Siamo a sei mesi dall’insediamento della Giunta de Magistris al Comune di Napoli e credo che possiamo provare a tracciare un primo bilancio, almeno su due grandi questioni su cui ci siamo apertamente schierati in campagna elettorale: trasformare la vittoria straordinaria del referendum per la pubblicizzazione dell’acqua in atto concreto e formale; e impedire la costruzione dell’inceneritore nella città di Napoli.
Ebbene possiamo dire che su queste due grandi questioni abbiamo raggiunto un risultato straordinario che apre scenari imprevedibili fino a pochi mesi fa.
L’acqua a Napoli, gestito fin ad ora da una società a totale capitale pubblico (Arin Spa) verrà trasformata in un’azienda speciale Abc (Acqua Bene Comune) : questa il senso della delibera approvata dal comune di Napoli, in tempi strettissimi. Da Napoli, terza città d’Italia, parte la sfida per rendere effettiva la volontà popolare, espressa con la vittoria al referendum.
Sul tema rifiuti, dopo 17 anni di infinita emergenza che ha alimentato il sistema affaristico-criminale con la connivenza del sistema politico, si è voltata definitivamente pagina.
Sin dai primi atti della nuova Giunta abbiamo scelto la strada della riduzione dei rifiuti ( con ordinanze sindacali che limitano l’utilizzo dei prodotti monouso) e con l’implementazione della raccolta differenziata porta a porta (Pap).
Partendo da una situazione disastrosa della macchina organizzativa e delle risorse finanziarie siamo riusciti già ad estendere la raccolta differenzia PaP nei quartieri di Scampia e di Posillipo ed entro fine anno avremo già raggiunto 240 mila cittadini serviti con questo sistema. E i risultati sono molto incoraggianti: dove c’è il porta a porta abbiamo percentuali di differenziata che si avvicinano al 70% e complessivamente nella città entro la fine del 2011 passeremo dal 15% che abbiamo trovato al 25%.
Ma la vittoria più straordinaria è stata quella di far cancellare l’inceneritore a Napoli est, dal Piano regionale dei rifiuti e dall’accordo di programma sottoscritto da Bassolino, Jervolino e Bertolaso.
Un risultato per nulla scontato, che abbiamo ottenuto contro i poteri forti, le lobby degli inceneritori, alcuni media che nei giorni scorsi hanno gettato fango sulla città di Napoli mostrando con immagini di repertori cumuli di immondizia per le strade della città. Un falso vergognoso per provare a piegare la nostra volontà, usando il solito ricatto della emergenza .
Una settimana fa, nel corso dell’incontro con il ministro Clini, si è sancito il no definitivo alla costruzione dell’inceneritore a Napoli est, il potenziamento della raccolta differenziata e la costruzione di impianti in città per trattare la frazione umida e impianti di selezione manuale per recuperare materiali.
E’ un passo importante perché se è possibile in una città complessa come Napoli fare la raccolta differenziata e rinunciare all’incenerimento come soluzione finale, vorrà dire che è possibile ovunque e quindi si aprono crepe enormi nel binomio discarica-inceneritore.
Questi due temi possono rappresentare un punto di partenza per un laboratorio nazionale sulle sperimentazioni di governo nel pieno della crisi economica e politica: acqua bene pubblico come paradigma della valorizzazione dei beni comuni e ciclo virtuoso dei rifiuti come messa in discussione di un modello di produzione e di consumo.
Siamo solo all’inizio di un cammino lungo e tortuoso, ma avvertiamo forte la voglia di protagonismo dal basso dei cittadini e questo è forse il valore aggiunto della giunta de Magistris.