Come tutto ciò che gravita attorno all’esperimento di fusione fredda di Andrea Rossi, l’annuncio è ufficioso. Ma dalle pagine web del sito che ospita quotidianamente il confronto tra l’ingegnere italiano ed esperti del mondo scientifico esce una mezza promessa.

Così tra l’esposizione di un calcolo e complessi algoritmi, sbuca fuori un’infastidita e perentoria richiesta datata 3 dicembre dell’utente Kim Patterson: “Gentile Rossi, con tutto il rispetto, lei dovrebbe mostrare il funzionamento del suo apparecchio per 24 ore in diretta streaming. Questa è una cosa semplice e ciò che la gente vuole. Tutto il resto sono masturbazioni mentali”.

Rossi risponde a stretto giro: “Gentile Kim, ottima idea, lo faremo (non la masturbazione mentale)”. Eccola allora la possibile, probabile, messa in onda, in diretta streaming, della fusione fredda. Ventiquattro ore senza pausa per vedere il suo E-Cat all’opera.

Dichiarazione differente rispetto a ciò che fino a poco tempo fa Andrea Rossi aveva affermato: non occorrono più test per l’invenzione, sarà il mercato a dimostrare indiscutibilmente che l’E-Cat produce calore in grandi quantità grazie ad una reazione Lenr, ovvero la celebre fusione nucleare fredda.

Considerazione che ha permesso di dividere ulteriormente la platea di interessati all’esperimento tra detrattori, che hanno così potuto rinfocolare ulteriormente i propri dubbi su Rossi, e chi, una grossa parte a dire il vero, lo considera l’inventore del nuovo secolo.

Anche se l’ulteriore postilla al messaggio affermativo che Rossi ha lasciato sul web rischia di rimettere tutto in gioco. Infatti l’uomo sostiene che cercherà di ottenere dai suoi clienti (customer) il permesso di far vedere funzionare l’impianto da 1 MW per 24 ore. Quindi, ciò che bloccherebbe l’ingegnere italiano dall’immediata messa in onda dell’E-Cat in funzione è il segreto industriale sui dati dell’esperimento che non devono essere rivelati.

Business is business, si dirà, ma dopo le polemiche di sperimentazione dell’E-Cat per un avallo dell’Università di Bologna che pare non avvenire mai, la lunga telenovela sulla fusione a freddo nascosta nel capannone della zona industriale nella prima periferia bolognese, potrebbe arricchirsi della prova regina: il web. Veicolo utilizzato da Rossi per ogni suo passo ufficiale, in mancanza dell’attenzione dei distratti media istituzionali.

d.t.

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