Appena inaugurata, la mostra Insert Coin – Retrogaming 2011, esposta alla Galleria nazionale di Cosenza (Palazzo Arnone, sala Angela Mazzuca) fino al 31 dicembre, è non solo un contributo all’arte contemporanea ma anche un’interpretazione “pop” alla sociologia dell’oggi. Suddivisa nelle sezioni di Archeologia informatica, contaminazioni e arte postale, ha infatti l’obiettivo di raccontare l’attualità attraverso i suoi albori, ossia il passato recente. Ecco che la preistoria dell’arte digitale diviene soggetto archeologico, per esempio attraverso i primi videogiochi che hanno invaso il mercato domestico negli anni ’70 e ’80 (tutte le console esposte, originali dell’epoca, saranno funzionanti e liberamente utilizzabili dal pubblico).
Nella sezione ‘Contaminazioni’ invece è allestita un’esposizione di opere a tema, inedite e realizzate appositamente per la mostra da 12 artisti che stanno ricercando ed esplorando i nuovi linguaggi del contemporaneo, le nuove tecniche espressive e i rapporti tra arte e nuovi media: “Molto più che il cinema e la fotografia – spiegano gli organizzatori – il videogame, in quanto manufatto digitale, incarna la tendenza dell’arte moderna individuata da Walter Benjamin nel suo classico essai del 1936 L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”.
Ma il must è nella sezione di Arte postale, dove la scultura immateriale del software viene contrapposta alla fisicità tipica di questa espressione artistica nel concetto di “network giocabile”. I personaggi che hanno dato vita a questo progetto sono Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici, artistici ed etnoantropologici della Calabria, Emiliano Russo, curatore della mostra, l’artista Aldo Cesar Fagà, che terrà un seminario sui Sistemi evolutivi, e Irene De Franco, presidente dell’associazione culturale ‘Verde binario’ (che ha organizzato la mostra, con il contributo di vari enti). Un’esperienza da fare, sia per rendere omaggio a chi, rinunciando a provocazioni e disturbi, è riuscito ugualmente ad allestire un percorso divertente e eccentrico, sia perché questa inconsueta mostra è capace di donare al visitatore una prospettiva inedita sull’oggi e anche sull’arte.