Il prete genovese risponde al successo ottenuto sul web dalle affermazioni del celebre esorcista modenese: "Chi ha comportamenti bizzarri va compreso. Io andrei a gridare come un pazzo alla chiesa e ai palazzi della politica perché vedo in Italia servizi sociali spaventosi. Cosa dovrebbero farmi: mandarmi al manicomio o dall'esorcista?"
“Il demonio ha agito in maniera nascosta e furba, sotto forma di poteri straordinari, magie, maledizioni”, aveva dichiarato il religioso emiliano. E don Gallo risponde che “bisognerebbe smetterla con affermazioni apodittiche. Rispetto tutte le forme di religiosità, ma quando entrano in determinate questioni si trasformano in integralismo”.
Per il sacerdote genovese, negli esorcismi, non c’è nulla di nuovo, nemmeno al di fuori del cattolicesimo. “Queste forme in quante culture e religioni antiche sono presenti?”, dice. “Io ho trascorso qualche anno in Brasile e lì ho conosciuto figure analoghe, come lo sciamano che è considerato un saggio. Certo, c’era chi approfittava e strumentalizzava le credenze popolari, ma la maggior parte no. Padre Amorth, nel condannare culture diverse dalla sua, parla con una sicurezza tale che occorrerebbe chiedergli se è pronto con la stessa sicurezza – o sicumera – a spiegare l’esistenza di Dio”.
E poi spiega che certe formule “sono al di sotto dei sacramenti. Si pensi a un esempio. Un tempo, per prassi, la donna che aveva partorito all’interno del sacramento del matrimonio doveva andare a farsi purificare. Mi chiedo: purificare da che cosa? I credenti dicono che la gravidanza e il parto sono nel piano di Dio. Allora cosa purifichi? Infatti ormai questa pratica non esiste più”.
Per don Andrea Gallo, soprattutto oggi, il problema di certe credenze sta nella mancanza di ascolto. “Tanti anni fa un mio amico salesiano esorcista mi ha parlato di fenomeni strani, come una persona non scolarizzata che parla arabo o inglese. Che fare allora? Lui mi diceva che occorreva mettersi in ascolto, stare vicino. A me è capitato di visitare manicomi e assistere ad eventi incredibili. Negli anni Sessanta, al manicomio di Vercelli c’era uno che era convinto di essere Napoleone Bonaparte. Cos’era, invaso da una forza maligna?”
“Di fronte a certi fenomeni”, aggiunge, “si insiste a tutti i costi con il satanismo come se si volesse dire ‘siamo noi che abbiamo il potere di scacciare il diavolo’. E se questa fosse davvero una forza immensa, solo Gesù Cristo potrebbe combatterla. Allora un esorcista che fa affermazioni del genere cosa ci sta dicendo? Che si crede Gesù? Occorrerebbe fare come i bovini, ruminare la parola di Dio, per trovare il vero messaggio”.
In merito allo yoga e agli altri obiettivi contro cui ha sparato padre Amorth, don Gallo la pensa in modo diverso. “Sono culture antichissime che consentono di acquistare anche serenità. Poi c’è il discorso del piacere. Il nostro moralismo ce lo impedisce, non si può trarre piacere dal toccarsi, esprimersi, cantare, mascherarsi. Anche gli scherzetti di Halloween rientrano nelle forme che richiedono il rispetto di tutti. Quindi ben venga l’esorcista se anche lui va a lenire una sofferenza, ma altro discorso è che si dica ‘io sono incaricato e ho le forze per debellare il diavolo’. Dovremmo pensare che il diavolo conta ben poco anche se si predica che lui è tutta questa potenza”.
La chiave, per don Gallo, è che “ogni donna e ogni uomo deve imparare a discernere tra il giusto e l’ingiusto. Questo sì che è fondamentale. Quando ero in brigata partigiana, mio fratello era comandante e i partigiani continuavano a dirci: ‘Ragazzi, ogni mattina bisogna capire da che parte stiamo’. Appunto, da che parte stiamo? Quello che in Norvegia ha fatto una strage era posseduto o insano di mente e dunque non sapeva effettuare quella scelta? Le guerre chi le fa? Dio da che parte sta? E il demonio parteggia sempre per i talebani? Hitler aveva scritto sui centurioni della Wehrmacht ‘gott mit uns‘, ‘Dio è con noi’”.
“Padre Amorth”, prosegue il sacerdote ligure, “dovrebbe stare sereno. Io ho conosciuto l’esorcista di Genova, era un padre filippino che non c’è più, il quale mi diceva che la maggior parte dei casi di indemoniati erano persone da ascoltare. Usava la virtù dell’ascolto. Io rimango convinto che la prima benedizione dell’essere umano sia con la scienza puntando a una pace cosmica, che significa convivenza con i propri simili, in un’armonia interiore, nel rispetto degli altri, con un amore condiviso”.
Per don Gallo, occorre capire le ragioni di chi ha comportamenti “bizzarri”. “Io andrei a gridare come un pazzo alla chiesa e ai palazzi della politica perché vedo in Italia servizi sociali spaventosi. Cosa dovrebbero farmi? Mandarmi al manicomio? Dall’esorcista? E questi signori pieni di convinzioni non parlano mai di gente che non arriva nemmeno alla prima settimane del mese. A Genova abbiamo il 5% di senza dimora. Chi li rende così? Il demonio?”
Dialogo e ascolto, per lui, sono la chiave anche quando si scivola nella patologia. “Nel campo della psichiatria”, dice ancora, “dove operano alcuni esorcisti seri, c’è voluto Franco Basaglia, che ho conosciuto, per dire ai baroni della medicina che se si tiene legato uno non si riesce a capire cos’ha. E allora lo accusavano di negare la malattia mentale. Lui invece non voleva schemi preconcetti, cercava di capire queste persone”.
Perché invece temi come la possessione demoniaca e una “contaminazione” tra culture diverse continuano a essere oggetto di dibattito accesso? “Perché gli uomini vivono nella paura. La paura di morire, del male, della sottomissione. Quando i sacerdoti o i vescovi dicono di parlare in nome di Dio, lo fanno per lo stesso motivo: la paura. E questo sentimento va tutto in favore del potere. I sovrani invece sono le persone, donne, uomini, che sono fatti a somiglianza di Dio. Poi qualcuno dice che arriva il demonio a rovinare tutto. Ma allora, di fronte ad affermazioni del genere, vi sembra possibile trovare un’altra risposta che non siano la paura e il terrore?”.
Un antidoto? “Camminare insieme”, risponde don Andrea Gallo. “Nessuno si libera da solo, è una norma pedagogica. La risposta sono la convivenza e la comunità. Un francese che ho letto si chiedeva ancora prima di Marx se un certo metodo di osservare le ricchezze e i privilegiati si sarebbe dovuto chiamare comunismo o comunità. Si guardi oggi alla situazione nei confronti degli immigrati, a quanto sono stati perseguitati. Da lì si capisce perché siamo in mano alle mafie. Si è ‘demonizzato’, termine azzeccato, di tutto. Si vedano le leggi che lo hanno fatto con le sostanze stupefacenti, che derivano da piante. E delle piante, come il papavero da cui deriva la cocaina o la cannabis, Dio è il creatore. Dunque sono demoniache o no? In realtà la ‘demonizzazione’ è tutto un trucco per criminalizzare chi usa quelle sostanze. Così si dà mano libera alle organizzazioni criminali, le carceri sono sovraffollate e si distrugge il principio di autodeterminazione. Allora si esorcizzi Kofi Annan quando dice che con gli stupefacenti si è sbagliato tutto”.