"La situazione è di nuovo al limite", ha detto paventando la possibilità di ricorrere al "contributo delle forze armate" e annunciando l'incontro sabato prossimo con Caldoro, De Magistris e Cesaro. “Né commissari, né esercito”, risponde Palazzo San Giacomo: "Mi sembra strano che si torni improvvisamente a parlare di rischio emergenza proprio quando è andata deserta la gara per il termovalorizzatore di Napoli Est"
Con la prospettiva di un nuovo riacutizzarsi dell’emergenza rifiuti a Napoli torna in campo l’ipotesi esercito. E A ipotizzare un nuovo ricorso alle forze armate è stato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
“La situazione di Napoli è di nuovo al limite”, ha detto Clini intervenendo in Commissione alla Camera, paventando la possibilità di ricorrere al “contributo di esercito e forze dell’ordine per situazioni come quella di Napoli” e annunciando che sabato prossimo sarà in città per incontrare il governatore della Campania Stefano Caldoro, il sindaco Luigi De Magistris e il presidente della Provincia Luigi Cesaro per fare il punto della situazione. “Forse – ha detto Clini in audizione – è il caso di mettersi a ragionare sulle opzioni tecnologiche e ambientali che funzionano in altre regioni e Paesi, come la differenziata e i termovalorizzatori”.
Il ricorso dello Stato all’esercito per risolvere il problema spazzatura non sarebbe una prima volta. Sin da quando è esplosa l’emergenza, nel 1994, l’esercito ha fatto la sua comparsa per le vie di Napoli ora con compiti di presidio delle discariche ora con funzioni di raccolta o di scorta ai camion. Ma è nel 2008 che l’intervento dell’esercito a Napoli e provincia è stato disciplinato per legge col decreto 29/2008. Allora il commissario all’emergenza era Guido Bertolaso, ma già con il suo predecessore Gianni De Gennaro un’ordinanza ne dispose l’utilizzo a presidio delle discariche ricoprendo un ruolo strategico nella gestione di alcune strutture tecniche.
“Né commissari, né esercito”, è la posizione di Palazzo San Giacomo, affidata alle parole del vicesindaco di Napoli con delega all’Ambiente Tommaso Sodano. Col ministro sabato si parlerà del termovalorizzatore da realizzare a Napoli Est sul quale è netta la posizione contraria del Comune di Napoli: “Non lo vogliamo”.
“La Campania, secondo i dati del ministero dell’Ambiente, è terza in Italia per quantità di rifiuti bruciati – ha affermato Sodano – Perché invece di parlare di termovalorizzatori non si parla degli impianti di compostaggio?”. “Al ministro – spiega Sodano – sabato diremo che il Comune punta alla differenziata, che è partita, sui siti di stoccaggio, ne abbiamo realizzati tre in 4 mesi, e sulle navi da spedire in Olanda che partiranno prima di Natale”. “In passato sono state esperienze fallimentari che hanno alimentato solo il sistema affaristico della camorra e della malapolitica – ha affermato – Mi sembra strano che si torni improvvisamente a parlare di rischio emergenza proprio quando è andata deserta la gara per il termovalorizzatore di Napoli Est. E’ inutile agitare lo spettro dell’emergenza”. “Il rischio emergenza – ha precisato – era noto anche da prima, ed è sempre dietro l’angolo”. Invece di parlare di inceneritori, il vicesindaco invita a parlare di impianti di compostaggio: “Perchè non si parla degli impianti di compostaggio? E’ questo che diremo anche all’Europa”.
“La questione della raccolta dei rifiuti non è competenza della Regione, non entriamo nel merito delle scelte – ha commentato Giovanni Romano, assessore all’Ambiente della Regione Campania. Apprezziamo, però, l’indirizzo di Clini che punta alla realizzazione dell’impiantistica”.
Ieri intanto agli angoli delle strade, in città, sono ricomparsi, dopo un po’ che non si vedevano, cumuli di sacchetti. Stavolta, però, la mancanza di raccolta è stata causata da uno sciopero, a livello nazionale, indetto dai sindacati del settore perché il contratto nazionale non è stato rinnovato.