Al presidio di piazza Rossini presenti anche molti dipendenti della Provincia: "La Regione non ci potrà assorbire tutti, dove finiremo?". Una laurea ad honorem consegnata in Comune per Marco Lombardelli: "Col suo stipendio dà l'esempio a cassa integrati, disoccupati e a chi la laurea non è riuscito a prenderla"
Ad aprire il corteo due striscioni “Via il governo Monti”, e “Il debito lo paghino le banche”. Al megafono la denuncia dei tagli alle pensioni e ai servizi, “mentre il governo garantisce gli speculatori e i ricchi”. E ancora: “Rivalutano i valori catastali di tutte le case, ma fanno lo sconto alla banche e alla Chiesa”.
Un corteo, quello di Usb, che ha denunciato la politica del governo Monti, “responsabile della macelleria sociale che sta per abbattersi su tutto il paese”, ha detto Luigi Marinelli della Usb di Bologna. Ma c’è stato anche spazio per questioni più locali. Come la dismissione del Consiglio provinciale a partire dalla prossima legislatura. “Monti taglia i costi della politica, ma siamo sicuri che i politici troveranno il modo per riciclarsi altrove – spiega Massimo Betti, coordinatore regionale del sindacato di base – invece temiamo per tutti i dipendenti che ogni giorno in Provincia lavorano senza garanzie per il futuro. Per loro sarà un salto nel vuoto, e gli esempi di licenziamenti non mancano”. “Nel passaggio dei lavoratori Inpdap all’Inps ad esempio – conclude Betti – per strada si perderanno 800 posti di lavoro a livello nazionale”.
“Lavoro in Provincia da 30 anni e guadagno 1200 euro al mese – spiega Laura – La metà del mio stipendio lo perdo per pagare l’affitto, qualcuno ci spieghi dove finiremo perché non è vero che la Regione potrà assorbirci tutti”.
Dopo una passeggiata per le vie del centro, tappa finale del corteo Usb è stato Palazzo D’Accursio. Lì sono stati appesi dei finti certificati di laurea honoris causa intestata a Marco Lombardelli, capo di gabinetto del sindaco di Bologna Virginio Merola. “Siamo qui per festeggiare la laurea di Lombardelli che col suo stipendio dà l’esempio a cassa integrati, disoccupati e a chi la laurea non è riuscito a prenderla”. Poi l’applauso, e una delegazione che ha consegnato alla segretaria del capo di gabinetto la finta laurea.