Il cda della Fondazione dello storico teatro, il primo dell'era del nuovo commissario, avrebbe riconfermato la direzione di Mauro Meli riducendo però i compensi di tutti. Deficit di oltre sette milioni e mezzo. Sforbiciate anche alle opere: solo due titoli per la stagione 2012. Zanlari, Camera di Commercio: "Preoccupato per i lavoratori, ci saranno dei licenziamenti"
“Per il 2011 – ha commentato Ciclosi uscendo dal Comune – abbiamo un deficit di 2,6 milioni di euro, più altri 5 milioni circa” di pregresso. Nonostante questo scenario da requiem, il commissario ha provato a rassicurare tutti dichiarando che “la situazione non è grave: abbiamo predisposto un piano di rientro del debito e un meccanismo di gestione diversa. Innanzitutto – ha proseguito con una velata tirata d’orecchie alla gestione attuale – i progetti si stileranno soltanto sulla scorta di budget certi, inoltre cercheremo di chiedere ai soci contributi certi e infine riscriveremo lo statuto della Fondazione”. Un repulisti a tutto tondo, insomma. Aria nuova dopo l’amministrazione Vignali, improntata alla forma soprattutto.
Meli, oltre a intascare la riconferma dell’incarico, avrebbe presentato un suo piano di gestione per i prossimi mesi. Uscendo dal Municipio però il maestro non ha proferito parola: “Ci vediamo in conferenza stampa” ha dichiarato.
Andrea Zanlari, presidente della Camera di commercio e membro del cda, si è detto invece “più preoccupato per i lavoratori: sicuramente ci saranno dei tagli, è inevitabile” ha confidato lasciando la riunione del consiglio d’amministrazione. Parole che prefigurano tempesta sul fronte sindacale. Silvia Avanzini, delegata del settore Lavoratori della conoscenza della Cgil, ha confidato che “Ciclosi ha accettato di incontrarci, ma di sicuro la notizia della riconferma di Meli non depone a favore e rappresenta un motivo di forte critica per noi”.
La stagione lirica, che qualcuno temeva slittasse a febbraio, inizierà in extremis il 27 gennaio forse con l’Aida. Seguirà lo Stiffelio e poi stop, nient’altro. La sedicente Salisburgo d’Italia, che con il festival Verdi voleva conquistare il mondo (e a cui invece il passato governo Berlusconi ha sbattuto la porta in faccia negando la legge ad hoc più volte promessa), deve riporre nel cassetto i suoi sogni di gloria e imparare prima di tutto – come dice Ciclosi – a “guardare bene il budget a disposizione”.