Aggressioni, case bruciate, buste con proiettili e teste di animale mozzate: così fa politica la criminalità organizzata dal Sud al Nord. I dati raccolti da Avviso Pubblico: la Calabria è la regione più colpita, con 87 episodi nel 2010, ma il metodo mafioso "sconfina" anche in Lazio, Toscana, Liguria e Lombardia
E’ la casta al contrario, quella che dalle cariche politiche subisce danni al posto di benefici. Nel 2010 sono stati 212 gli episodi di attentati e intimidazioni contro amministratori locali italiani, una media di 18 al mese, che comprende solo i casi finiti sui giornali. Con una netta concentrazione in Calabria, con 87 casi, il 40 per cento del totale. La mente corre ad Angelo Vassallo, il sindaco ecologista di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso a colpi di pistola in mezzo a una strada l’anno scorso, la sera del 5 settembre. Ma ora uno studio realizzato da Avviso pubblico, la rete degli enti locali contro le mafie, illumina decine di episodi che ogni anno avvengono nel nostro paese – soprattutto al Sud – e spariscono nella cronaca locale. Messi tutti in fila l’uno all’altro, invece, ci raccontano di luoghi dove le regole democratiche sono di fatto sospese.
I politici locali che non si piegano agli interessi criminali vengono aggrediti per strada, si ritrovano la casa o l’auto bruciata, si svegliano nel cuore della notte per lo scoppio di un ordigno “dimostrativo”, ricevono buste con minacce e proiettili, trovano scritte ingiuriose sulle tombe dei loro familiari. Lo studio, dal titolo Amministratori sotto tiro. Buona politica e intimidazioni mafiose (scaricabile sul sito di Avviso Pubblico) riporta tutto il classico campionario dell’intimidazione mafiosa, compresa l’uccisione di animali domestici o l’“invio di una testa di animale tagliata dentro uno scatolone presso l’abitazione privata o il Municipio”.
Dopo la Calabria, le regioni più colpite sono la Sicilia, con 49 casi (23%), la Campania con 29 (14%), la Sardegna con 25 (12%). Salendo verso il centronord si trovano il Lazio, con cinque episodi di intimidazione, e la Liguria – dove quest’anno è stato sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Bordighera, in provincia di Imperia – con 3. Non sono registrati casi in Lombardia, ma gli atti delle inchieste giudiziarie più recenti indicano che anche i pubblici amministratori settentrionali finiscono per scontrarsi con certe logiche (come documenta per esempio l’operazione Bad Boys sulla ‘ndrangheta insediata nei comuni intorno all’aeroporto di Malpensa).
E la situazione peggiora, dato che per l’anno in corso sono finiti nel mirino delle cosche amministratori di Ventimiglia, ancora in provincia di Imperia, e il sindaco di Follonica (Grosseto), Eleonora Baldi. Bisogna considerare che la ricerca prende in considerazione soltanto i casi diventati pubblici sui media, ma soprattutto al Nord molti episodi di intimidazione vengono taciuti o non ne viene percepita la natura criminale.
Minacce e intimidazioni ad amministratori pubblici e personale della Pubblica Amministrazione. Distribuzione regionale. Anno 2010
Lo studio di Avviso Pubblico illumina luoghi dove lo Stato è in trincea. In Calabria ha subito minacce e intimidazione un’amministrazione comunale ogni otto, con punte record nelle provincie di Crotone e Vibo Valentia, “zone caratterizzate dalla presenza di cosche particolarmente violente”, dove il dato sale a uno su cinque. I Comuni dove si sono registrati più casi di intimidazione e di minaccia nel 2010 sono Isola Capo Rizzuto (Kr), Sant’Agata d’Esaro (Cs), Fuscaldo (Cs), Rossano (Cs), Catanzaro, Lamezia Terme (Cz), Reggio Calabria. In Sicilia svetta la provincia di Agrigento, e i comuni di Agrigento, Favara (Ag), Partinico (Pa), Caccamo (Pa), Gela e Niscemi (Cl). In Campania è nel mirino più di tutte la provincia di Napoli, in particolare Portici, Castellamare di Stabia, Boscoreale. In Sardegna, i Comuni di Ottana e Siniscola, in provincia di Nuoro.
Minacce e intimidazioni in Calabria. Anno 2010