Per molti il boss era un benefattore "uno che se avevi bisogno di lavoro ti dava una mano". Adesso il timore è che le nuove leve, giovani e armate, facciano esplodere una guerra per il controllo del territorio
Lo hanno trovato a casa sua a Casapesenna. Michele “Capastorta”, come tutti i boss, dal suo paese non si è mai allontanato veramente. Qui in vicoli e vicoletti, come una giungla di cemento, si è sempre nascosto, grazie alle numerose complicità, sfuggendo alla cattura da 16 anni. Hanno cominciato a scavare in vico Mascagni alle 5 di questa mattina. Sono arrivate ruspe, trivelle, e tanti agenti delle forze dell’orine, insieme ai vigili del fuoco. Stavolta sono andati a colpo sicuro.
Zagaria si nascondeva in un bunker ricavato sotto il bagno dell’abitazione. Un pavimento completamente rimovibile sotto il quale c’erano tutti i comfort. Si è arreso prima poco dopo le undici, quando in quel buco non si respirava più. Avevano staccato l’energia elettrica e probabilmente l’aria condizionata ha fatta il resto. Gli sono caduti in testa anche molti calcinacci, ma niente di preoccupante per la sua incolumità fisica. Scene di giubilo dei tantissimi agenti accorsi sul posto. Sono arrivati anche i magistrati della DDA che seguono da anni le tracce del latitante del clan dei casalesi.
Nel bunker sono stati trovati anche due libri di Raffale Cantone, magistrato napoletano per 8 anni nella Dda di Napoli che ha seguito passo passo le tracce del boss della camorra casalese. Facce meste, però, da parte di tante persone del posto che sono accorse a vedere il boss. Quasi nessuno pareva contento. “Oggi qui è una giornata di lutto. Zagaria per noi c’era sempre, c’era se ci servivano soldi, lavoro. Ora siamo soli – dice un ragazzo del posto – . Temiamo che dopo la sua cattura qui si scateni una nuova guerra di camorra – E di sangue da queste parti ne è scorso molto”.
“Le nuove leve non sono affidabili. Si drogano – aggiunge un anziano signore che si avvicina alla casa dove era nascosto Zagaria – . Ora ci vorrebbe la presenza dello Stato in ogni angolo e in ogni strada di questo paese, altrimenti sarà peggio di prima”.
Zagaria lo portano via in un’auto con i vetri scuri poco dopo le 13. Destinazione Questura di Caserta. Davanti e dietro l’auto con a bordo il boss decine di altre auto della polizia e un elicottero che volteggia nell’aria. “Finalmente l’abbiamo preso – dice il procuratore capo della Dda, Cafiero de Raho – Ma non è finita. La camorra è ancora forte”.