Una guerra a bassa intensità, combattuta ogni giorno nei comuni italiani a colpi di auto bruciate, scariche di pallettoni dentro casa, galline impiccate al balcone, lettere di minacce condite di proiettili. Una guerra che colpisce soprattutto gli amministratori impegnati nella difesa della legalità, quelli che si mettono in testa di verificare l’assegnazione degli appalti pubblici e delle licenze edilizie, o che tentano di ristabilire le regole nelle loro comunità. Non solo al Sud. Ecco alcuni degli oltre 200 casi di attentati e intimidazioni censiti nello studio Amministratori sotto tiro. Buona politica e intimidazioni mafiose, realizzato da Avviso pubblico e scaricabile sul sito dell’associazione. Dal quale emergono situazioni di vera emergenza, come Isola di Capo Rizzuto (Crotone) e Ottana (Nuoro), dove la successione di attacchi armati al potere pubblico è impressionante. O casi inaspettati, come quello della placida cittadina turistica ligure di Bordighera.
Isola di Capo Rizzuto (Crotone). Il primo luglio 2010 viene incendiata l’auto del responsabile dell’ufficio tecnico del comune, Agostino Biondi. E’ l’inizio di un lungo elenco di intimidazioni contro un’amministrazione fortemente impegnata sul fronte della legalità, e tra le più esposte a ritorsioni mafiose. Il 3 luglio, nella notte viene incendiata l’auto del vicesindaco Anselmo Rizzo. Due giorni dopo tocca al sindaco Carolina Girasole. Anche la sua auto brucia nella notte. L’amministrazione ha dato forti segni di cambiamento sul fronte della gestione dei beni confiscati (in collaborazione con Libera), nella lotta all’abusivismo edilizio e nella trasparenza degli appalti (in particolare nel settore dei parchi eolici). E ancora: il 13 febbraio 2011 viene incendiata l’auto del dirigente ai Lavori pubblici Raffaele Muraca e il 7 novembre si registra un’irruzione notturna negli uffici comunali, che vengono danneggiati. “E’ chiaro che si tratta di un avvertimento”, commenta il sindaco Girasole, che è vicepresidente di Avviso Pubblico.
Lamezia Terme (Catanzaro). Il 4 marzo 2010 un ordigno inesploso viene trovato davanti all’abitazione del candidato sindaco, Salvatore Vescio, ex Assessore provinciale di Catanzaro. Quattro giorni dopo, alcuni colpi di pistola vengono sparati contro un manifesto elettorale di Raffaele Mazzei, candidato al Consiglio comunale. Il 15 è colpita la candidata del centrodestra a sindaco della città, Ida D’Ippolito. Sconosciuti entrano nella sede della segreteria e la devastano. Il 20, sette colpi di pistola vanno a segno contro la casa e le due automobili di Antonio e Salvatore De Biase, padre e figlio, rispettivamente candidato del centrodestra al Consiglio comunale il primo, e componente del coordinamento provinciale del Pdl, il secondo. Il resto della campagna elettorale è segnato da altri episodi simili contro politici locali: un’auto bruciata, una busta intercettata con cinque proiettili per il sindaco antimafia Gianni Speranza e diversi magistrati. Il 13 settembre una busta contenente due cartucce calibro 9 ed una lettera di minacce con “l’invito” a non spostare personale dall’ospedale, giunge al Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Gerardo Mancuso.
Portici (Napoli). Il 6 febbraio 2010, va in fiamme alla porta di casa di Pierino Piro, Capo di gabinetto del Sindaco di Vincenzo Cuomo. L’amministrazione comunale di Portici è da tempo impegnata sul fronte della legalità, si è costituita parte civile nei processi contro la camorra e ha deciso di non far pagare le tasse comunali agli imprenditori che non pagano il racket. Altre lettere di minacce sono recapitate a giugno al sindaco Cuomo. Il Ministero dell’Interno annuncia l’attivazione di misure di protezione.
Partinico (Palermo). Il 4 novembre 2010 è completamente distrutta dalle fiamme la casa di campagna di Enzo Briganò, vicepresidente vicario del Consiglio provinciale di Palermo, che aveva già subito intimidazioni. Già ai primi di ottobre qualcuno aveva dato fuoco al portone dell’abitazione di Briganò, sempre a Partinico, e sfondato con una mazza il vetro del suo studio medico. E’ una vera escalation di attentati che spinge il prefetto Giuseppe Caruso a potenziare il controllo del territorio. Dietro gli attentati, l’interesse delle cosche per la realizzazione del Policentro, una affare da 300 milioni di euro.
Niscemi (Caltanissetta). Il 12 novembre 2010 Massimiliano Conti, consigliere comunale, trova una gallina impiccata al balcone della propria casa di campagna.
Ottana (Nuoro). Nella notte dell’8 febbraio 2010 esplode l’auto di Nicolino Pittalis, ex sindacalista della Uil chimici ed ex assessore comunale al lavoro. Pittalissi era dimesso da assessore per protesta contro lo Stato e la Regione, inadempienti sulla crisi industriale. Altre minacce erano state rivolte contro di lui con scritte minacciose e contro il Comune con una bomba fatta esplodere lo scorso 4 dicembre. Per Ottana è l’inizio di una stagione di fuoco: unaltra bomba esplode il 24 settembre davanti all’ufficio Servizi sociali del Comune, mentre tre fucilate a pallettoni sfregiano la facciata dell’abitazione del sindaco, Giampaolo Marras. Un proiettile rimbalza sulla culla dove dorme uno dei figli del sindaco, di tre mesi. La moglie resta leggermente ustionata da un altro proiettile. E le intimidazioni continuano per mesi.
Bordighera (Imperia). Il 27 settembre 2010, a tre consiglieri comunali, Donatella Albano, Ugo Ingenito e Marco Sferrazza, viene assegnata la tutela dei Carabinieri. Secondo l’inchiesta, condotta dalla Procura di Sanremo, i tre esponenti politici sono stati minacciati dalla famiglia Pellegrino, imprenditori calabresi originari di Seminara trapiantati in Liguria, che si sono visti rifiutare dal Comune la licenza per aprire delle sale gioco. Donatella Albano si era vista recapitare una fetta di limone chiusa in una busta bianca, poi una busta con un proiettile e alcuni mesi dopo un’altra missiva contenente un santino bruciato di San Michele Arcangelo, patrono della ‘ndrangheta. Proprio in concomitanza con le minacce ricevute dalla Albano, il 3 dicembre sono arrestati quattro calabresi, tutti di Taurianova (Reggio Calabria), trovati in possesso di una pistola calibro 6,35. Gli investigatori ritengono che il consigliere comunale potesse essere il potenziale obiettivo di un attentato. Il 10 marzo il consiglio comunale di Bordighera viene sciolto per infiltrazione mafiosa.
Fondi (Latina). Il 20 ottobre 2009 qualcuno tenta di incendiare l’auto del Comitato per la lotta contro le mafie e segretario del Pd Bruno Fiore. Il Comune di Fondi è commissariato dopo le dimissioni del consiglio comunale. Ma il Consiglio dei ministri ha detto no allo scioglimento per infiltrazione mafiosa malgrado la relazione positiva del ministro dell’Interno, Roberto Maroni.
San Felice Circeo (Latina). Il 22 marzo 2010, l’auto dell’assessore provinciale di Latina Giuseppe Schiboni, ex sindaco di San Felice al Circeo, viene stata data alle fiamme. L’episodio si verifica mentre è in corso un incontro elettorale di Claudio Fazzone, capolista del Pdl.
Bolsena (Viterbo) Il 26 aprile 2010 una lettera minatoria contenente un proiettile calibro 22 viene inviata a Maurizio Puri, consigliere di minoranza al Comune. All’interno della busta c’è un biglietto scritto a mano, in stampatello, con la frase: “Attento a quello che dici. Collega il cervello prima di parlare”.