Economia & Lobby

Non cedere al terrorismo economico!

Dove siete compagni? Cosa state facendo?
Ditemelo perché mi sento solo.

Il telegiornale mi martella nel cervello i numeri tragici di questo tracollo artificiale.
Un fenomeno talmente enorme che ti senti impotente.
I mercati internazionali, più misteriosi degli extraterrestri, stanno banchettando con la ricchezza del mondo. Questa crisi è artificiale: un trucco speculativo.
Un gioco assassino in un mondo straricco, che produce il doppio del cibo necessario e fa morir di fame 10 milioni di persone.
Non ha senso!
E ora la speculazione azionaria pretende milioni di ettolitri di sangue per ungere gli ingranaggi dei mercati.
Distinti signori scommettono sui disastri perchè così si guadagna più velocemente.
E di fronte a tutto questo la reazione è tenue.
Ma è proprio l’ora di darsi una mossa.

Se non ora, quando?
Quando non ci sarà più un ospedale che funzioni?
Quando chiamando la polizia per un’emergenza ti chiederanno di fare loro prima un bonifico per la benzina?
Quando i più disperati bruceranno le città?
Il paradosso è che questa crisi artificiale può far crollare veramente una nazione, farla morire d’infarto per la paura.
Cosa si sta aspettando?
Un leader? Un programma unitario? Una parola d’ordine avvincente?
Puoi aspettare fino a quando ti cresce il muschio sotto i piedi… Non verrà nessun leader. Sono finiti come i piccioni viaggiatori.
Tocca a me, tocca a te, tocca a tutti.
Esercitare l’arte di pensare, di agire…
Mi vien da dire “Ho un sogno…”
Ma i sogni ce li abbiamo tutti. E sogniamo già tutti la stessa cosa. Il problema è fare.

Adesso.

Perché poi sarà troppo tardi. E abbiamo già perso troppo tempo con la nipote di Mubarak.
Dobbiamo andare casa per casa e dirlo: lo Stato Italiano butta più di 500 miliardi di euro ogni anno.
Non c’è crisi quando si comprano bombardieri e Maserati blindate, si raddoppiano gli stipendi dei manager più bastardi, si regalano le frequenze televisive, quando ci sono ospedali con 26 malati e più di 100 dipendenti.
Questa non è crisi economica. Questo è un sistema vergognoso, insostenibile e illegale.

Tocca rivedere le regole del gioco, perché sono truccate.

Ma non succederà fino a quando questa depressione terrà incatenati i progressisti a una lacrima da bar, a un mugugno da assemblea.
Io so che se venissero di nuovo i nazisti con le loro baionette e i carri armati voi tutti vi sollevereste come un sol uomo. Lo so che vi scorre ancora nelle vene il sangue dei nostri padri e nonni che hanno combattuto e sono morti per un futuro migliore…
Ma ora non ci sono gli stivali chiodati delle orde del male che sfilano per le strade della città.
Ci hanno messo la criptonite della paura in quel posto e siamo così… Delusi, disillusi, demotivati, depressi.
Lo so che è dura, sento anch’io il disorientamento.
Ma secondo me tocca iniziare a pregare. Intensamente. E se non hai un Dio da pregare fattene uno.
Un Dio di quelli tosti. E prega che domani mattina il popolo progressista italiano si svegli con un minimo di ovaie e di coglioni.
Sennò dovrai raccontare ai tuoi nipoti che mentre si mangiavano la nostra nazione non siamo riusciti a fare niente.
Invece potevamo approfittare della confusione per dare inizio a una nuova filosofia economica, a una nuova repubblica fondata sulla cooperazione e sul buon senso.

È questo il momento che se ci rimettiamo in piedi possiamo veramente cambiare. E’ adesso che il sistema sta andando a pezzi.

Dobbiamo spiegare bene ai soliti potenti che noi non stiamo a questo gioco.
E, innanzi tutto, potremmo iniziare a fargli male sul serio, non lanciando i sassi ai poliziotti, che non c’entrano niente, ma smettendo di comprare le auto della disoccupazione e i prodotti dei furbi, ritirando i nostri soldi dalle banche del dolore: in Usa lo hanno fatto in centinaia di migliaia, quanti in Italia?
Non con i miei soldi! Non ti permetterò di affamare i bambini con i miei soldi. Non ti permetterò di buttare in mezzo alla strada le famiglie con i miei soldi.
Questo sistema siamo noi a finanziarlo con le nostre scelte, voti ogni volta che fai la spesa.

Basta!
Serve un movimento capace di usare la forza più potente del mondo: i soldi.
Un movimento che finalmente decida che un’altra economia è possibile, un’altra economia è indispensabile.
Possiamo benissimo vivere ottimamente facendo lo sciopero dei consumi immorali.
Però bisogna smettere di discutere e iniziare a zappare, riciclare, riusare, barattare, condividere.
E’ difficile?
Sì. Certo.
Ma tanto così come stanno le cose il destino è quello. Ed è meglio farlo come forma di lotta per evitare questo crollo economico artificiale piuttosto che doverlo fare come in Argentina, perché il sistema economico non c’è più e le banche hanno chiuso.
Oppure credi veramente che il governo dei tecnici, impastoiato dalle risse tra i partiti, sia capace di cambiare la musica?
Se non ci credi la prima domanda è: hai un conto con Banca Etica?
E se non ora, quando?