio, si celebrerà l'Inauguration day e Trump si insedierà nuovamente alla Casa Bianca.
La sua mimica facciale svela molto più delle sue parole quando le chiedono, a più riprese, se non tema il ritorno del tycoon, che ha già seminato il panico con le sue dichiarazioni sulla Groenlandia, su Panama e sul Canada. Trump, spiega, ha un "modo energico per dire che gli Stati Uniti non resteranno a guardare" e invia, alzando la voce, messaggi "ad altri player globali" affinché intendano, dunque la premier esclude che il Presidente americano "tenterà annessioni con la forza". Anche sull'Ucraina Meloni si dice convinta che non arriverà alcun disimpegno da parte degli Usa, anche perché abbandonare Kiev al suo destino "sarebbe un errore", rimarca mentre si appresta ad incontrare nelle prossime ore Volodymyr Zelensky. E sui dazi, altro spauracchio all'orizzonte, "sarebbero un problema - riconosce -, ma non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell'avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l'amministrazione di Trump", scandisce ricordando il piano da 400 miliardi di dollari messo in campo da Joe Biden per contrastare l'inflazione, in barba agli interessi europei. Ma è soprattutto il rapporto privilegiato con Elon Musk a tenere banco, a partire dalla vicenda Starlink, di cui, assicura, non ha mai parlato con il tycoon.
Meloni bolla come "false notizie" quelle circolate sulla sigla di un presunto accordo di 1,5 miliardi con la società che fa capo all'uomo più ricco del pianeta. "Valuto gli investimenti stranieri solo con la lente dell'interesse nazionale - puntualizza -, non delle amicizie. Non è mio costume usare il pubblico per fare un favore agli amici". Ma poi mette in chiaro: ''il problema con Space X è che è privato o che è Musk? Perché io non faccio favori agli amici, ma non accetto nemmeno che a persone che hanno buoni rapporti con me venga attaccata una lettera scarlatta...".
Incalzata dai cronisti, Meloni tira in ballo George Soros, il magnate noto anche per aver finanziato partiti di sinistra. "Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Quando mi si dice che è un pericolo per la democrazia io segnalo che non è il primo... di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ne ho viste parecchie, spesso le esprimono contro di me. Il problema è quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare partiti ed esponenti politici per condizionare le scelte politiche. Questo non lo fa Musk, questo lo fa Soros e quando è accaduto si è parlato di filantropi" e "lo considero molto più ingerente di Elon Musk. Quella è una ingerenza seria".
Anche a chi le fa notare il potere che il numero 1 di Tesla sprigiona sulla comunicazione, essendo, tra le altre mille cose, anche il proprietario di X, la premier replica che Musk "consente a tutti di dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma, io invece spesso sono stata bannata" su altri social. Le domande si rincorrono, tornano spesso a pungere sul rapporto con l'uomo domino della campagna elettorale di Trump. Tanto che, quando un giornalista annuncia una domanda sul lavoro, lei ci scherza su: "del lavoro di Musk...", lo interrompe con una battuta, generando sorrisi in platea.
E anche sulla richiesta di Trump di aumentare le spese militari dei Paesi Nato fino al 5% del Pil -che metterebbe in seria difficoltà l'Italia che già arranca per arrivare al 2- "penso che gli scogli si debbano superare con il dialogo -dice- nello specifico la questione credo sia interna alla Ue, non tanto di rapporto con gli Usa. L'Ue deve individuare strumenti per una difesa competitiva". E le sue ambizioni non devono fermarsi soltanto a questo.
Quando si sofferma sulla vicenda Space X, e sulla necessità di criptare alcune comunicazioni sensibili, Meloni fa notare come "Italia e Europa non siano arrivate in tempo su questi temi, per cui l'alternativa" a Starlink "è non avere una protezione. Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari, nessuno dei quali è ottimale'', ammette.
Tra le domande, arriva anche quella immancabile sul passo indietro di Elisabetta Belloni. Meloni ribadisce la stima e il rispetto "enormi" verso una diplomatica di lungo corso: "mi pare che sia parecchio ambita anche fuori dai confini nazionali, quindi prevedo che il suo percorso non termini qui", afferma confermando, in parte, i rumors che vedono per Belloni un incarico di alto livello al fianco di Ursula von der Leyen. Al suo posto ai vertici dei Servizi arriverà Vittorio Rizzi, numero due dell'Aisi: già oggi la sua nomina verrà ufficializzata in Consiglio dei ministri, l'annuncio della premier tra lo slalom delle domande.
- 17:46 - Iran: legale Abedini integra istanza domiciliari, braccialetto e casa privata a Milano (2)
(Adnkronos) - Nella memoria, depositata in giornata in corte d'Appello, il difensore De Francesco ha offerto nuove rassicurazioni rispetto ai domiciliari: l'ingegnere iraniano si è detto disposto al braccialetto elettronico, a trascorrere i domiciliari da solo in un appartamento preso in affitto come privato e a non uscire neppure per i bisogni elementari come la spesa. Nuove indicazioni su cui la procura generale si pronuncerà in aula nell'udienza prevista il prossimo 15 gennaio davanti alla V sezione della corte d'Appello di Milano. L'udienza, per discutere dei domiciliari, sarà pubblica: aperta ai giornalisti, ma senza possibilità di realizzare riprese in aula. Intanto domani Abedini, rinchiuso in carcere a Opera, potrebbe incontrare l'ambasciatore iraniano.
- 17:36 - Giustizia: Costa, 'su separazione carriere ampia maggioranza'
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - “Il dibattito sulla separazione delle carriere nell’Aula della Camera è entrato nel vivo ed ha mostrato un’ampia maggioranza, più estesa di quella di Governo, a favore della riforma, che ha due obiettivi principali. Rimettere al centro del procedimento penale il giudice, oggi schiacciato dalla forza mediatica del pm, e riportare le correnti ad una funzione di impulso culturale e non di potere e di lottizzazione. La prossima settimana contiamo di chiudere l’esame del testo”. Lo sottolinea Enrico Costa, deputato di Forza Italia.
- 17:35 - **Campania: stop terzo mandato, De Luca verso voto anticipato? Timori dem su blitz**
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Giù la voce gira forte". Un parlamentare Pd campano riferisce che 'giù', in Campania per intendersi, sarebbero in molti a scommettere che domani, nella conferenza stampa convocata alle 11 a Palazzo Santa Lucia, Vincenzo De Luca possa dimettersi e andare al voto anticipato per tentare la rielezione prima del pronunciamento della Consulta. A quanto viene riferito, il governatore ancora fino a ieri avrebbe assicurato ai suoi consiglieri che non si dimetterà. Ma chi lo conosce non esclude il blitz.
Una mossa da 'tutto per tutto' dopo che oggi Giorgia Meloni ha ufficializzato che il governo impugnerà la legge campana sul terzo mandato. Una mossa su cui si interrogano anche i dem in Transatlantico. Del resto, i rapporti al momento sono quelli che sono: i contatti, si spiega, "stanno praticamente a zero".
"Che dirà domani De Luca? Dirà che tutti sono contro di lui - si ipotizza alla Camera - lo è Schlein e lo è Meloni, perché la destra lo teme. Dirà che Roma è contro l'autonomia della Campania...". I dem in ogni caso si aspettano una "reazione forte". Come le dimissioni per il voto anticipato? "Lo vedremo, ma potrebbe essere l'unico modo per De Luca di fermare la fuga. Le cose si sono complicate e tra le 12 liste che lo hanno sostenuto, c'è chi inizia a guardarsi attorno", si sostiene.
Anche perché il voto anticipato ha le sue incognite. Se il verdetto della Consulta arrivasse dopo il voto, c'è il rischio che le elezioni vengano annullate. Caos istituzionale e addio al seggio per i neo eletti consiglieri regionali, spauracchio quest'ultimo non da poco. E perché oltre al pronunciamento della Consulta, pende anche il ricorso del centrodestra al Tar per annullare la seduta del 5 novembre scorso quando i consiglieri di maggioranza e del Pd votarono la 'legge De Luca' contro il parere dei vertici dem, a partire da Elly Schlein.
La segretaria non è più intervenuta sulla vicenda dopo che in tv, lo scorso novembre, aveva ribadito che la linea del Pd è e resta contro il terzo mandato. "Non avremmo sostenuto con piacere Bonaccini per una terza corsa in Emilia-Romagna o Decaro, amatissimo sindaco di Bari? Ma le regole valgono per tutti. Se qualcuno non è abituato perché prima funzionava diversamente, è bene che si abitui. Io sono stata eletta per fare questo". Se il governatore decidesse per l'accelerazione, dicono alla Camera, "la frattura con il Pd sarebbe totale". E magari anche chi nel Pd campano lo ha seguito sulla legge per il terzo mandato, "si farebbe due conti".
- 17:25 - Venezuela: Orsini (Fi), 'non spegnere riflettori e sostenere popolazione'
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - “Forza Italia è da sempre a fianco del popolo venezuelano, così come da sempre difende le cause di libertà dei popoli. Antonio Tajani si è occupato attivamente del Venezuela, molto prima di essere ministro degli Esteri, con iniziative di sensibilizzazione ed attenzione”. Lo ha sottolineato Andrea Orsini, capogruppo di Forza Italia in commissione Esteri alla Camera, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati sulla situazione in Venezuela.
“Di Venezuela -ha aggiunto- forse si è parlato poco. Purtroppo fino ad oggi quel Paese è stato dominato da una delle peggiori dittature, anche se mascherata da democrazia. Esprimere un dissenso in Venezuela significa rischiare l'arresto, torture, in molti casi morte. Ma oggi credo, e spero, che ci siano le condizioni affinché tutto questo finisca, e se così sarà noi dovremmo essere ancora più di prima a fianco del Venezuela. Ci sono tante cose da ricostruire, a partire da un'economia che è stata devastata, ma serve anche una ricostruzione 'morale', perché è un Paese inquinato da vent'anni da un regime autoritario corrotto. Fra oggi e domani ci saranno delle ore molto difficili. Il popolo venezuelano dovrà dimostrare di non avere paura, di amare il proprio Paese e la propria libertà. La libertà è sempre più forte dei carri armati e delle pistole, ma richiede coraggio, sacrificio, spirito civico".
"L’Italia, l’Europa, l’Occidente, il mondo libero -ha concluso Orsini- hanno la responsabilità di non spegnere i riflettori e di essere al fianco del popolo venezuelano. Noi ci siamo”.
- 17:19 - Automobilismo, Coppa delle Alpi 2025: ancora un mese per iscriversi
Brescia, 9 gen. - (Adnkronos) - La gara invernale di regolarità targata 1000 Miglia torna dal 12 al 16 Marzo con un percorso di 930 chilometri attraverso le frontiere di Italia, Svizzera e Austria. Dopo l’edizione dello scorso anno, affiancata dall’ambizioso progetto de Il Grande Viaggio Alpino a sostegno delle comunità dell’omonima macroregione, la parte sportiva ritorna ad essere il cuore pulsante della Coppa delle Alpi, evento che aprirà il Campionato Italiano Grandi Eventi 2025 di Aci Sport. Le verifiche tecniche e sportive si svolgeranno a Brescia, la Città della 1000 Miglia, nel pomeriggio di mercoledì 12 Marzo. Alle 17:00 seguirà una novità assoluta dell’edizione 2025, ovvero il Trofeo Città di Brescia: una sfida 1 vs 1 a eliminazione diretta molto apprezzata in altri eventi della Freccia Rossa, che animerà le strade del centro.
Giovedì 13, dopo il via, gli equipaggi i raggiungeranno la Val Camonica e sosteranno a Tirano per il pranzo. Nel pomeriggio, le vetture risaliranno la Valtellina verso le località protagoniste delle prossime Olimpiadi, ovvero Bormio e poi Livigno, che accoglierà gli equipaggi in centro per un Controllo Orario e un break di ristoro. Attraverso il tunnel Munt la Schera, la manifestazione farà il suo ingresso in Svizzera e proseguirà fino a St. Moritz per il primo traguardo di tappa. Venerdì 14 sarà la volta della Val Müstair con una sessione di prove nei dintorni del Monastero di San Giovanni, patrimonio mondiale dell’Unesco.
Rientrato in Italia con il valico del Passo Resia, il convoglio giungerà in Austria. La cittadina di Stams ospiterà il pranzo dopodiché le vetture riscenderanno da Innsbruck e rientreranno in Italia dal Brennero per concludere la tappa a Bressanone. L’ultima giornata di gara riserverà il valico dei passi Gardena e Pordoi e il pranzo a Baselga di Pinè. Il traguardo finale attenderà gli equipaggi sul Passo del Tonale e dopo l’arrivo ci sarà spazio anche per una divertente esperienza di guida su neve all’interno della Pista Ghiaccio Val di Sole, con la disputa delle prove valide per l’assegnazione del Trofeo Ponte di Legno. Le premiazioni si svolgeranno nella splendida cornice del Ghiacciaio Presena. Saranno ben 7 le garanzie d’ammissione alla 1000 Miglia 2026 in palio. Iscrizioni aperte fino alle ore 16:00 del 7 Febbraio 2025.
- 17:18 - Consulta: seduta comune Parlamento, quorum di 3/5 per tutti e si parte dai deputati
Roma, 9 gen (Adnkronos) - Martedì 14 gennaio, alle 13, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte Costituzionale (tredicesimo scrutinio) e per l'elezione di tre giudici della Corte Costituzionale (quarto scrutinio), maggioranza richiesta 3/5 componenti. La chiama ha inizio dai deputati. Lo rende noto la Camera dei deputati.