Uno dei fedelisismi del governatore Scopelliti sceglie la rete per attaccare con insulti razzisti il comico toscano. "Nauseati" e "schifati" si definiscono quelli del Pdci. La polemica infatti appare sterile davanti alla crisi economica che sta vivendo il comune di Reggio Calabria
Benigni? Un miliardario, un comunista e un ebreo. Parla l’assessore comunale all’Urbanistica di Reggio Calabria Luigi Tuccio che è anche coordinatore “Grande Città” del Popolo della Libertà.
Prendendo spunto dallo show di Fiorello andato in onda su Raiuno, infatti, il fedelissimo del governatore Giuseppe Scopelliti si scaglia contro Roberto Benigni: “…Abbiamo pagato Benigni per fargli fare l’ennesima filippica contro Berlusconi e la lode della merda! Comunista ebreo miliardario e senza contenuti!”.
Mentre il Comune di Reggio Calabria affonda tra inchieste giudiziarie sulla “zona grigia” e buchi in bilancio da 171 milioni di euro, il Pdl pensa ad altro. Non certamente agli scandali del Palazzo, al ministero dell’Economia e agli ispettori della Procura della Repubblica che certificano la voragine delle casse comunali frutto della “Reggio da bere” di stampo scopellitiano. E neanche alla richiesta che il ministero dell’Interno ha formulato al prefetto Luigi Varratta che dovrà preparare una relazione al fine di valutare un eventuale esercizio dei poteri d’accesso al Comune da parte del Viminale.
Piuttosto che preoccuparsi di come uscire da una crisi che ha radici profonde nove anni, uno dei rappresentanti di punta dei “Peppe boys” si cimenta su Facebook in esternazioni razziste. Le parole comunista, ebreo e miliardario, evidentemente per l’ex Msi ed ex An, sono da considerare di accezione negativa.
A stigmatizzare le dichiarazioni di Tuccio sul social network è stato il segretario reggino del Pdci, Ivan Tripodi, che ha affermato: “Siamo letteralmente nauseati e schifati per quanto ha pubblicamente scritto l’assessore. Si tratta di comportamenti e atteggiamenti di chiaro stampo antisemita e anticomunista, frutto di una concezione nazista e fascista della società”.
Attraverso un comunicato stampa, Tripodi ha segnalato anche le altre frasi con cui Tuccio ha spiegato il senso di quanto scritto su facebook: “Non ho difficoltà – ha aggiunto il coordinatore del Pdl – a definire ebreo chi è miliardario ed ostenta umiltà e parsimonia in un contesto che non gli è consono… Il fatto che io non provi simpatia verso il popolo ebreo non credo sia un’offesa”.
Il segretario dei Comunisti italiani di Reggio Calabria giudica gravissimo l’atteggiamento di Tuccio che, a questo punto, “non può assolutamente continuare ad espletare l’incarico di assessore della città di Reggio Calabria: si deve dimettere immediatamente”.
“Lo abbiamo sempre detto e oggi lo ripetiamo con prove inconfutabili – conclude l’esponente del partito di Diliberto – si definiscono del Pdl, ma gratta gratta e al di là di finte abiure, escono fuori i fascisti che sono sempre stati. È, comunque, del tutto evidente che le gravissime parole dell’assessore Tuccio rappresentano uno sfregio, non solo alla comunità ebraica italiana e internazionale, ma a tutta la città di Reggio Calabria e all’attonita popolazione reggina, che, sempre, nella loro storia hanno evidenziato aspetti di enorme solidarietà, di profonda tolleranza e di pieno rispetto nei confronti del prossimo”.
In serata, le scuse postume dell’assessore Tuccio. Il “Peppe boys” affida sempre a facebook la sua precisazione: «Allora sia chiaro: chiedo scusa a chi nel 2011 si sente offeso perché ho definito Benigni ebreo. Non sono razzista, anzi sono tollerante e predico l’eguaglianza tra gli uomini. Evidentemente ho sbagliato a scrivere. Per quanto mi riguarda però la tv di stato non può pagare un grande artista (perché resta tale) per fargli fare la canzone sulla cacca”.
Contattato telefonicamente, l’assessore non può non ammettere l’errore: “Sono mortificato. Ho scritto quella frase non considerando il termine inopportuno che ho utilizzato». E riferendosi a Benigni: «Volevo dire che è una persona molto ricca che prende in giro il pubblico. Non mi sembra giusto che l’operato di un assessore deve essere giudicato dalle cazzate che scrive su facebook”.