Trenta, trentacinque minuti. Non di più. Mezz’ora abbondante per illustrare agli italiani i contenuti e, soprattutto, lo spirito da cui è nata la manovra del suo governo, per rispondere alle domande logiche del conduttore, per spiegare che i sacrifici richiesti al Paese reale non saranno vani. E’ il Mario Monti che l’Italia ha imparato a conoscere quello ospite dell’edizione speciale di Porta a Porta. L’unica, vera differenza rispetto alle precedenti uscite pubbliche è, neanche a dirlo, il luogo in cui ha parlato. Non il Parlamento, non la stanza chiusa di un vertice con altri capi di Stato, bensì uno studio televisivo, lo stesso in cui il suo predecessore aveva firmato “il contratto con gli italiani”. Bruno Vespa chiede, lui risponde. Poltrona bianca, basso profilo, tono della voce inversamente proporzionale alla gravità della situazione ereditata. E il premier non ha esitato a ribadirlo, sin dalle prime battute del suo esordio televisivo. “Ho invitato tutti a considerare che questa operazione di rigore, equità e crescita chiedeva sacrifici – ha detto il premier – ma l’alternativa non era andare avanti come niente fosse, bensì correre il rischio che lo Stato non potesse pagare stipendi e pensioni”.
“GLI ITALIANI CAPIRANNO”
Ed è proprio dal rischio fallimento che il presidente del Consiglio è partito per fare il punto sulle reazioni che le sue misure hanno provocato nel Paese. ”In passato ci sono stati scioperi, anche generali, per molto meno. Francamente capisco la reazione ma invito anche tutti a pensare cosa sarebbe accaduto al lavoro e alle pensioni senza questo intervento” ha detto il premier, riferendosi alle proteste annunciate dai sindacati. “Con i mezzi che ci erano dati – ha aggiunto – abbiamo comunque fatto molta più redistribuzione di quanto non si sia mai fatto. Gli italiani capiranno e noi spiegheremo le nostre decisioni”.
PENSIONI E SCUDO FISCALE
Il capo del Governo ha poi spiegato il ragionamento che l’ha portato a toccare le pensioni di anzianità. In questo frangente, è emerso il lato più umano del professore, per certi versi sconosciuto i tempi di lacrime e sangue. “La cosa che mi ha fatto più soffrire è quando ho visto che per fare una cosa corposa bisognava chiamare a contribuire anche i pensionati e quelli con livelli molto bassi con il blocco dell’inflazione – ha detto l’ex rettore della Bocconi -. A quel punto ho capito che bisogna chiamare a contribuire anche quelli dello scudo fiscale”. Soldi che sarà possibile recuperare perché – è il ragionamento di Monti – “chi ha fatto rientrare i capitali è anonimo ma ci sono banche e istituzioni finanziarie, abbiamo fatto un’analisi attenta”.
NOI E LA GRECIA
D’obbligo il parallelismo con la situazione ellenica, da mesi divenuta l’incubo da evitare. Franche, in tal senso, le parole del premier: “Sì, siamo più forti della Grecia e per questo saremmo stati più colpevoli. Siamo il Paese che è vissuto bene accumulando la ricchezza del passato più che produrne di nuova. Noi seguivamo la Grecia a tre mesi di distanza”.
CAMBIAMENTI ED EQUITA’
Interrogato sulla possibilità di apportare delle modifiche (specie sul tema delle pensioni) alla manovra concepita dal suo governo, il presidente del Consiglio non ha lasciato spazio a grandi margini di cambiamento. ”Il Parlamento è sovrano, il tempo è poco, i margini pochissimi” ha detto Monti, ribadendo che “non va bene se nella discussione della manovra c’è qualcuno che chiede di cambiare il contenuto a patto di non cambiare i saldi. Questo va bene in un’ottica di bilancio ma non di equilibrio e di equità delle misure”. Il capo del governo, sul tema pensionistico, si è rivolto direttamente a chi dovrà pagare dazio alle sue misure, spiegandone il principio di base: ”Capisco il disorientamento dei pensionati ma la spesa italiana è squilibrata sulle pensioni; equità è anche quella verso generazioni future – ha detto Monti -. Non è un tema astratto ma in passato la politica per motivi di consenso ha soddifatto tutti caricando il debito sui giovani”.
PD-PDL
Il professore, inoltre, si è detto convinto di riuscire “nell’equilibrismo” di conciliare la “richiesta di continuità che viene da metà del Parlamento e di discontinuità che viene dall’altra metà”. Una dichiarazione squisitamente politica, quindi, che il capo del governo non ha comunque mancato di tradurre nel concreto, sottolineando che “sulla continuità di Berlusconi c’è l’attuazione concreta e seria degli impegni che il Cavaliere ha preso nei confronti dell”Europa. La discontinuità cerchiamo di metterla dando più accento al sociale e distribuendo meglio i carichi”.
LE FAMIGLIE E IL LAVORO
Il presidente, poi, ha voluto smentire alcune letture del pacchetto anti-crisi, sottolineando che “non è del tutto vero che non ci siano delle misure per le famiglie nella manovra perché donne e giovani sono componenti fondamentali della famiglia oltre che della società italianà. Abbiamo sgravato il carico fiscale per le imprese che assumono donne e giovani”. Monti, inoltre, ha affrontato il tema del mercato del lavoro, che – lo ha detto il premier – “sarà il nostro prossimo cantiere e la concertazione sarà essenziale. Vorrei evidenziare che tutte le economie europee vanno verso un sistema che coniuga la flessibilità e sicurezza per il lavoratore”.
ICI
Non poteva mancare, nell’intervista di Bruno Vespa, una domanda sulle misure più difficili da digerire, prima fra tutte quella del ritorno dell’Ici. “La prima casa è una cosa importante per la vita dei cittadini, ma è anche una cosa che consuma risorse pubbliche: ci vogliono infrastrutture intorno alle case, le città costano. In tutti i paesi anche la prima casa contribuisce al mantenimento dei servizi pubblici” ha detto il premier, spiegando così la decisione del suo governo di reintrodurre la tassa sulla prima casa.
AUMENTO DEI CARBURANTI
In tema di misure indigeste per la popolazione, l’aumento del prezzo dei carburanti è la mazzata forse meno attesa. Ma per Monti era assolutamente necessaria. “‘Sì, l’aumento delle accise sulla benzina era indispensabile anche per l’esigenza del trasporto pubblico locale” ha sostenuto il presidente del Consiglio, che ha comunque voluto sottolineare come accanto a queste misure che interessano molto i cittadini, ce ne sono altre, come ad esempio la tassazione “delle grandi liquidazioni dei dirigenti finora tassati con aliquota media (23%) e che invece verranno tassati con una aliquota del 46%”.
COSTI DELLA POLITICA
L’ex rettore della Bocconi, poi, ha fatto intendere che, dopo l’approvazione della finanziaria, il piano di tagli ai costi della politica continuerà. ”Nella manovra c’è un inizio, ma abbiamo istituito una task force, aperta a contributi anche di giornalisti, per procedere a ritmi spediti verso la riduzione dei costi della politica” ha detto il premier, riconoscendo che anche dal Parlamento, sui vitalizi, sono stati fatti “gesti significativi”.
“RIPENSARE AREA EURO”
Dopo una manovra che ha permesso alpaese di “non deragliare dai binari” occorre che anche “le politiche economiche europee facciano i loro progressi. L’area dell’euro, insomma, deve essere ripensata rapidamente”. E’ quanto ha sostenuto Monti, confidando che, in concomitanza dei prossimi vertici europei, “l’Ue spalanchi gli occhi, i mercati spalanchino gli occhi per guardare a quello che ha fatto l’Italia. E lo ha fatto – ha sottolineato – per se stessa oltre che per le esigenze europee” ridando al paese “titolo per partecipare da protagonista e non da osservatore ai vertici internazionali”.