L'ex presidente del consiglio lancia segnali a Monti e poi attacca la gestione Merkel nell'eurozona: "La politica portata avanti dai tedeschi è spesso di una irragionevolezza e di una durezza straordinaria"
Sul futuro dei conti pubblici italiani, l’ex premier è ottimista: “Conosco Monti, so che prenderà le misure necessarie e che ci farà fare i compiti a casa, l’aggiustamento di bilancio non è impossibile, il problema è che queste misure non deprimano ulteriormente la nostra economia”.
Secondo Prodi l’economia italiana “sarà con il segno meno per almeno due trimestri, ma bisogna mettere le basi per lo sprint del periodo successivo. Il nodo gordiano che ha impedito di prendere le decisioni, la complessità della politica italiana, credo che possa essere tagliato. Alcune decisioni sono necessarie come ad esempio sull’evasione fiscale e sulla flessibilità, mi auguro accompagnate da misure come rendere il lavoro precario più costoso. Mi aspetto da Monti misure di aggiustamento immediate, ma che rilancino anche l’occupazione. La situazione è complicata, ma c’è modo di uscirne, non siamo di fronte a un compito impossibile, se è governato in modo decente, l’Italia è un paese forte. L’importante è che non arrivino ancora politiche incredibili, impossibili e cocciute da parte dei nostri partner europei”.
Sul tema della crisi dell’eurozona”la politica tedesca è spesso di una durezza e irragionevolezza straordinaria”,Prodi che – come già aveva fatto nei giorni scorsi – ha fortemente criticato la politica economica del governo Merkel.
“Si è rischiato di mettere in crisi l’euro – ha detto – ma farlo non è nemmeno nell’interesse tedesco visti i dati della sua bilancia commerciale. La Germania deve usare se non la propria saggezza, almeno la propria convenienza, perché qui si sta veramente giocando col fuoco”. Il problema dell’Europa, secondo Prodi, è che è “completamente divisa, non ha in sé la forza per agire, anche se rimane la più grande forza economica del mondo. La Merkel – ha rincarato Prodi – non cambia linea di una virgola, non vuole nessuna forma di collaborazione, non vuole rimedi che potrebbero risolvere i problemi, ha aderito al Fondo salvastati all’ultimo minuto e a stento. Sul fronte della crisi greca, ad esempio, si è perso tempo, si doveva risolvere in fretta e in silenzio, si poteva risolvere in cinque minuti ed invece è diventata una tragedia. Da allora si è continuato con provvedimenti inferiori alle necessità e presi in ritardo”.