La crisi made in Italy investe anche lo sport nazionale. Che viene messo pesantemente a dieta con il taglio ai finanziamenti imposto dal Governo Monti al Coni, e di conseguenza da quest’ultimo alle federazioni. Le ragioni le ha spiegate lo stesso numero uno del Comitato olimpico, Gianni Petrucci, al Consiglio nazionale di qualche giorno fa: “La preannunciata riduzione del finanziamento del Coni è puntualmente arrivata. Il contributo statale è passato da 447,8 milioni di euro del 2011 ai 408,9 milioni previsti per il 2012. Abbiamo pertanto previsto un taglio per le attività sportive delle federazioni pari al 20 per cento dei contributi”. E ancora, giusto per sottolineare che le cose vanno male per tutti e che poteva andare peggio: “Considerando il momento di crisi del Paese è andata bene così”. Fine del messaggio, si comincia con le forbici.
Numeri alla mano, chi subirà la maggiore riduzione sarà naturalmente il calcio, che da 78,570 milioni di euro passerà a 62,541 milioni, meno 16 milioni e tanti saluti allo sport che da solo incassa più del 40 per cento dei contributi targati Coni. Staccatissimi tutti gli altri, dall’atletica che registra una differenza in negativo di 1 milione e 313 mila euro, al nuoto, che segue con 1 milione e 209 mila euro. Il criterio vale per tutti, meno 20 per cento. Con due distinzioni. La prima, che ricorda il segretario generale Coni, Lello Pagnozzi: “Il taglio dei contributi viene in parte modulato dal ricorso ai fondi accantonati soprattutto per le federazioni impegnate ai Giochi di Londra 2012“. Che significa, in soldoni, che gli sport che riusciranno a guadagnarsi il pass per le Olimpiadi del prossimo anno riceveranno un aiuto per fare fronte come si deve all’impegno. La seconda distinzione: chi incassava già poco, non sarà oggetto di una sforbiciata che potrebbe diventare letale. Per intenderci, le federazioni che nel 2011 non ricevevano più di 1 milione di euro (caccia, comitato paraolimpico, cronometristi, danza sportiva, medici sportivi e squash) non saranno interessate dal provvedimento.
Diverse le reazioni del mondo sportivo. Tra queste, farà senz’altro discutere quella di Franco Carraro, attualmente commissario straordinario della Federazione sport invernali, ma per anni riferimento quasi esclusivo del calcio. “Tutti fanno sacrifici, è giusto che li faccia anche lo sport. Anche se va detto che i tagli di cui si parla non possono essere considerati letali, soprattutto per le federazioni che potranno recuperare parte del denaro partecipando a Londra 2012”, ha detto a ilfattoquotidiano.it l’ex numero uno della Federcalcio. Che a proposito dei modi e dei tempi del “risparmio forzato” che interesserà anche la Fisi fa sapere che “si capiva già da tempo che aria tirava e che prima o poi sarebbe arrivato questo tipo di decisione da parte del Coni. Per questo, già nei primi giorni del mio insediamento (ndr, settembre 2011) ho dato il via ad una politica di massimo contenimento delle spese amministrative e burocratiche. Abbiamo sospeso la pubblicazione del bollettino e tagliato tutto ciò che consideravamo superfluo e non necessario”. L’obiettivo: preservare quanto più possibile la parte sportiva. “Anche se – aggiunge Carraro – la crisi è così importante che gli atleti dovranno cominciare ad abituarsi all’idea di tirara la cinghia, perché saranno prima o poi chiamati anche loro a fare sacrifici. Ripeto, come tutti”.
Per Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo, “il rischio di intaccare l’attività sportiva è reale e concreto. Anche se sicuramente cercheremo di razionalizzare prima in altri settori, compresa la periferia. Faremo il possibile per privilegiare la salvaguardia per gli stanziamenti relativi alla parte tecnica. Anzi, su quella rafforzeremo un po’ perché ci attendono numerose gare di Coppa del mondo che valgono la qualificazione importantissima a Londra 2012“. Il ciclismo italiano parte da una situazione difficile. Perché i guai cominciano da lontano. Spiega Di Rocco: “Credo che la nostra federazione rappresenti un caso a sé. Noi siamo già sotto piano industriale, nel senso che abbiamo ereditato dalle precedenti gestioni un bilancio drammatico e che da tempo stiamo risanando. Per cui, oltre ai 700 mila euro all’anno che dobbiamo accantonare per questa ragione, da oggi dovremo aggiungere il milione di euro circa imposto dai tagli. Come fare? Stringeremo i denti fino alle Olimpiadi, poi vedremo”. La ricetta per recuperare quattrini altrove è nota, almeno per il responsabile del ciclismo italiano: “Bisogna avere dei campioni che generino comunicazione. Come la Pellegrini per il nuoto o i vari Tomba e Compagnoni di qualche anno fa nello sci. Altrimenti, è complicatissimo”.