Politica

Monti martedì da Vespa: esplode la polemica<br/>Porta a Porta si conferma la terza Camera

Il premier annuncia che illustrerà dal salotto bianco di Rai1 il pacchetto anti crisi e subito si scatenano le critiche. Poi in serata la precisazione: prima andrà a Montecitorio e a Palazzo Madama

Bruno Vespa

Cambiano i governi, terminano le legislature, si insediano gli esecutivi tecnici e sui banchi di Camera e Senato mutano le maggioranze ma la terza Camera dello Stato si conferma sempre la stessa: il salotto bianco di Bruno Vespa. Anche Mario Monti si accomoderà sulle poltrone di Porta a Porta, lo farà martedì sera per illustrare agli italiani le misure anticrisi che lunedì il Consiglio dei Ministri approverà. Ma l’annuncio ha scatenato una tale polemica da costringere Palazzo Chigi a precisare che le misure prima saranno illustrate a Camera e Senato lunedì: alle 16 il premier le presenterà ai deputati a Montecitorio e alle 18 a Palazzo Madama.

Ma tant’è, la presenza di Monti da Vespa diventa un caso. Rai1 ha modificato il palinsesto: un’anteprima di mezz’ora in prima serata e un approfondimento nel consueto spazio di seconda serata. Del resto il provvedimento anticrisi non è il contratto con gli italiani che Silvio Berlusconi lanciò dallo stesso salotto di via Teulada la sera dell’8 maggio 2001 in campagna elettorale. Inoltre va detto che nessun premier ha mai saltato l’appuntamento con Porta a Porta. Da quando il programma esiste, nel gennaio 1996.  Tutti i Presidenti del Consiglio si sono “presentati” attraverso le telecamere di Vespa. Lamberto Dini, Romano Prodi, Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Berlusconi svariate volte con performance da showman. Con Vespa da spalla. Indimenticabile quando, nell’Aprile 2008, il Cavaliere invitò il conduttore ad annusarlo: “Profumo di santità”.

Martedì sarà la volta di Monti, accompagnato dai ministri Corrado Passera ed Elsa Fornero. Ma la decisione ha suscitato polemiche tra le forze politiche e sul web. Durissima la reazione di Maurizio Fugatti della Lega. “Il presidente del Consiglio fa un altro sgarbo alla democrazia anteponendo la sua presenza televisiva al dovere istituzionale di riferire in Parlamento”, ha dichiarato, “sono ormai giorni che la Lega Nord chiede al presidente Mario Monti di intervenire in Parlamento per illustrare le decisioni che varerà il governo in materia economica”. Sarcastico invece è stato Osvaldo Napoli. “Invito tutti i colleghi parlamentari a sintonizzarsi, martedì prossimo, con la prima Rete Rai”, ha detto il deputato del Pdl. “Con un piccolo accorgimento si può anche evitare una lunga e noiosa discussione parlamentare”, ha aggiunto, “sarà sufficiente dotare ogni parlamentare di una macchinetta Auditel modificata: cosi, insieme allo share potranno essere contati anche i voti dei parlamentari a favore e quelli contrari alla manovra”.

Per Flavio Arzarello del Pdci, “il berlusconismo sotto quest’aspetto ha prodotto sfaceli, sarebbe giusto che la politica rispettasse prima i suoi spazi e poi quelli della spettacolarizzazione”. “Che tristezza”, ha commentato l’Aduc, “ve l’immaginate il presidente Usa, Obama, che spiega le misure del proprio governo sulla Cbs o su Fox?. Sinceramente non ce l’aspettavamo”. Ha ironizzato Roberto Rao. “Monti troverà da Vespa anche Paolo Crepet per le lacrime e Francesco Bruno per il sangue? Per i sacrifici basta il maggiordomo”, ha scritto su Twitter il deputato dell’Udc. Poi ha aggiunto: “La puntata andrà in onda in prima serata, voglio sperare”.  In difesa della scelta di Monti si è schierato invece Giorgio Merlo. “Credo sia un esercizio inutile, nonchè ridicolo, ironizzare sulla presenza di Monti a Porta a Porta nel presentare la futura manovra economica”, ha spiegato il deputato del Pd in una nota, “quello che conta è che vada sulle reti Rai e che dica le cose che vuol fare a tutti gli italiani”.

Quasi a sera però è arrivato l’annuncio di Monti: lunedì pomeriggio, subito dopo il consiglio dei ministri, il governo andrà prima alla Camera, alle 16 come concordato con Gianfranco Fini, poi al Senato, alle 18, a presentare il decreto. Un gesto apprezzato da molti, ma che non ha comunque spento le critiche di chi avrebbe auspicato una svolta anche comunicativa rispetto al passato. Ma certo, ha ironizzato Antonio Di Pietro, “Vespa è la terza Camera”.