Il procuratore Giovannini ha accertato che molti permessi concessi per invalidità momentanee venivano rinnovati ripetutamente in alcuni casi anche per un tempo più lungo di cinque anni
I magistrati di piazza Trento Trieste hanno, quindi, fatto luce su un abuso che da anni prosegue nel solo comune di Bologna. Negli altri comuni dell’hinterland, invece, è stato accertato che tutto è in regola. Comunque i fatti scoperti dagli inquirenti non hanno alcuna rilevanza penale, ma certamente evidenziano un cortocircuito amministrativo, un’incongruenza di cui nessuno fin ora ha mai dato risposta.
La procura, nel corso delle indagini condotte dal procuratore aggiunto Valter Giovannini, ha infatti accertato che alcuni pass temporanei, concessi quindi per invalidità momentanee, venivano rinnovati ripetutamente. In alcuni casi anche per un tempo più lungo di cinque anni, limite massimo per i pass H permanenti che vanno di volta in volta verificati.
Ma c’è di più. Nel 1996 è stata, infatti, abrogata la norma del codice della strada che permetteva il rinnovo dei pass temporanei. Oggi per legge è impossibile rinnovare quei pass, chiamati H0. Un permesso, quest’ultimo, ottenibile in seguito ad una visita davanti alla commissione dell’Ausl, che accerta una invalidità temporanea e di conseguenza il tempo in cui poter far uso del pass.
Stesso procedimento per i pass permanenti. La differenza però consiste nel fatto che oggi per i permessi temporanei non è più possibile prorogare il loro utilizzo. Anche se da ben quindici anni, come detto, vengono sistematicamente rinnovati. Le normali procedure prevedono, invece, che se l’invalidità temporanea dovesse persistere, l’unica strada è quella di farsi prescrivere un altro certificato e ricominciare l’iter burocratico.
Di fatto, alcuni di questi pass H0 si trasformavano in H1, cioè quelli per le invalidità permanenti, in barba alle norme di legge del codice della strada. Il comune di Bologna ha quindi rinnovato diversi permessi temporanei, in un arco di quindici anni, quando la legge non lo permette, aumentando di fatto il già elevato numero di vetture che accedono al centro, nelle preferenziali o ancora nei parcheggi con permessi H0.
Un procedimento, quello portato avanti dal comune – che ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione -, “sistematico” e che ha coinvolto numerose vetture, oltre che numerosi medici compiacenti.