Salvatore, 32 anni di Pistoia, è un attivista da molti anni e negli ultimi mesi è stato impegnato a tempo pieno nello sviluppo della campagna Clima e per il Referendum sul nucleare di giugno, prendendo parte a diverse azioni nonviolente.
Lui non è il primo attivista “bandito” di Greenpeace. Era già successo nel 2007 a Brindisi, quando dopo un’azione nella centrale a carbone più inquinante d’Italia, dodici attivisti furono banditi per tre anni. Pochi mesi dopo, il Tar di Lecce annullava il decreto di polizia. É successo di nuovo a fine maggio, dopo l’azione allo Stadio Olimpico di Roma nella campagna contro il nucleare, e anche in quel caso il Tar si è pronunciato all’inizio di settembre.
Opporsi ai rischi del nucleare e denunciare l’impatto dei cambiamenti climatici è un atto dovuto di responsabilità civile. Il questore di Roma, invece, ha ritenuto opportuno applicare a un attivista pacifista una misura restrittiva concepita per i criminali. Martedì scorso, davanti a Palazzo Chigi, i nostri climber hanno piazzato una cartolina dal caos climatico formato 14×5. Una foto della tragica alluvione di Genova accompagnata dalla scritta: “Il clima cambia. La politica deve cambiare”. Una protesta per chiedere al Governo e al ministro dell’Ambiente di assumere a Durban una posizione forte e ambiziosa per la salvaguardia del clima e per il rinnovo del protocollo di Kyoto.
Criminalizzare chi manifesta in modo spettacolare ma pacifico per difendere l’ambiente e il clima globale, un bene comune dell’umanità, è un errore grave. In queste ora a Durban stanno decidendo il futuro del clima del pianeta. E noi stiamo continuando a fare pressione sui politici con le nostre richieste. Unisciti a noi. Manda al ministro dell’Ambiente Clini una cartolina dal caos climatico. La morte del protocollo di Kyoto non è un’opzione possibile!
Nella foto, Salvatore Barbera. Per ingrandire clicca qui