Chi ci bombarda? Sono i “proprietari universali”. Non hanno patria e sono pochi, ma sono potenti. Nelle attuali circostanze il loro quartier generale è a Wall Street, New York, Stati Uniti d’America.
I più importanti tra loro sono cittadini americani, ma la cosa è inessenziale. Essenziale è che il loro portavoce principale è il presidente degli Stati Uniti. Quello di turno. Essenziale è che possano usare le armi dell’America.
Ci bombardano perché sono falliti, ma essendo i padroni del pianeta (o ritenendosi ancora tali, anche se non lo sono più) non hanno nessuna intenzione né di ritirarsi né di pagare. Vogliono anzi che paghiamo noi. E’ dal 2008 che hanno deciso – loro che controllano la finanza mondiale – che bisogna liquidare l’euro e l’Europa, perché il primo minacciava la supremazia del dollaro (che è la loro moneta) e perché la seconda, ogni tanto, fungeva da terzo incomodo.
Così, prima hanno comprato la seconda, mettendo alla sua testa i loro uomini, scrivendo le sue leggi, scegliendo i suoi statuti e imponendoli ai popoli europei; e adesso attaccano il primo, perché la partita finale vogliono giocarsela da soli contro lo yuan cinese.
Significa che l’attacco non è contro questa o quella classe sociale: è contro i popoli dell’Europa (e del mondo). E’ l’attacco dello 0,01% contro il 99,99%.
Voi penserete che è una cosa assurda. E lo è. Ma questo non significa che sia irreale. Per mantenere il loro potere hanno la necessità assoluta di schiacciarci, di toglierci ogni via di fuga, di cancellare ogni nostra libertà, di ridurre al minimo vitale il nostro tenore di vita, di privarci della nostra autonomia, dei nostri pensieri.
Ci dicono che “poi” cresceremo, ma i pochi che ancora ragionano sanno bene che, riducendo i nostri salari e le nostre pensioni, i servizi sociali e tutto ciò che ancora ci aiuta a vivere, non ci sarà nessuna crescita. Ci sarà, al contrario, la recessione. Ma, com’è ovvio, non possono dirci la verità. E la verità è che sono andati in fallimento da soli, senza che nessuno, da chissà quale pianeta, li ostacolasse. Hanno prodotto il disastro con le loro morbide mani. Noi non c’entriamo con le loro follie.
E’ vero: ci siamo indebitati, perché ci hanno istupidito tutti a tal punto che abbiamo speso più di quanto potevamo permetterci. La pubblicità e lo spettacolo sono stati le loro più potenti portaerei (e infatti dovremmo attaccare, quando cominceremo a difenderci, in primo luogo quelle). Il resto, cioè il lavoro sporco, coperto, lontano dalla luce del sole, l’hanno fatto fare ai loro maggiordomi, ben pagati, o ricattati, dopo essere stati corrotti, messi al comando dei paesi satelliti d’Europa.
Solo che – bisogna che ce lo ripetiamo, per non dimenticarlo – sono falliti. E non hanno nessuna ricetta per salvarsi. Neanche quella di sottoporci al macello sociale che stanno organizzando. Perché dalle misure di “austerità e di rigore” che pretendono di imporci si ricaverà, al massimo qualche centesimo per le caldarroste alla vigilia di Natale.
I proprietari universali, i banchieri globali non concepiscono la democrazia (sebbene possano pagare eserciti di servi che ne parlano ogni giorno per farci credere che viviamo appunto in democrazia). Un tempo ce l’avrebbero tolta con la forza, ma non ne avevano bisogno. Scelsero di preparare il terreno (quando sarebbe giunto il momento) per togliercela con il nostro consenso. Il momento è giunto. Loro sono arrivati al capolinea, e noi, a centinaia di milioni, viviamo dentro Matrix.
Ma anche Matrix comincia a sgretolarsi e dalle fessure entra l’aria, la puzza. Chi la sente si svegli. Dobbiamo cominciare a difenderci.