La luna di miele più rapida della storia è già finita. Siamo ancora qui che rispondiamo alle lettere della settimana scorsa, scritte da bravi lettori che ci invitavano a “lasciar lavorare Montie giunte col giusto ritardo grazie alle Poste “risanate” da Passera e dai suoi successori, e già ci arrivano mail di lettori inferociti (speriamo non gli stessi) che ci invitano a cantarle chiare a questo governo che “fa pagare sempre i soliti noti” ed è “come e peggio degli altri”.

Sempre così, noi italiani. Capaci di diventare seri solo se costretti dal disastro incombente, e solo per brevi parentesi (Tangentopoli nel ‘ 92-‘ 93, l’entrata nell’euro nel 1998, l’allarme spread nel 2011) fra un Carnevale e l’altro. Per il resto, sempre sotto il balcone di Qualcuno che promette miracoli subito: l’Uomo Forte, l’Uomo Nuovo, l’Uomo Che Decide, l’Uomo Con Le Palle, l’Uomo della Provvidenza, il Salvatore della Patria, Quello Che S’è Fatto Da Sé, il Tecnico Che Risolve. L’altra sera, a Servizio Pubblico, con una punta di sciovinismo francese e di commiserazione verso i poveri italiani, l’economista Jean-Paul Fitoussi ci avvertiva: “Non esiste Zorro, non esiste Superman!”. Come a dire: cari italiani, ma quando la smetterete di credere alle favole?

Noi, intendiamoci, non pensiamo affatto che questo governo sia come o peggio del precedente (basta ricordare chi c’era fino a un mese fa nei vari ministeri, per trovare molto simpatica persino madama Fornero, detta anche Maria Chiagnusa o la Madonna di Civitavecchia). Ma nemmeno siamo stati mai disposti a “lasciarlo lavorare”, perché la stampa non deve lasciar lavorare nessuno: deve pungolare tutti, rispettando il patto con i lettori, che è quello di stare sempre e comunque all’opposizione, chiunque governi. Un’opposizione, si capisce, graduata sulle caratteristiche dei singoli governi. Un governo di banditi meritava un’opposizione totale e irriducibile. Un governo di persone perbene, salvo un condannato e qualcuno in conflitto d’interessi, merita un atteggiamento guardingo, ma “caso per caso”.

Perciò abbiamo messo alla berlina i giornaloni sdraiati ai piedi (naturalmente sobri) di Monti e della sua signora e financo del suo cane. Gli stessi che fino a un mese fa incensavano il Cainano e ora metteranno in croce anche i tecnici per non perdere i lettori superstiti. Ma non si poteva pensarci prima? Invece di suonare le trombe, i tromboni e le viole del pensiero al passaggio del nuovo salvatore della patria, il nuovo Cavour, il “nuovo Cincinnato” (ma sì, il Corriere ha scritto anche questo), bastava tenere acceso il cervello e usare un minimo di spirito critico, diciamo pure di sobrietà: si capiva subito che un governo senza consenso elettorale, tenuto su dai partiti come la corda sostiene l’impiccato e dallo stesso Parlamento delle leggi vergogna e di Ruby nipote di Mubarak, non avrebbe potuto fare nulla di ciò che speravamo. Cioè far pagare il conto della crisi a chi ha sempre vissuto sulle spalle altrui: politici e partiti, enti pubblici, enti locali, grandi evasori, nababbi dalle fortune misteriose, tangentari, mafiosi, pensionati d’oro, Vaticano, Mediaset.

E ora eccoci qui, con una stangata degna della vecchissima politica, come se occorresse quel trust di cervelli per escogitare l’ennesima rapina ai pensionati, l’ennesimo aumento della benzina e dell’Iva, l’ennesima ritassazione delle prime case (esclusi, si capisce, gli edifici religiosi a scopo di lucro), l’ennesimo spreco di risorse per l’inutile Tav (2 miliardi) e magari prossimamente al Ponte sullo Stretto tanto caro al banchiere-sottosegretario Ciaccia, l’ennesimo regalo di Natale alle banche e a Mediaset. Né c’era bisogno di riunire i mejo tecnici del bigoncio per fare passerella a Porta a Porta e a Ballarò. No, non esiste Zorro, e nemmeno Superman. Ma quando ci decidiamo a diventare adulti?

Il Fatto Quotidiano, 7 dicembre 2011

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