di Eugenia Romanelli
Firenze non si smentisce mai. Almeno per quanto riguarda l’arte, anche quella contemporanea. Fino all’8 gennaio, lo MNAF (Museo Nazionale Alinari della Fotografia) ospita la personale “Throuh my window” del coreano Ahae. Il fotografo espone per la prima volta in Italia i risultati del suo studio che da due anni lo impegna tenendolo incollato alla finestra del suo studio. E’ sempre da quella postazione infatti che l’artista ha fermato in oltre un milione di scatti lo scorrere del tempo, ritraendolo attraverso le trasformazioni della natura, dalle prime luci dell’alba all’ultimo bagliore del giorno, in armonia con i cicli del sole e della luna.
Ambientalista impegnato fin dagli anni ’70, lancia un messaggio forte sulla responsabilità, anche dell’arte, di sensibilizzare sul rispetto del mondo che ci ospita. Una creatività che può essere definita “biologica” a 360 gradi, visto che le fotografie non subiscono manipolazioni di alcun genere, né ritocchi, né alterazione del colore, né combinazione di più fotografie (ammette solo una lieve pulizia delle fotografie prima di stampare: allineamento, rimozione di macchie e correzione di contrasto e luminosità). Non compare mai nemmeno l’uso di luce artificiale e perfino il treppiede viene usato raramente, anche con le macchine più ingombranti e gli obbiettivi più lunghi.
Firenze segue New York, Mosca, Londra e Praga: “La mostra sta riscuotendo un successo planetario – spiegano gli organizzatori della Neri Torrigiani – per la genuinità e la semplicità delle immagini che tuttavia riescono allo stesso tempo ad essere estremamente ricche”. Un artista decisamente poliedrico, vista la sua storia di inventore e imprenditore: ha progettato i prodotti più strani, da quelli per la salute a bellissime imbarcazioni (le sue piccole navi d’altura solcano le acque del fiume Han a Seoul e dei mari limitrofi).
Di lui ha detto Milan Knížák, ex Direttore Generale della Galleria Nazionale di Praga, che lo ha ospitato nel mese di agosto: “Le fotografie di Ahae sono un omaggio alla natura ma non contengono slogan ecologisti provocatori o vuoti. Si limitano a mostrare il mondo com’è nella realtà: fragile e grandioso, umile e coraggioso, sempre sublime”. Da vedere.