La città di Predappio non vuole bandiere quando si tratta di storia. È il caso dell’ex Casa del Fascio, progettata dall’architetto Arnaldo Fuzzi e costruita dal 1934 al 1937, di nuovo in pericolo dopo solo cinque anni dall’ultimo restauro, concluso nel 2007 e costato 300.000 euro. Soldi pubblici.
“Ogni anno abbiamo circa 100.000 turisti e non tutti sono vestiti di nero” sottolinea il sindaco Giorgio Frassineti “Perché questa città, che ha dato i natali sia al Duce, sia al partigiano Adone Zoli, ex Presidente del Consiglio, è un simbolo della storia italiana.”
Salvare un edificio di grande valore architettonico, icona del periodo razionalista e del ventennio nero, è obbligatorio per il primo cittadino, anche se è un edificio fascista. “Questo è il luogo giusto per studiare e comprendere la storia, e la città vuole trasformarlo in un punto chiave della lotta culturale europea del novecento”.
Riconoscendo il valore storico e architettonico della struttura, pericolante al punto da dover essere transennata su un lato, personalità di centrodestra e centrosinistra si sono mobilitate e hanno lanciato un appello al governatore Vasco Errani in cerca di soldi e di risposte.
Il primo a denunciare lo stato pietoso dell’ex Casa del Fascio è stato il consigliere regionale Luca Bartolini, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta al fine di conoscere la ditta che nel 2004 si occupò del primo restauro. Lavori durati tre anni, di cui uno solo però è stato effettivo, che hanno semplicemente messo in sicurezza l’edificio. Ma evidentemente sono stati eseguiti in maniera inaffidabile visti i cedimenti che si stanno già verificando nella struttura.
“A rigor di logica tutto doveva essere come nuovo e invece” come ha sottolineato in aula Bartolini “alcune lastre del rivestimento in travertino versano in uno stato di pericolo, essendosi distaccate dalla base. E non a caso, poco dopo, la parte bassa dell’Ex Casa del Fascio è stata transennata per motivi di sicurezza. Come mai a soli quattro anni dalla fine del restauro, e dopo trecentomila euro spesi, si riscontrano già questi problemi?”.
“Le ipotesi sono due” ha incalzato il pidiellino “o all’ex Casa del Fascio di Predappio, che insieme alla colonia AGIP di Cesenatico rappresenta una delle più importanti e imponenti opere dell’architettura moderna nella regione Emilia-Romagna, ci troviamo davanti ad un degrado a tempo di record, oppure ci sono stati problemi in fase di restauro”.
Anche il Sindaco di Predappio Giorgio Frassinetti, di centro sinistra, è preoccupato dalla situazione dell’edificio e “non vuole entrare in polemica con nessuno perché stiamo parlando di un bene comune ed è giusto avere alleati di tutti i fronti. Non possiamo permettere che crolli”.
Per questo ha lanciato un progetto di valorizzazione in accordo con il Comune, la Sovrintendenza e l’Agenzia del Demanio per riportare all’antico lustro un edificio che vanta una torre di 40 metri e sale per 2000 metri quadri complessivi. Il costo dell’impresa ammonterà però, molto probabilmente, a circa 6 milioni di euro. Una cifra non facile da reperire visti tagli e crisi, “è quindi evidente che non si possa rifiutare l’aiuto di nessuno, qualunque sia il suo simbolo di partito”.
“La Cassa di Risparmio di Forlì ha già stanziato 500.000 euro ma abbiamo bisogno anche dell’aiuto della Regione, del resto stiamo parlando di patrimonio italiano” spiega il sindaco, che ha già arruolato Ulisse Tramonti, docente di progettazione architettonica e l’architetto Alessandro Lucchi.
Una campagna che capita in un momento davvero poco propizio per la Regione, che presto dovrà stanziare cospicui fondi per molti altri settori, anche culturali, ma con le casse sempre più vuote. Come quelle dei cittadini.