Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni

Dopo la Cgil, anche la Cisl. La chiusura al dialogo da parte del governo sulla riforma delle pensioni non va giù ai sindacati, con il leader della Cisl che non le manda a dire. “E’ molto grave che non ci sia alcun confronto” ha detto Raffaele Bonanni, intervenendo a La Telefonata di Maurizio Belpietro. “il confronto serve a trovare soluzioni eque” ha detto il segretario, che proprio per questo motivo ha lanciato un appello al premier, che a suo avviso “farebbe bene a convocare le parti sociali e non si faccia convincere da chi non ci vuole convocare”. Bonanni, osservando che “non mi sembra che ci sia un dibattito sulla possibilità di far fuori i privilegi nella previdenza”, ha ricordato come ci sono ancora “850mila persone in regime speciale che non sono mai state toccate”.

Quelle del segretario Cisl sono parole molto dure: “Faremo di tutto per dimostrare che anche questo governo è sulla scia di chi non vuole trovare soluzioni che distinguano persone e persone”, ha sottolineato Bonanni, che alla domanda di Belpietro sulla possibilità che la Cisl organizzi uno sciopero come quello annunciato dalla Fiom, ha risposto in maniera evasiva, dicendo che a loro “interessa trovare delle soluzioni”, denunciando che “è molto strano che si arrivi a una soluzione così delicata senza consultare nessuno”.

Sulla questione del mancato dialogo, Raffaele Bonanni ha successivamente espresso un’idea ben precisa sui motivi che hanno portato il governo ad optare per questa scelta. “C’è qualcuno che punta, in maniera strumentale, a far fallire il confronto prima che cominci – ha detto il sindacalista a margine di un seminario della Cisl – . Non voglio entrare nel merito dei provvedimenti, perché a me interessa il confronto”. In tal senso, per Bonanni “è increscioso, ed è la prima volta che accade, aver affidato alla stampa” un tema come quello della riforma delle pensioni. “Se c’è qualche giochetto dietro le quinte – ha precisato – noi non ci stiamo: in questi casi non servono discussioni riservate, ma un confronto responsabile e trasparente. Noi non abbiamo bisogno di sceneggiate anni ’80 che danno l’impressione di una contestazione ma in effetti è un via libera per fare ciò che si vuole”.

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