“Perché continua a battere le mani a quel modo?”, domanda uno psichiatra al suo paziente. “Per tenere lontani gli elefanti”, gli risponde quello, senza smettere. Il medico si guarda attorno e, aiutandosi con un ampio gesto della mano, gli fa: “Guardi. Non ci sono elefanti”. E il paziente: “Lo vede che funziona!”.
Ecco chi mi ha ricordato lo scrittore Camillo Langone che, su Libero, citando dati statistici, ha fatto notare come esista una correlazione tra l’istruzione superiore femminile e i bassi tassi di natalità registrati da qualche anno in occidente. L’articolo s’intitola così: “Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli”. Qualcuno l’ha chiamata provocazione. A me sembra piuttosto che Langone, nascosto dietro ai numeri, abbia voluto dare di gomito a qualche suo compagno di classe delle medie indicando la professoressa con gli occhiali spessi e l’aria da zitella, facendo leva su quel riflesso di cameratismo troglodita che noi maschietti conosciamo bene.
Infatti Langone fa finta di non sapere che lo stesso effetto può avere più di una causa, e, osservando che non ci sono molti elefanti in giro, si è convinto che dipenda esclusivamente dal matto che batte le mani. Lo studio della Harvard Kennedy School of Government citato nel suo articolo sostiene che “le donne con più educazione e più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze”.
Personalmente già trovo infelice, se non agghiacciante, accostare l’aver figli esclusivamente all’essere sposati. Nel 2011. Ma va be’, lasciamo perdere. Prendendo per buona la notizia, e stando al dato nudo e crudo, Langone avrebbe comunque potuto azzardare interpretazioni assai diverse, perfino opposte. Per esempio avrebbe potuto arguire che le donne più acculturate rimangono nubili perché non trovano uomini sufficientemente interessanti. A quel punto avrebbe costretto Libero a titolare così: “Date più libri agli uomini, che forse qualcuna se li accatta”. Oppure, con maggior rigore, avrebbe potuto dare la colpa all’organizzazione sessista della nostra società, il cui welfare di fatto non consente pari opportunità per uomini e donne, obbligando quest’ultime a scegliere tra diventare ruspanti casalinghe con famiglia o evolute single senza figli. Che non è una scelta.
Certo, se la donna non studia e torna a passare il giorno a cucinare, rammendare i calzini e sfornare e accudire tre o quattro figli, insomma, a fare la cuoca, la colf, l’incubatrice e la balia per l’uomo, a che diavolo ci serve un welfare evoluto? Sarebbero soldi buttati. Ed è qui, per come la vedo io, che Langone ha dato di gomito ai compagnucci. E chissà quanti di noi uomini, magari soltanto per un attimo, non si sono lasciati andare a quell’antico riflesso cavernicolo e, nell’intimità, non hanno annuito ghignando. Quasi ci cascavo anch’io. Ma per fortuna ho subito ripensato al matto e agli elefanti.
Che poi gli elefanti mi hanno ricordato l’Africa e l’Africa mi ha fatto venire in mente Akeem, l’erede al trono di Zamunda, l’immaginario regno del film di John Landis Il principe cerca moglie. Precisamente la scena in cui il suo intendente gli chiede: “Ma come, potresti avere una donna che obbedisce a ogni tuo comando e tu ne preferisci una che abbia delle opinioni?”. E il principe, che poi è Eddie Murphy, gli risponde: “I cani nascono per obbedire, non le donne. Io ne voglio una in grado di scuotere il mio intelletto almeno quanto i miei…”. Insomma, ci siamo capiti. E il buon vecchio Akeem, ragazzi, la sapeva lunga.