Cinema

Tagli al welfare, la protesta degli assistenti sociali: “Non garantiti i servizi minimi”

E' successo ieri sera al teatro Galliera di Bologna, prima di uno spettacolo interpretato da disabili. Un operatore del settore rivolgendosi al pubblico: "Parliamo a voi che conoscete il problema: i servizi così ridotti non aiutano noi che viviamo con 700 euro al mese e voi che vivete la necessità del nostro aiuto". Presente e ignara l'assessore Frascaroli: "La situazione grave c'è, vedremo quel che si potrà fare"

di Carmen Pedullà

Hanno scelto un teatro, là dove tutto si delinea nel confine tra finzione e realtà, per dare voce e forma ad una protesta di diritti. Loro, sono gli educatori del coordinamento operatori sociali di Bologna, che ormai da mesi stanno conducendo una battaglia continua e serrata per dire ‘no’ allo smantellamento del welfare. Così ieri sera, al cinema teatro Galliera di Bologna, prima che andasse in scena Buonasera Signor Paolo, uno spettacolo teatrale di attori con e senza disabilità, a cura dell’Opera Immacolata onlus e del Teatro di Camelot, si è creata, tra un volantinaggio e l’altro, una vera e propria anteprima alla messinscena stessa.

Verrebbe da chiamarlo un vero e proprio ‘dietro alle quinte’, che ha smascherato le condizioni di chi si vede la copertura oraria nei propri servizi scolastici drasticamente ridotta, nonché  l’inaccettabile chiusura dei dormitori a dispetto dell’emergenza freddo e il taglio delle ore di assistenza domiciliare. Ma c’è di più. Perché spesso e volentieri centri diurni e residenze per l’handicap psichiatrico vengono accorpati creando quelli che vengono definiti ‘parcheggi per esseri umani’. Tutto, logicamente, made in Bologna.

E allora quelle parole taglienti creano un vero e proprio dialogo tra la realtà quotidiana e uno spettacolo dedicato a chi la disabilità la vive sulla propria pelle, come riportato sul volantino: “Buonasera signor Paolo, siamo qui a congratularci e a gratificarci per quest’iniziativa che mette sul palco la disabilità, diversità e ricchezza dell’uomo. Ma deve sapere che alcuni onorevoli signori che si puliscono la bocca, edificano la propria immagine con eventi simili a quello di oggi, lontano dalla messinscena sono piuttosto cattivi”. Chiaro il riferimento diretto all’amministrazione della città, primo fra tutti all’assessore al welfare Amelia Frascaroli che ieri sera,  si trovava proprio al Galliera per introdurre lo spettacolo. Al suo arrivo in bicicletta, qualche occhiata fugace agli striscioni e poi, al momento della consegna del volantino, uno scambio di battute con un operatore “Ah siete venuti qui? Comprendo la situazione ma è giusto parlarne in altre sedi, non qui”.

Quando poi, arriva il momento introduttivo dello spettacolo, gli educatori si sono camuffati in semplici spettatori facendo il loro ingresso nella platea, muniti di volantini e striscioni che recitano: Ci avete rotto i servizi. “Siamo qui – ha dichiarato Marco Martucci del coordinamento – per protestare contro un welfare che sta implodendo sempre più. Siamo qui per raccontare a voi, persone  attente e sensibili, perché quando parlo di disabilità, di servizi e di assistenza sapete di cosa sto parlando, per raccontarvi come molti di noi arrivino a percepire 500-700 euro al mese, perché i servizi sono stati ridotti. In questo modo non vengono rispettati né i diritti dell’utenza né di chi lavora per garantire quella servizi di assistenza indispensabili”.

A questo punto non poteva non replicare l’assessore Frascaroli che, nel suo intervento introduttivo, ha ammesso “Come pesino su questa situazione grosse responsabilità dell’amministrazione, a cui cercheremo comunque di far fronte per togliere il peso di quanto sta accadendo, dalle spalle dei lavoratori”. Insomma quello dell’assessore al welfare si è dimostrato un tacito assenso a “la situazione grave c’è, vedremo quel che si potrà fare”. Quando calano le luci e lo spettacolo prende il via ogni barriera si dissolve. La realtà per cui si battono gli educatori, prende forma sul palco, dove ragazzi diversamente abili e non esprimono sé stessi. Per un attimo, quella barca che ondeggia solitaria sul mare, unisce proprio tutti.

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