In provincia di Catania, i politici di Aci Sant’Antonio rischiano i gettoni di presenza. Così, maggioranza e opposizione votano un emendamento con il quale raschiano il barile di diverse altre voci di bilancio. "Cose da niente", tra cui però figurerebbero anche la refezione scolastica, l'assicurazione dello stesso ente e le attività della Pro loco
In provincia di Catania, i consiglieri comunali di Aci Sant’Antonio hanno presto imparato dal governo nazionale e votano un importante emendamento all’unanimità. Senso di responsabilità e piani anti-crisi sono arrivati fino al paesino siciliano? Tutt’altro: i consiglieri rischiano i gettoni di presenza e corrono ai ripari. Nel bilancio preventivo 2011 del Comune etneo, infatti, non sono previsti i soldi per la loro indennità. Ma i consiglieri non ci stanno e tutti, di maggioranza e opposizione, votano un emendamento con il quale raschiano il barile di diverse altre voci di bilancio. «Una manovra da 180 mila euro, di cui 113 mila tagliati dalle spese correnti e la parte restante dalle opere di urbanizzazione», spiega il consigliere del Pd Giuseppe D’Agata. «Abbiamo tagliato delle cose minime come esperti, consulenti e portavoce, delle cifre irrisorie, perché è giusto che venga pagata la nostra indennità», aggiunge Alfio Puglisi, all’opposizione con il Pdl. «Cose minime» tra cui figurerebbero anche la refezione scolastica, l’assicurazione dello stesso ente e le attività della Pro loco. Una manovra che servirà anche «a ripianare disavanzi del 2010», precisa D’Agata.
«Aspettiamo da undici mesi la nostra indennità, che per altro è tra le più basse in Sicilia, 23 euro netti a seduta» continua Puglisi, che accusa l’amministrazione di cattiva gestione. I consiglieri, così come il presidente del Consiglio comunale Nuccio Raneri, Mpa, tengono comunque a precisare che i soldi racimolati verranno spesi anche per altri servizi che altrimenti mancherebbero. «Abbiamo destinato altri 15 mila euro al pagamento dell’abbonamento dell’autobus per gli studenti» spiega. Peccato però che tali somme non potranno essere utilizzate perché a dicembre il bilancio non è ancora stato approvato, mentre i ragazzi continuano ad andare a scuola. Tra le tante voci dei tagli anche cinquemila euro per la refezione scolastica e altrettanti per i buoni pasto dei dipendenti comunali, mille euro per la manutenzione degli impianti di riscaldamento e dieci mila euro per la copertura assicurativa dell’ente.
Il presidente Raneri, però, insiste: i soldi trovati per i consiglieri non solo non verrebbero sottratti a servizi importanti, ma sarebbero proprio in più. «Al 18 ottobre le cifre prese risultavano in eccesso all’impegno della spesa. I servizi erano già stati coperti – afferma – In fin dei conti non si tratterebbe di veri tagli ma di cambio d’uso di somme inutilizzate». E quali sono i settori così floridi da essere tagliati? Né lui né Puglisi sanno fare altri esempi. «Non ho la delibera sott’occhio» tagliano corto entrambi. E in cosa verrebbero reinvestiti questi soldi, escluse le indennità? A saper rispondere è solo il consigliere D’agata che, documenti alla mano, specifica come «altri cinque mila euro verranno utilizzati per lavori di manutenzione o l’acquisto di arredamenti per le scuole e 27 mila euro per debiti fuori bilancio del 2010».
Gli abitanti di Aci Sant’Antonio però di questa ricchezza del loro Comune non erano a conoscenza. E diffidano, convinti che i consiglieri abbiano tagliato servizi importanti per i cittadini soltanto per pagare i loro gettoni di presenza. «Hanno azzerato tutto per i loro comodi. Non mi daranno neanche un euro quest’anno per le attività della Pro loco – afferma arrabbiato Sabastiano Basile, il presidente dell’associazione – e il sindaco non ha neanche i soldi per fare l’albero di Natale». «Non voglio entrare in polemica – risponde Giuseppe Cutuli, il primo cittadino del Movimento per l’autonomia, – ma sono stati prosciugati tanti capitoli e io non posso più rinnovare il contratto all’addetto stampa o pagare le indennità dei dirigenti». «Non ho neanche i soldi per organizzare il Natale», conferma. E’ per questo che non ha previsto il pagamento per le indennità nel bilancio appena presentato – e ancora non votato – spiega. Il motivo è semplice: «Non ci sono i soldi». Il problema si trascina da agosto: per fare cassa il primo cittadino avrebbe proposto l’applicazione dell’addizionale irpef, bocciata dal consiglio. Niente introiti extra? E allora niente indennità, pare essere stata la decisione di Cutuli. I litiganti, comunque, dovranno approvare il bilancio entro il 23 dicembre, pena lo scioglimento del consiglio e il rischio che tanta fatica sia stata fatta per nulla.
di Desirée Miranda – Redazionesottosfratto