Il tavolo con le parti sociali arriva a poche ore dallo sciopero unitario di lunedì. Nel frattempo il presidente della Camera annuncia che il governo sta prendendo in seria considerazione l'ipotesi di porre il voto di fiducia sulla manovra
I leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono stati convocati a palazzo Chigi domani sera alle 20 per un confronto ‘informale’ con il presidente del Consiglio Mario Monti. Sul tavolo, la manovra economica e lo sciopero generale di lunedì, quando i lavoratori delle quattro sigle sindacali si fermeranno per tre ore. L’incontro e l’apertura del tavolo di conciliazione erano stati chiesti proprio dalle sigle sindacali dei segretari Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella. E se il governo Monti tenta la carta della trattative per smorzare i malumori sindacali che hanno proclamato tre ore di sciopero per lunedì, il presidente della Camera Gianfranco Fini rilancia l’ipotesi della fiducia sulla manovra. E questo per superare lo scoglio dei 1.400 emendamenti proposti dalle varie forze politiche.
I sindacati, che hanno duramente criticato la manovra sopratutto sul versante previdenziale e fiscale, avevano chiesto a più riprese un incontro con l’esecutivo. E dopo la proclamazione dello sciopero generale di lunedì avevano inviato una lettera al premier Monti per sollecitare il confronto e richiedere l’avvio di una trattativa sulle possibili correzioni da apportare alla manovra a salvaguardia dei redditi più bassi. L’intesa con Cisl e Uil sullo sciopero del 12 “è importante perchè è un segno di ritrovata capacità a fare cose insieme”, ha detto la Camusso, che assicura: “Prima di discutere” se cancellare lo sciopero di lunedì prossimo “aspettiamo le risposte del premier Monti ma al momento non sembra cambino i contenuti della manovra”.
Intanto la Commissione Bilancio della Camera ha ripreso l’esame del decreto manovra. La tabella di marcia è definita: all’inizio si andrà avanti con l’ammissibilità sugli emendamenti, avviata su un primo blocco di testi già ieri sera. Nel pomeriggio, la Commissione è andata avanti con la discussione. Circa il 30% degli emendamenti presentati, non ha superato il vaglio dell’ammissibilità. “Considerato che il contenuto del decreto è molto eterogeneo, rispetto alle altre volte c’è stata maggiore flessibilità”, ha dichiarato il presidente della Commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti, a margine dei lavori a Montecitorio. I deputati si sono dati appuntamento a domani sera, alle 20,30 quando si riprenderà con la votazione degli emendamenti. Il via libera alla manovra da parte delle commissioni è atteso per lunedì.
Nel pomeriggio le parole di Fini rimescolano di nuovo le carte. “E’ verosimile – ha detto il leader di Fli – che il governo chieda la fiducia al Parlamento per il cospicuo numero di emendamenti presentati alla manovra”. Il governo lavora per trovare le coperture necessarie alle modifiche da apportare alla manovra. Al momento le richieste avanzate si concentrano su Ici e indicizzazione delle pensioni e un eventuale intervento in questo senso richiederebbe una copertura di circa 4-5 miliardi. “Per aumentare la soglia dell’indicizzazione delle pensioni servono 2,4 miliardi e interventi di pari livello per innalzare la soglia di detraibilita’ dell’Ici sulla prima casa”, ha spiegato il vicecapogruppo del Pdl, Massimo Corsaro. Secondo quanto riferiscono fonti di governo, la cifra sarebbe tuttavia “notevole” ed è comunque necessario rispettare i saldi e la struttura complessiva della manovra come indicato dal premier, Mario Monti. Gli uffici tecnici sono quindi al lavoro in queste ore per vagliare le diverse soluzioni.
Nel frattempo, la Cgia di Mestre lancia un allarme. L’aumento delle tasse locali, stabilito con la Manovra correttiva approvata nei giorni scorsi dal Governo Monti, secondo l’associazione garantirà per il prossimo anno un maggiore gettito di 13,2 miliardi di euro. Tuttavia questi soldi finiranno nelle casse dello Stato centrale, lasciando a bocca asciutta le Regioni ed i Comuni. A meno che i governatori e i sindaci non decidano di ritoccare all’insù i tributi di loro competenza. “C’è il pericolo che con questa manovra il federalismo fiscale si spenga sul nascere” ha detto il segretario dell’associazione Giuseppe Bortolussi. La reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, la rivalutazione del valore catastale e l’anticipo dell’Imu sugli altri immobili garantiranno, per per il 2012, un gettito complessivo di 21,8 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi dalla tassazione sulle prime case e 18 miliardi dagli altri immobili (seconde e terze case, negozi, laboratori artigianali ed industriali, etc.). L’incremento del gettito delle tasse locali, rispetto alla situazione odierna, sarà di 11 miliardi di euro. Tuttavia, segnalano dalla Cgia di Mestre, nel decreto “salva-Italia” vi è una norma (art. 13 comma 11) che attribuisce allo Stato il 50 per cento dell’IMU sugli immobili diversi dalle seconde case, ovvero 9 miliardi di euro. In realtà per i Comuni i maggiori introiti effettivi, ovvero al netto dei circa 10 miliardi che attualmente i sindaci ricevono con l’Ici, sono appena 2 miliardi di euro. A questo punto, però, arriva il comma 17 (sempre dell’articolo 13) che dispone la riduzione del Fondo sperimentale di riequilibrio dei Comuni delle Regioni ordinarie e dei trasferimenti statali ai Comuni delle altre Regioni per un ammontare complessivo di 2 miliardi di euro.
Intanto oggi si sono svolte anche una serie di riunioni operative al ministero dello Sviluppo Economico tra i ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca e i rappresentanti delle Regioni del Sud. D’intesa con le Regioni Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia, spiega una nota congiunta dello Sviluppo economico e del ministro per la coesione territoriale, sono stati identificati “gli interventi di Ferrovie dello Stato da mantenere nel contratto di programma e finanziare con risorse nazionali ordinarie”. Il dettaglio degli interventi e finanziamenti verrà reso pubblico il 15 dicembre, in occasione della chiusura del Piano d’Azione Coesione.