Il ministro Passera con la bella moglie per l’ultima volta è a spese della banca Intesa. Ma riceverà poi – come tutti gli anni – in pompa magna a casa sua per il dopo Scala? O in clima di austeriy stasera si mangerà pane e salame? Le voglio proprio vedere le facce di chi ha sborsato 2.400 euro per una dongiovannata, per una poltrona strategica a vista su chi conta o contava nel parterre. Visto che negli ultimi giorni il chi-sale-e-chi-scende ha subito molte modifiche. E le mise delle signore saranno scintillanti o si adeguereanno a un più sobrio look? E se troppo ingioiellate e impelliccciate i buuuuuuuuuu non partiranno solo dal loggione per le stecche dei tenori… Vedremo.

C’era una volta la prima della Scala. Avere il palco nel tempio della musica del maestro Toscanini era tradizione obbligata per le grandi famiglie illuminate lombarde e di industriali, come i Crespi, i Borletti, i Falk, i Fossati Bellani, gli Olcese, i Gavazzeni, i Rizzoli, i Pirelli, i Castelbarco, i Casati, i Brichetto, con Donna Bianca (nonna dell’ex sindaco Letizia Moratti).

Era uno dei rari momenti di aggregazione sociale di una casta inaccessibile, che non si mescolava con nessuno e tantomeno con le olgettine. Oggi le cose sono cambiatissime. Certo, l’attesa per il debutto di oggi è sempre alta, quest’anno, poi, con il Don Giovanni affidato alla bacchetta magica di Daniel Barenboim, il quale dal primo del mese è anche il direttore musicale del Teatro milanese, lo è ancor di più.

La prima, sfoggio di glamour e di vestiti haute couture, però, non finisce quando cala il sipario, bensì continua con le cene e le abbuffate del dopo, a cominciare da Trussardi e Al Baretto.

Certo, non è più l’epoca di Gianni Agnelli che arriva accompagnato dalla chicchissima Mia d’Acquarone e dal conte-gallerista dandy Emanuele Castelbarco, quando nel foyer del Piermarini la sera di Sant’Ambrogio si incontravano Grace Kelly e Ranieri di Monaco. Quando l’etichetta imponeva rigorosamente smoking e abito lungo. Oggi ci sono i vestititi strizzatutto di Valeria Marini e sciure in Cavalli e Dolce Gabbana. Una volta c’era sfoggio di abiti di alta sartoria di Biki e di Gigliola Curiel (la figlia Lella ha ereditato la stessa passione), cuciti su misura.

Povera  Scala, deve fare i conti con il suo passato e con il suo presente (anche finanziario). Gli sponsor come Edison (quello ufficiale della prima), Banca Intesa (della stagione), nonchè Bmw e Rolex richiedono il loro tributo, molti dei palchi sono a loro assegnati e invitano senza badare troppo al pedigree, secondo logiche non social ma aziendali. A fare gli onori di parterre ci sono gli amministratori delegati, Umberto Quadrino per Edison e Corrado Passera per Intesa, per l’ultima volta, si spera. In mezzo vistosi turbanti di Valentina Cortese  e pizzi e merletti di Carla Fracci.

Una poltrona negli anni Ottanta costava un milione, oggi è arrivata a 2.400 euro. Tanto anche per Gad Lerner, come si è lamentato stamattina su Facebook, avendo promesso alla moglie, in caso di vittoria di Pisapia, di portarla alla prima meneghina.

Un ultima curiosità, i trucchi di scena sono firmati Shiseido, che dalla stagione appena conclusa è partner e fornitore ufficiale del Teatro, inaugurando così una partnership inedita.

di Januaria Piromallo

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