Si chiudono quindi le indagini, partite in primavera, che hanno coinvolto diversi esponenti di punta del mondo politico bolognese. L’ex sindaco Guazzaloca aveva ricevuto un avviso di garanzia per corruzione, essendo accusato di aver violato diverse norme affinché la cordata Irisbus-Ccc ottenesse l’appalto per la realizzazione del tram su gomma. In cambio la presidenza del cda di Leasys spa, società che si occupa di noleggio di flotte aziendali, all’epoca controllata dalla Fiat.
Accusato invece di corruzione, frode in appalto e concorso nell’inadempimento dei contratti per le pubbliche forniture l’ex presidente del Ccc Collina. Mentre falso in atti pubblici e corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio erano le accuse ai dirigenti Atc.
I lavori per il tram bolognese sono stati sospesi a metà ottobre, dopo settimane di indagini e in seguito alla bocciatura della Commissione interministeriale sulla sicurezza dei trasporti arrivata a giungo. Il Civis avrebbe dovuto collegare il centro di Bologna a San Lazzaro di Savena è stato definito inadeguato e pericoloso. I lavori della Commissione erano iniziati nel maggio del 2005. Sei anni di verifiche e controlli per sancire l’impossibilità di mettere in strada un mezzo considerato insicuro, rilevando che l’uso della guida ottica non offre alcuna garanzia di sicurezza, e ritenendo necessario riciclare il mezzo in altro modo, cioè utilizzandolo lungo la linea prevista in modalità manuale.