In Emilia lo sciopero generale unitario riesce a fare qualcosa di incredibile: dividere ancora di più. Se a Roma i leader nazionali di Cgil, Cisl e Uil, insieme dopo tanto tempo, annunciano l’astensione dal lavoro di tre ore per lunedì, a Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, le tre sigle andranno separate. La Cgil bolognese infatti ha organizzato uno sciopero di 8 ore che riguarderà tutti i settori, eccetto il pubblico, visti che i tempi di preavviso sarebbero dovuti essere più lunghi.
La protesta avrà come obiettivo la manovra finanziaria appena varata dal governo Monti. Tuttavia nelle divisioni tra le sigle peserà la scelta, tutta emiliana, di impostare lo sciopero anche sul tema della Fiat, colpevole, nei suoi stabilimenti italiani, di voler disapplicare il contratto nazionale. È un tema molto sentito da queste parti, vista la presenza di aziende come Ferrari, Cnh, Maserati e Magneti Marelli che fanno capo alla casa guidata da Sergio Marchionne. Inoltre la Fiom da queste parti fa un po’ il buono e il cattivo tempo: Maurizio Landini, tanto per citare il caso del numero uno nazionale, è reggiano e di Reggio era anche il suo predecessore, Sergio Rinaldini.
Il sindacato cattolico, dal canto suo, è stato chiaro: “Se la Cgil toglie dal volantino il riferimento alla questione Fiat, siamo pronti a scioperare assieme anche otto ore”, ha detto Alessandro Alberani, segretario della Cisl bolognese. Alberani ha accusato i sindacalisti Cgil di “lavorare con scorrettezza per dividere ed escludere” e di “essere gli unici che si ostinano ad andare da soli nonostante le direttive nazionali”.
Danilo Gruppi, numero uno della Cgil sotto le Due torri, dal canto suo si è difeso, dicendo di essere stato sorpreso da una decisione, quella di Roma, inaspettata. “Con il ponte dell’Immacolata davanti e le fabbriche già ‘volantinate’, rimodulare lo sciopero sarebbe stato impossibile – ha spiegato il sindacalista Cgil, che poi ha aperto a Cisl e Uil – siamo disponibili, durante la giornata di lunedì, a intersecare le nostre iniziative con quelle di Cisl e Uil”.
Ma il problema è un altro, evidentemente. Quando i cronisti pongono a Gruppi la domanda se sia disposto a eliminare dai volantini il riferimento alla “arroganza della Fiat”, il capo della Cgil bolognese è inamovibile: “La decisione di scioperare 8 ore era già stata presa da tempo dalla Fiom. Il riferimento alla Fiat non lo togliamo perché in quelle fabbriche è in corso un attacco alla democrazia”. Anche perché, ragiona Gruppi, Cisl e Uil sono i due sindacati che “dentro Fiat appoggiano l’estromissione della Fiom”. Per la cronaca, lo sciopero della sola Fiom contro Sergio Marchionne si sarebbe dovuto tenere il 16 dicembre. Due giorni fa, i vertici nazionali, hanno deciso di anticiparlo al 12 per protestare, insieme a tutta la confederazione, contro la Fiat ma anche contro la finanziaria del governo Monti.
La frase del volantino bolognese, ad ogni modo, non è andata giù alla Cisl e ha portato a una spaccatura che nel resto d’Italia è stata evitata. Perfino a Torino, terreno di scontro principe delle tensioni sindacali con il Lingotto, la Fiom ha scelto il basso profilo: “Aderiamo al presidio unitario di Cgil, Cisl e Uil in Piazza Castello, ma sciopereremo mezza giornata in più e sfileremo con un nostro corteo”, spiega Federico Bellone, segretario delle tute blu Cgil torinesi.
Le divisioni sindacali bolognesi erano esplose già, con molto clamore, lo scorso primo maggio, quando la Cgil, per la prima volta in solitaria, aveva festeggiato in piazza Maggiore. Altro terreno di scontro sono state recentemente le elezioni dei delegati in fabbrica. Nella fabbrica G.D. di Bologna, per esempio, appena una settimana fa, dopo un referendum sul contratto aziendale vinto col 95 % di Sì, la Fiom-Cgil aveva imposto il proprio accordo, esautorando la Fim-Cisl che non lo aveva firmato nonostante la valanga di consensi tra i lavoratori. La Fiom dal canto suo ha già promesso che lo slogan usato alla G.D. (prima dell’unità sindacale viene la volontà e il bene dei lavoratori) sarà presto applicato in fabbriche come Lamborghini e Ducati Motors.
Naturalmente i più soddisfatti per la diversità emiliana sono proprio i sindacalisti della Fiom-Cgil: “Come facevamo a non protestare contro quello che sta succedendo in Fiat? – si chiede Bruno Papignani, numero uno dei metalmeccanici Cgil bolognesi, che poi conclude – Se la questione non è stata inserita a livello nazionale, allora è un errore nazionale. L’importante è non avere sbagliato noi”.
Sulle stesse frequenze sono anche a Modena: “Siamo un’eccezione in Italia? Confermo, e non potrebbe essere altrimenti visto che in regione ci sono migliaia di operai di Ferrari, Maserati e Cnh che saranno toccati dalle decisioni di Marchionne. Se Cisl e Uil non vogliono protestare contro le decisioni della Fiat, non è certo per colpa nostra”, dice Giordano Fiorani della Fiom modenese.
Proprio a Modena la Cgil ha dato vita nel pomeriggio di mercoledì a un presidio davanti alla Prefettura per portare al rappresentante del Governo le istanze dello sciopero di lunedì. Lo sciopero di lunedì della Ghirlandina prevederà anche un corteo, con partenza alle 9 e mezza da Via Canaletto, per approdare in Piazza Grande.
“Abbiamo deciso di mantenere le otto ore di sciopero –ha spiegato Donato Pivanti, segretario della Cgil – già proclamate da due giorni. Sulla nostra provincia persiste la questione Fiat. L’accordo fatto a livello nazionale è comunque importante e noi proponiamo a Cisl e Uil di portare avanti le richieste fatte insieme, con incontri coi parlamentari per cambiare una manovra che pensiamo essere sbagliata”.
di David Marceddu, Giovanni Stinco (con la collaborazione di Felicia Buonomo)