Era arrivato a Imola esattamente due anni fa, col sorriso sicuro di chi delle piste conosce tutto, anche l’odore dell’asfalto. “A casa ho anche un mattoncino della pista di Indianapolis”, raccontava ai giornalisti. Era stato ingaggiato dallo staff imolese con l’ambizioso compito di riportare l’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” agli antichi splendori. Ma oggi, l’ex pilota siciliano, Walter Sciacca getta la spugna e lascia l’incarico di direttore a metà mandato (la nomina sarebbe scaduta a fine 2013). La comunicazione delle sue dimissioni è arrivata ieri, come una doccia fredda. Il motivo ufficiale è che “lascia il suo incarico in Formula Imola per rientrare nella sua azienda (la Sciacca group, ndr), in vista di nuove sfide professionali”, come si legge nella nota inoltrata alle redazioni.
Nessuna spiegazione, però, circa la repentinità della decisione. Formula Imola – che intanto è in cerca di un nuovo direttore – assicura che i rapporti sono e resteranno ottimi: “L’autodromo, in questi due anni della sua direzione, è ritornato ai vertici dell’attività motoristica nazionale e internazionale”. Sciacca, da parte sua ammette che “sono stati anni non sempre facili ma i risultati ottenuti hanno premiato lo sforzo di chi come me ha sempre creduto nelle potenzialità di questa struttura, non lesinando impegno e determinazione”. Come manager, dice, “ho portato a termine la mia missione e questo ora mi spinge ad affrontare nuove sfide professionali, rientrando nella mia azienda. La Sciacca group ha davanti a sé ampi margini di sviluppo ed io ne voglio essere al timone nei prossimi anni, dove saremo chiamati a realizzare i tanti progetti che abbiamo in cantiere”.
Come gli hanno insegnato le due ruote, “un vero sportivo si ritira da campione del mondo. Io ho vinto, mi ritiro, questo è il momento giusto”, dice. “Non ho nessun rammarico, credo di aver lavorato bene”, assicura, facendo sapere che è in buoni rapporti anche col sindaco, Daniele Manca. Ma poi spiega che gli sarebbe piaciuto “poter portare a termine tutte le giornate previste dal calendario”. Per il problema del rumore, invece, ne ha dovute depennare ben 64. “Così si chiude in passivo per forza”, osserva.
La stessa recente cronistoria del circuito, d’altronde, la dice lunga su quanto fosse complicato il suo ruolo: a tre mesi dalla sua nomina, Formula Imola (di cui era anche amministratore delegato) è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna. “Un fallimento che si poteva tranquillamente evitare”, ammette. Sciacca si è ritrovato a lavorare gomito a gomito con un curatore fallimentare, anziché col presidente Uberto Selvatico Estense (che nel frattempo era uscito di scena), riuscendo a tenere aperta la pista. Nel frattempo, gli aspiranti acquirenti della società, Gl events e BolognaFiere hanno perso interesse per l’impianto imolese, e Formula Imola è passata sotto il controllo di un consorzio di ex municipalizzate (ConAmi), che ne ha ripianato i debiti.
A dimettersi oggi, dunque, è l’unico tecnico del circuito (la carica di rappresentanza è ricoperta dal figlio di un membro della Fondazione Cassa di Risparmio, mentre gli altri “manovratori” sono tutti di estrazione Pd). “Mi piacerebbe vedere il cancello dell’autodromo sempre aperto. Chiunque dovrebbe poter entrare senza permesso”, aveva detto Sciacca il 18 dicembre di due anni fa. Sarà il prossimo direttore a decidere se raccogliere la sfida.
di Elena Boromeo