Porta Portese, uno tra i più importanti mercati d’Europa (insieme al Rastro di Madrid, il mercato delle Pulci di Parigi e Portobello Road di Londra), il quinto punto di richiamo turistico a Roma, è totalmente abusivo e rischia la chiusura. La denuncia arriva dal presidente dell’associazione degli operatori dello storico mercato, Maurizio Cavalieri. Un abusivismo atavico, che sembra quasi abbia avuto un placet tacito da tutte le amministrazioni capitoline susseguitesi negli anni. “Abusivi come dieci anni fa, trent’anni fa, come sempre”, ricorda Cavalieri.

Ma nel 2001 qualcosa cambia, o almeno questa era la speranza degli operatori del mercato di via Portuense. “A quella delibera approvata nel 2001 dal consiglio comunale, che riconosceva Porta Portese e la figura dell’operatore storico, e dava le linee guida per regolarizzare il mercato – racconta Antonio Conti, portavoce della rete nazionale operatori dell’usato – sarebbe dovuta seguire la parte attuativa: fare cioè di Porta Portese un moderno e legale mercato delle pulci”. Niente da fare, anzi, gli operatori del mercato più importante d’Italia, oltre al danno (la totale assenza di una regolamentazione), subiscono una vera e propria beffa: per dare attuazione a quella famosa delibera di qualche anno prima, nel 2008 arriva un censimento di tutti gli operatori (150 agenti della polizia municipale che, ogni domenica, per sei mesi, raccolgono i dati di tutte le persone dietro i banchi). Una fotografia accolta con favore dagli stessi operatori che però, non solo non produce nulla ai fini della regolarizzazione, ma si traduce anche in un nuovo ostacolo “per tutti gli operatori che – spiega Maurizio Cavalieri – prima avevano la possibilità di un ricambio tra di loro: la gente che non veniva più a vendere, la gente deceduta, lasciava il posto agli altri. Adesso, a causa di questo censimento, nessuno, che non rientra in quegli elenchi, può entrare a vendere nel mercato. E questo – denuncia il presidente degli operatori di Porta Portese – conduce il mercato soltanto verso la fine”.

Ma quello di Porta Portese, così come altri mercati irregolari (ad esempio quello di Primavalle), è un paradosso tutto romano: “Irregolare si, ma tollerato”, sottolinea Cavalieri. Ogni domenica infatti, circa 60 vigili urbani controllano un mercato abusivo che, come già successo tre anni fa, potrebbe essere sgomberato in qualsiasi momento. “Capita poi – racconta Cavalieri – che quando ci troviamo a parlare della nostra situazione, durante i vari convegni della rete Onu (Operatori nazionali dell’usato), in tutta Italia, i colleghi di altre città si rifiutano di credere che il mercato più importante del Paese sia totalmente illegale”. Una situazione insostenibile, degradante e umiliante per operatori che, come Maurizio Cavalieri, svolgono questa attività da trent’anni con la stessa passione di sempre. E il silenzio, il totale disinteresse delle amministrazioni, sta portando irrimediabilmente lo storico mercato di via Portuense verso la chiusura. I vari tentativi finora fatti, dal presidente dell’associazione degli operatori di Porta Portese, per chiedere la regolarizzazione, sono tutti caduti nel vuoto. “Abbiamo avuto diversi incontri, tra i quali quello di quest’estate con l’assessore al lavoro e alle attività produttive, Bordoni – ricorda Cavalieri – a cui sarebbe dovuto seguire, entro trenta giorni, un documento programmatico definitivo. Ci aveva promesso – prosegue – una regolarizzazione di tutte le persone aventi diritto all’interno del mercato, chiudendo una parte del mercato e ampliandolo su una’altra via, oppure dividendolo in due: lasciando cioè la peculiarità del mercato (i suoi operatori storici) su via Portuense e spostando in un’altra via chi vendeva il nuovo”. Nulla di tutto questo. La volontà sembra dunque essere quella di insistere sul paradigma che ha fin qui caratterizzato il mercato di Porta Portese, quello dell’illegalità e “aspettare – paventa Cavalieri – un brutto episodio, per poter dire basta! Chiudiamo il mercato”. Malgrado infatti le denuncie fatte dagli stessi operatori, il malaffare, tra i banchi di via Portuense, rimane. “Se succedesse una cosa del genere – annuncia Cavalieri – in migliaia, saremmo pronti a bloccare Roma”.

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