“Sembra di toccare Capri con un dito” si lasciò sfuggire, incantato, uno degli inquirenti durante un sopralluogo successivo al sequestro giudiziario. Perché a Torre Toledo, in Marina della Lobra a Massa Lubrense, la veduta è mozzafiato. E gli abusi, purtroppo, pure. Ed ora c’è una sentenza che lo certifica. Il giudice unico del Tribunale di Sorrento Sergio Fiorentino ha condannato l’imprenditore alberghiero Vincenzo Acampora a due anni di reclusione per il reato di lottizzazione abusiva. Acampora, nel tentativo di trasformare la torre più antica della penisola sorrentina in un resort di lusso a picco sul mare, ha stravolto e deturpato uno dei beni storici e architettonici più rinomati del territorio, eliminandone la merlatura sulla sommità, aprendo e allargando finestre, creando varchi carrabili, terrazzini di collegamento e strutture ex novo ad uso turistico. Condannato pure il tecnico che curò i lavori: per lui un mese e quindici giorni. Per Acampora, il giudice ha negato le attenuanti generiche e ha disposto che la sospensione della pena sia subordinata al ripristino dello stato dei luoghi. Il dispositivo stabilisce che l’intera area lottizzata, di circa 10.000 metri quadri, che ricade in una zona sottoposta a vincoli, sia confiscata ed acquisita al patrimonio comunale. Sanzione che resisterebbe anche in caso di prescrizione del reato nei successivi gradi di giudizio: senza un’assoluzione nel merito, l’imprenditore dovrà dire addio ai terreni e all’investimento compiuto, secondo l’accusa, attraverso una impressionante raffica di interventi abusivi.

Accolte in buona parte le tesi del pm di Torre Annunziata, Mariangela Magariello, che in requisitoria aveva chiesto una condanna a quattro anni e quattro mesi. Il giudice ha assolto l’imprenditore per alcuni abusi e ha rimandato al pm gli atti relativi all’accusa di “crollo colposo” – che da sola valeva due anni di richiesta di condanna – perché ritiene che i fatti siano diversi da quelli ipotizzati in sede di avviso conclusa indagine. I crolli furono due. Uno, relativo ad alcune murature, risale al 2006, forse provocato dal cedimento di alcune travi di sostegno al solarium della piscina. Uno molto simile avvenne l’anno successivo, col rischio che il solarium precipitasse a mare. Ora la Procura guidata da Diego Marmo analizzerà le motivazioni della sentenza – arrivata con circa sei mesi di ritardo sui tempi prestabiliti – e deciderà se e come riformulare un nuovo capo d’imputazione su questi smottamenti.

Torre Toledo fu costruita nel 1277 da Carlo D’Angiò a difesa dell’abitato del borgo marinaro di Massa Lubrense. Nel 1540 fu ricostruita per intero su ordine di don Pedro de Toledo. I cui eredi l’hanno ceduta all’Avi srl, la società alberghiera amministrata da Acampora. Una quindicina di anni fa, quando l’immobile era ancora sul mercato, le amministrazioni comunali della costiera presentarono e inserirono nel Patto Territoriale un progetto che prevedeva la riconversione della Torre in sede della Riserva Marina di Punta Campanella. Il progetto ebbe vita breve e non riuscì ad accedere agli step successivi verso la conquista dei finanziamenti pubblici.

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