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Scandalo pedofilia nella comunità ebraica ortodossa di Brooklyn: 117 vittime, 85 arresti

L'inchiesta svelata dal procuratore distrettuale Hynes, e ci sarebbero altri casi. Le indagini rese difficili dal controllo operato dai leader religiosi. L'ultimo arrestato è un giovane operatore sociale che ha confessato rapporti con due ragazzini

Scandalo pedofilia senza precedenti nella comunità ebraica ortodossa di Brooklyn. L’ufficio del procuratore distrettuale del quartiere newyorkese, Charles Hynes, ha confermato che negli ultimi tre anni sono state arrestate 85 persone accusate di aver molestato almeno 117 bambini. E l’indagine continua, perché lo scandalo potrebbe essere ancora più esteso. Quasi tutte le persone fermate sono uomini, così come la metà delle vittime.

L’operazione condotta dalle autorità investigative è stata denominata “Kol Tzedek”, voce della giustizia, e fin dall’inizio ha puntato a convincere le vittime a farsi avanti, a denunciare gli abusi e chi li ha commessi. Spesso, infatti, grazie alla reticenza e all’omertà all’interno della comunità ebraica i colpevoli continuano a rimanere a piede libero. Le vittime sono obbligate dalle regole della loro comunità ad attendere l’approvazione dei leader religiosi prima di portare i casi di abuso davanti alle autorità giudiziarie.

L’ultimo in ordine di tempo ad essere finito dietro le sbarre del carcere di Rikers Island è Andrew Goodman, 27 anni, un giovane con il volto da star di Hollywood, ma che all’interno della comunità kosher di Brooklyn in molti definiscono un “mostro”. L’ex dipendente di un’agenzia del servizio sociale ebraico ha abusato sessualmente per anni di due ragazzini ortodossi a Flatbush: uno di loro è stato costretto a prestazioni sessuali dagli undici ai quindici anni, mentre il secondo dai tredici ai sedici.

Secondo i documenti presentati in tribunale, Goodman era solito filmare con una webcam le sue vittime durante i festini a base di superalcolici e sesso che teneva nel suo appartamento, dove gli investigatori hanno trovato di tutto. Lubrificanti, bottiglie di liquore vuote, vestiti da teenager su cui sono stati rinvenuti diversi campioni di Dna. E anche un coltello da macellaio, con cui secondo alcune fonti avrebbe minacciato uno dei bambini che aveva trovato il coraggio di segnalarlo alle autorità.

Goodman viene da una famiglia di ebrei praticanti e ha frequentato la sinagoga sino a qualche anno fa. Si continua a proclamare innocente, anche se attraverso il suo avvocato ha ammesso i rapporti sessuali, dichiarando come “nessuno si è svolto contro la volontà” delle vittime. Ma le vittime erano bambini o adolescenti. A smascherarlo è stato un ragazzo, esortato dal rabbino Shea Hecht della comunità chassidica Lubavitch a raccontare tutto alla polizia. Gli investigatori hanno chiuso finora 38 casi di pedofilia riguardanti componenti della comunità ebraica di Brooklyn. Quattordici accusati hanno subito condanne dai 10 ai 20 anni, mentre per altri 24 sospetti non si è riusciti a dimostrare la colpevolezza.