Parliamo di cover band? Magari evitando di scivolare nei soliti luoghi comuni, evitando le critiche feroci che governano i sentimenti dei puristi della musica e cercando invece di capire cosa si nasconde dietro il successo indiscusso di questo strano fenomeno.
Già, perché le cover band non sono una questione meramente nazionale, gli States pullulano “di replicanti”, la Terra d’Albione pure; quindi, cari esterofili dei miei stivali, “o voi che siete sempre pronti a denigrare tutto ciò che la madre patria offre”, mettetevi a cuccia.
Che cosa sono intanto le cover band? A tal proposito Wikipedia dice:”Gruppi che si prefiggono come intento esplicito quello di fornire al pubblico un’esperienza visiva e sonora idealmente indistinguibile da quella vissuta dal pubblico dei concerti originali”.
Santa pazienza! Di cosa stiamo parlando? Ma questi non sono musicisti, sono delinquenti! Chi glielo spiega ai fans di Ligabue che c’è “una copia carbone vivente” in giro per la penisola che non solo ha la voce migliore dell’originale ma porta pure “i texani” più belli dei suoi! E cosa penserà il quarantacinquenne canuto sentendo il ritornello di Pride, restituito meglio che da Bono Vox in persona? Per non parlare della depressione caspica alla quale andrà incontro “il piccolo fan” dei Cure, una volta visto e sentito il clone di Robert Smith.
A questo punto chi salverà la musica?
Non abbiate timore, continuate “a ballare sul mondo”, urlate pure a squarciagola “In The Name of Love” e voi, “darkettoni” della prima ora, spalmatevi malamente cerone e rossetto ancora una volta; a giudicare dal successo di pubblico che riempie i locali ogni qualvolta succede “il miracolo”questo è quello che vi meritate.
Ma facciamo un passo indietro. Stiamo parlando di fini musicisti oppure di spregevoli millantatori? Mediamente le cover band restituiscono – come già detto – “un prodotto vero”, traducibile molto spesso in un successo in piena regola, al punto che, alcune di esse, sono riconosciute ufficialmente dal gruppo originario, con tanto di investitura ufficiale. Immaginare Dave Gahan incontrare il proprio clone, facendogli presente che il problema non è la voce – resa perfettamente – ma la stesura dell’eyeliner sugli occhi… ”ci piace”! Così come non avrebbe prezzo assistere al dialogo delirante tra il Vasco nazionale e l’epigono prescelto, riguardo ai “clippini” eventuali da riprodurre durante la serata.
Bando alle ciance! Mettere i dischi dopo aver assistito a un concerto di una Tribute band rimane quantomeno un’esperienza singolare. Osservare la fauna che gremisce i locali a siffatto genere di spettacoli, induce a uno stato catatonico dal quale è difficile uscire, anche perché sostenere l’urlo sconsiderato della folla inneggiante alla copia di Bono è un compito arduo, almeno quanto quello di un musicista vero che, per amore del proprio lavoro, mai e poi mai sognerebbe di assumere le fattezze altrui per cercare la propria soddisfazione.
Che fare allora? Introdursi nei meandri infiniti delle ipotesi che governano tali operazioni non è cosa facile; esse si svelano mediante il progressivo impoverimento culturale che inevitabilmente sembra aver abbracciato il mondo della musica ma sotto sotto…anche le nostre esistenze. Se questo è vero, non servono altre ragioni e tantomeno ipotetiche soluzioni. Bisognerebbe “tirare a mano” oltremodo la questione politica, incapace in questi anni di sostenere qualsiasi cosa quindi anche la musica; a quel punto però, scivolare dentro il solito campionario di luoghi comuni, diverrebbe inevitabile.
Restano le proprie convinzioni, inattaccabili, almeno quanto le parole, sputate apparentemente a vanvera, ma con le quali non è possibile scendere a patti.
Nello stesso istante in cui sto scrivendo, Paolo Benvegnù – davanti all’amore incondizionato di uno sparuto gruppo di fan – esegue uno dei concerti più belli dell’anno. A distanza di sicurezza, una cover band qualunque – di fronte all’inettitudine di un pubblico numeroso – si esibisce in una performance quantomeno stucchevole, trionfando pure, al grido inesorabile di … ”Rewind!”.
9 canzoni 9 … non fotocopiabili
Lato A
La Luce Cinerea dei LED • Umberto Palazzo
Avanzate, Ascoltate • Paolo Benvegnù
L’Ora dell’Ormai • Bobo Rondelli
Dimmi Tiresia • Vinicio Capossela
Lato B
Heaven’s Escape • Joe Henry
Desert Raven • Jonathan Wilson
Let England Shake • Pj Harvey
Raised Right End • Tom Waits
Be Invited • The Twilight Singers (ft. Mark Lanegan)